Trapiantò nell'etologia la scoperta di Darwin
Trapiantò nell'etologia la scoperta di Darwin Trapiantò nell'etologia la scoperta di Darwin «adattativo». E' con questo approccio che Tinbergen — naturalista appassionato e curioso — osservava un animale, chiedendosi il «perché» del suo agire. A partire da lui, è questo un approccio fondamentale dell'etologia. Ne sono un esempio i suoi studi sulle colonie di gabbiani. Tinbergen prese le mosse da una semplice osservazione: i piccoli di gabbiano, inetti alla nascita, chiedono di essere nutriti da un genitore con cibo rigurgitato, colpendogli insistentemente il becco con il proprio. Poiché le beccate del piccolo sono dirette a una macchia rossa che l'adulto ha tipicamente sul becco, Tinbergen volle analizzare se questa avesse la funzione di segnale che scatena la richiesta di cibo. E allora che introdusse l'uso degli zimbelli, ima metodica sperimentale che oggi è uno strumento fondamentale nel bagaglio di ogni etologo. Tigli presentò al piccolo, momentaneamente isolato, sagome di cartone modellate a forma di testa di NELLA quasi assoluta indifferenza del mezzi' di informazione, il 21 dicembre scorso è morto, all'età di 81 anni, Niko Tinbergen, uno dei padri fondatori dell'etologia che diedero, a partire dagli Anni 30, dignità di scienza a questa branca della biologia La portata rivoluzionaria delle idee di Tinbergen dimostra ancora una volta come spesso il progresso scientifico nasca in situazioni semplici e fortuite dall'intuizione di un grande scienziato. Di fede darwiniana, Tinbergen era convinto che il comportamento di un animale quale lo osserviamo oggi rappresenta, al pari di una struttura anatomica, il risultato di un lungo processo evolutivo operato dalla selezione naturale: esso si è affermato nel corso della storia di una specie come adatto a garantire all'individuo una maggiore probabilità di sopravvivere e di riprodursi in un quel particolare ambiente. Cioè, in termini più tecnici, un comportamento ha un valore gabbiano che presentavano la macchia rossa in posizioni diverse, o con colori diversi, o non la presentavano affatto. Tinbergen dimostrò cosi che 1 pulcini sono particolarmente reattivi alla macchia e che il colore rosso stimola fortemente la richiesta di cibo. Con questo stesso metodo sperimentale Tinbergen risolse un altro caso: perché poco dopo la schiusa i genitori allontanano dal nido i gusci rotti delle uova? Disponendo a distanze variabili dalla covata i gusci rotti, Tinbergen provò che con la rimozione del guscio i nidiacei e le uova non ancora schiuse sono meno soggetti all'attacco dei predatori comuni delle dune erbose prospicienti al mare, come le cornacchie e le volpi. Il guscio di uovo di gabbiano infatti, ben mimetizzato nei colori dell'ambiente, sfugge alla loro vista; non cosi il guscio rotto, che è bianco nell'interno. Il valore di sopravvivenza di questo comportamento è ancora più evidente se si va a vedere come si comporta il Pe£> e contro Ne: J condivido le tesi di chi nega la pericolosità dei cosiddetti giocattoli-horror. In particolare, mi sorprende l'affermazione che non esiste 11 giocattolo di per sé negativo e che anche quelli orridi o sadici sono prodotti di un mondo che deve svolgere il suo corso. A me la violenza, il sadismo, la crudeltà o altre espressioni di aggressività gratuita non sembrano mai educative. Non ritengo mai utile o sana, soprattutto necessaria, la : timolazione di simili, forme di violenza. Neppure quando l'aggressività e l'orrore possono essere contenuti entro una giusta misura e l'impatto emotivo può essere stemperato da opportune rassicurazioni. Colpisce, anche se pare fin troppo scoperto, l'artifizio di disumanizzare e rendere negativa la vittima, di ritrai-■
Persone citate: Niko Tinbergen, Tinbergen
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