Il caldo Brasile di Bahia
Il caldo Brasile di Bahia Il caldo Brasile di Bahia Citulapm o Bahia venisse impacchettata e venduta ai gonzi. Un giorno prenotammo per vedere una «macumba». Non ho dubbi che, mentre noi ci rimpinzavamo al banchetto, tutte le sacerdotesse dell'occulto si erano riunite per seppellire lo spirito di Vaidinho che è in agguato in ognuno di noi. Tuoni e fulmini, turbini, acciaio contro acciaio, sangue nero... Oxumare sotto forma di un enorme serpente, la dea del mare, Iemanja, tutta vestita di blu, con i lunghi capelli di schiuma e granchi, e tutte le divinità dell'Angola e del Congo. Io ero sicuro che i diavoli e quanti erano nati sul lato sbagliato del copriletto in quel momento stavano galleggiando verso il mare, proprio come aveva scritto Amado, con le loro case e i loro palazzi, e che nella piazza Terreiro de Jesus «i pesci | germogliavano trai fiorì e le stelle maturavano tra gli alberi». Tutto questo sicuramente esisteva, ma era anche fuori della vista, dietro le scene, tenuto nelle riserve. Veniva giù con la pioggia quando lasciammo lo spettacolo folcloristico. Prendemmo un traghetto per Itaparica, una piccola isola tropicale al largo delle coste di Bahia. Le guide dicevano che Itaparica era il primo pezzo di terra scoperto dai portoghesi nel loro viaggio alla ricerca del Brasile. Come Luis Correa — il marinaio rovinato, progenitore della razza brasiliana — mi sistemai con mia moglie in una capanna di frasche circondata da palme e dall'oceano. I nostri unici vicini erano tre pappagalli e una scimmia Attraverso la baia, guardavamo tre pescatori che pescavano silenziosamente dalle loro canoe. C'era anche un gruppo di ragazzini che sguazzava nell'acqua bassa lottando con polipi giganteschi. Avevano lunghi capelli ed erano nudi. Jimmy Burns Copyright «The Financial Times» e per l'IlaliB «La Slampa» ove
Persone citate: Amado, Jimmy Burns, Luis Correa
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