Amazzonia, il mondo dei vinti

Amazzonia, il mondo dei vinti Amazzonia, il mondo dei vinti zio negli Anni 60 con il progetto di «ingresso dell'Amazzonia nel campo economico nazionale» del Brasile.' Considerati insufficienti allo sviluppo della regione i 25 mila chilometri di fiumi navigabili, si decise la costruzione di strade che collegassero la nuova capitale, Brasilia, con il Para (lo Stato dove si trova la foce del Rio delle Amazzoni) e con l'area occidentale periferica della regione, attraverso il Mato Grosso. Nel 1970 fti lanciato il progetto della Transamazzonica, un'autentica sfida alla natura che permise di raggiungere zone fino ad allora inaccessibili. Un'arteria che in 4918 chilometri collega la costa dell'Atlantico con il Perù. Migliala di chilometri di strade «minori» si sono aggiunte alla ciclopica opera viaria che sarà completata con la Perimetrale Nord che collegherà la costa con il Venezuela e la Colombia. Per mantenere aperta una cosi vasta rete stradale nel cuore della foresta, senza La scomparsa di Niko Tinbergen, Nobel nel 73 con Lorenz che questa se la ringoiasse in un battibaleno, si ricorse alla colonizzazione delle aree marginali delle arterie con conseguenti disboscamenti per favorire l'agricoltura e creare pascoli per le mandrie. Un'operazione che rispondeva anche alla richiesta di terre da coltivare da parte di masse di contadini poveri dell'area nordest ina, affamati dalla siccità. Si continua a disboscare anche per aprire miniere, come è già avvenuto nell'altopiano dei CErjaras per sfruttare i giacimenti di ferro; attorno al Rio Trombetas per la bauxite; nel Para per l'oro; nell'Amapa per il manganese, un po' ovunque per le pietre preziose. Si taglia la foresta anche per costruire basi aerospaziali, come avviene nel Maranhào, o semplicemente per ricavare legnami preziosi che saranno poi esportati clandestinamente, lungo il fiume, verso i Paesi ricchi dell'emisfero Nord. Il dramma dell'Amazzonia e delle sue culture inizia nel 1539, con l'arrivo dei primi conquistadores europei che, su mandato di Gonzalo Pizarro, governatore di Quito (Ecuador), discesero per la prima volta il Rio Napo alla ricerca del cinnamomo, l'albero dalla cui corteccia si ricava la cannella. Le prime vittime furono le centinaia di tribù indios che abitavano la regione: si calcola che fossero circa tre milioni all'arrivo dei bianchi, oggi non raggiungono i centomila. PRIMA furono decimati dalle malattie importate dai colonialisti, poi dalle razzie di invasori senza scrupoli che per lungo tempo non riconobbero gli indios come esseri umani. Nel Mato Grosso e nel Sud del Paese si aprì una vera caccia, condotta dai bandeirantes per conto del grandi proprietari terrieri che richiedevano schiavi per le loro fazendas sulla costa. Fu l'inizio del genocidio. Molte tribù fuggirono a Nord, rifugiandosi nel cuore di tenebra della foresta. Nuovi guai iniziarono con il coom del caucciù. La gomma bianca ed elastica, ricavata incidendo il tronco della hevea brasiliensis, era utilizzata da tempo dagli indios. Il primo europeo a servirsene fu il matematico e naturalista francese CharlesMarie de La Condamine, il quale, discendendo nel 1743 il Rio delle Amazzoni, dal Perù all'Atlantico, per effettuare una serie di misurazioni a fini cartografici, scoprì la sostanza e la usò come impermeabilizzante per i propri delicati strumenti di rilevazione minacciati dall'umidità del clima. Con la scoperta della vulcanizzazione, nel 1840, il signor Goodyear rese il prodotto commerciabile. Ma con l'invenzione del pneumatico, nel 1880, la domanda di caucciù, prodotto esclusivamente in Brasile, decuplicò. I seringueriros, i lavoratori, per lo più meticci, che in condizioni di semischiavitù raccoglievano la gomma operando nel mezzo Che cos specie di gabbiano attuali discendano da un antenato comune, queste diversità di comportamenti devono essere Interpretate come adattamenti ad ambienti diversi. Cosi, tenendo conto del rapporto animale-ambiente, l'etologia acquista una nuova dimensione: quella dell'evoluzione. Si scopre cioè non solo «come» agisce un animale, ma anche «perché». Tinbergen, di origine olandese, ricevette nel 1973 il premio Nobel per la biologia insieme con Karl Von Frisch e Konrad Lorenz, premio che consacrò definitivamente l'etologia come scienza. Con Lorenz, Tinbergen passò un eccezionale anno di studio a Altenberg nel 1938. Poi gli eventi della guerra, che Tinbergen visse in prima persona prigioniero per anni dei nazisti, lo divisero dal suo mondo. Nel 1949 lasciò definitivamente l'Olanda per Oxford in Gran Bretagna, dove insegnò per anni. E qui oggi, lungo il corridoio del Dipartimento di Biologia animale dell'Università, dove si affacciano gli studi di alcuni fra i più grandi zoologi moderni, come William Hamilton e Richard Dawkins, sono appese, fra i diagrammi al computer di quest'ultima generazione, le fotografie ingiallite di una spiaggia battuta dal vento, di una colonia di gabbiani e dei capanni dei ricercatori: le prime esperienze a cui tutti gli etologi fanno ancora riferimento. Maria Luisa Bozzi