Quando Mahler scoprì la camera di Leonardo Osella

Quando Mahler scoprì la camera Domenica 29 al Piccolo Regio Quando Mahler scoprì la camera LA fama di Mahler è legata alle colossali costruzioni sinfoniche e ai cicli di Lieder, anch'essi prevalentemente accompagnati dall'orchestra, nonché all'opera Die Urei Pintos, in «comproprietà» con Weber che l'aveva lasciata incompiuta. Ma lo «studente» Mahler mosse i primi passi di compositore nella forma più raccolta della musica da camera. La meticolosa biografia di Quirino Prìncipe reca in appendice l'elenco di queste creazioni quasi tutte perdute, tra le quali una Sonata per violino e pianoforte che egli eseguì in due diversi concetti (tenutisi in un albergo di Iglau) accompagnando i giovani violinisti Richard Schraml e August Siebert. Tra il poco che è rimasto si annovera un movimento di Quartetto con pianoforte in la minore. Questo brano, salvato da Alma Mahler che l'aveva portato con sé in America, sarà eseguito domenica 29 alle 10,45 al Piccolo Regio dal Quartetto Strauss formato da Stefano Vagnarelli (violino), Rita Bracci (viola), Marco Robino (violoncello) e Carlo Caputo (pianoforte). Tra chi (La Grange) giudica abile la scrittura e privi di personalità i temi, e chi (Ruzicka) la pensa in modo opposto, Principe sottolinea lo sforzo di Mahler di creare un'atmosfera «diversa» da quella imperante in quegli anni (vedi Brahms, Schubert, Schumann): dunque «l'invenzio¬ ne tematica è "povera" non perché è debole, ma perché vuol essere spoglia; nello stesso tempo vuol essere attraente e perciò si avvale di frequenti armonie sospese, che assumono un carattere inconsueto associandosi a temi ostentatamente elementari». La seconda parte del concerto sarà dedicata al Quartetto in sol minore op. 25 di Brahms. Composto nel 1861, Ai salutato come una interessante novità proprio per il suo organico (trio d'archi più pianoforte), che in precedenza vantava rarissimi esempi. Anch'esso, come altre opere di Brahms, fu sottoposto al vaglio del violinista e compositore Joseph Joachim, che si dichiarò entusiasta del Rondò alla zingaresca ma ebbe da eccepire sul primo movimento, la cui forma disinvolta lo disorientava un po'. Nonostante le osservazioni dell'amico, Brahms lasciò tutto com'era e diede via libera al Quartetto, che fu eseguito per la prima volta ad Amburgo da Clara Schumann al pianoforte, dal violinista Bóie, dal violoncellista Breyther e dal violista Lee. Settant'anni dopo l'opera 25 attirò l'attenzione di Schónberg, che ne fece una trascrizione per orchestra motivando così la sua scelta: «Primo, il pezzo mi piace; secondo, lo si esegue di rado; terzo, lo si esegue male perché il pianista non si sente bravo se non suona forte e così non lascia udire nulla degli archi. Io volevo sentire tutto e ci sono riuscito». Leonardo Osella

Luoghi citati: Amburgo, America