La Birmania dal finestrino del treno

La Birmania dal finestrino del treno La Birmania dal finestrino del treno La zona del cosiddetto «triangolo d'oro» è la maggiore produttrice di oppiacei del mondo; di qui partono le piste intemazionali dell'eroina che si incrociano con quelle delle armi e del terrorismo internazionale. Se i narcotrafficanti accumulano miliardi vendendo droga, il resto della popolazione birmana vive in uno stato di povertà e di arretratezza assolute. Le pianure. spesso spazzate da grandi alluvioni, sono percorse lentamente da coppie di buoi che trainano rudimentali aratri avvolti nel caldo umido del giorno. L'agricoltura è povera e si riduce alla produzione del riso, piatto base dei birmani, e a poche altre verdure. Gli uomini indossano un telo che avvolgono attorno alle gambe; nessuno porta abiti occidentali, le donne usano colorarsi le guance con una polverina gialla che serve a proteggere la pelle dal sole. Viaggiare in Birmania non è facile, non esistono quasi strutture per il turismo, bisogna adattarsi agli usi locali nel mangiare, nel dormire e nello spostarsi. Ma viaggiare in Birmania significa immergersi nella profonda religiosità del Buddhismo, che in questo Paese ha fornito lo stimolo alla costruzione di opere affascinanti. La Svedagon Pagoda di Rangoon ostenta tutta !a sua ricchezza di sculture, no in fondo le meraviglie di questo Paese. La ragione di questo limite ristretto di tempo va ricercata nel fatto che 11 governo controlla solamente un terzo circa del Paese, il resto è in mano alle varie formazioni militari del Kuomintang, del Khmer Rossi e dagli eserciti privati del grandi produttori di droga che si sono creati all'interno del Paese dei veri e propri Stati a sé stanti. Birmania, Rangoon: il cortile della pagoda di Svedagon decorazioni, altarini, immagini del Buddha nelle sue posizioni canoniche: sdraiato, mentre prega, in meditazione. La cupola, che svetta tra le basse costruzioni della città, è interamente rivestita d'oro e sulla cuspide sono incastonati diamanti per un valore inestimabile. All'interno della pagoda, nel cortile, c'è una grande animazione e un continuo via vai di gente che si ferma a pregare davanti ai piccoli altari, oppure acquista una sottile fogliolina d'oro che stenderà su di una delle statue lignee del Buddha che vengono cosi rivestite d'oro. E' però a Pagan che si può apprezzare la massima espressione della spiritualità del Buddhismo. In una piana, attraversata pigramente dall'Irawaddi, si trovano oltre cinquemila templi di varie forme e dimensioni. Sono stati fatti erigere dai vari sovrani, principi e signori del luogo. Ognuno ha voluto lasciare un segno della propria devozione e del proprio prestigio. Lo stile è più sobrio, lontano dallo sfavillio di oro e smalto delle pagode di Rangoon o Mandalay, invita ad una calma e ad una meditazione pacata. Anche i tempietti più piccoli, anche quelli più antichi che stanno subendo l'ingiuria dei secoli, conservano intatto 11 loro fascino per il solo fatto di trovarsi in quel luogo sacro, immersi nella grande pianura che si colora di rosa nel tramonto. Poi la Golden Pagoda, la più grande di Pagan, con le sue decorazioni scolpite in legno e oro. Entrando nel grande cortile di questo tempio il silenzio è d'obbligo, tutto porta a meditare, sottili campanellini dorati mossi dal vento spandono un suono dolce, appena udibile e che sprofonda tutto in un'atmosfera di grande spiritualità. Ha un sapore antico tutta la Birmania, un sapore che si gusta in pieno attraversandola da Sud a Nord con il treno che da Rangoon rag- giunge Mandalay con il suo carico di gente che si sposta con tutti i propri averi nella borsa, senza fretta, in una dimensione temporale dilatata. A ogni stazione salgono sul treno ragazzini con un secchio sotto il braccio e in cui stanno ammucchiati pochi pezzi di pollo fritto, carne, uova, bibite coloratissime fatte da loro in bottiglie della Pepsi e tappate con un pezzo di carta di giornale. Le ragazzine con le broc¬

Persone citate: Pagan

Luoghi citati: Birmania, Rangoon