Così scrisse Dalì: un magnifico delirio di parole e immagini

Così scrisse Dali: un magnifico delirio di parole e immagini L'opera letteraria del grande artista scomparso, dai primi testi teorici all'autobiografia, mentre stanno per uscire le lettere a Garda Lorca Così scrisse Dali: un magnifico delirio di parole e immagini DALT pittore, ma anche Dali scrittore. L'artista spagnolo morto a 84 anni ha lasciato alle spalle tanti libri, quattro dei quali già tradotti in Italia. E fra poche settimane è in arrivo il quinto che testimonia lo stretto rapporto fra il pittore e il mondo letterario in cui sfera formato. Sotto il titolo Caro Federico esce a metà febbraio dalle edizioni Rosellina Archinto un carteggio inedito con Garda Lorca (Lettere 1923-1936, a cura di Rafael Santos Torroella, trad. di Maria Edvige Caccialupi, pag. 180,25.000 lire). La tormentata amicizia, forse anche amorosa, ira Lorca ventiquattrenne e Doli diciottenne nacque intorno al 1923 nella Residenza universitaria di Madrid, nel periodo di formazione e di studi di entrambi, mediata dal loro coetaneo Luis Eunuci «Eravamo quasi inseparabili, noi tre, tanto più che Lorca nutriva nei confronti di Dal! una vera e propria passione, che lasciava quest'ultimo indifferente» scrive Bunuel nei suoi ricordi (Dei miei sospiri estremi, Rizzoli 1983). Dali ammira la personalità prepotente del poeta, che in quegli anni univa alla pratica della scrittura quella del disegno, e ne vive insieme intensamente la crisi creativa adolescenziale. Quando Lorca morì tragicamente durante la guerra civile nel 1936, Dali lo ricorda come -il migliore amico della mia adolescenza agitata». La pubblicazione delle lettere al •Caro Federico» (per ora a senso unico, poiché quelle di Lorca a Doli non sono state ancora tutte ritrovate) illuminerà un lato finora in ombra dell'artista catalano: quello della sua formazione culturale du: rante la frequentazione dell'Accademia di Belle Arti a Madrid, e le reciproche influenze con Lorca (e con Bunuel). E' un periodo importante, prima del trasferimento a Parigi nel. 1927 e l'incontro, decisivo (tramite altri due grandi spagnoli, Picasso e Mirò) con la cultura surrealista, e con la psicoanalisi freudiana. Se Lorca compose una mirabile •Ode a Salvador Doli» nel 1926, Dali scrisse una bella presentazione per una mostra dei disegni di Lorca nel 1927, pubblicata poi nell'antologia dei suoi scritti editi in Italia da Rizzoli nel 1980 (Sì, La Rivoluzione paranoico-critica L'Arcangelismo scientifico). Questa antologia comprende importanti te¬ sti datati tra il 1927 e il 1978, per la maggior parte appartenenti al periodo surrealista, già pubblicati su •L'Amie de leu Arts», la rivista catalana d'avanguardia da lui diretta nel 1928,, e sulle riviste del gruppo di Breton. Specialmente degli scritti compresi trail 1927 e il 1934, periodo della militanza surrealista, emerge un Doli teorico lùcido e attentissimo, dotato di una scrittura poetica di grande qualità e di spessore immaginìfico, che più tardi, sfuggita al controllo ferreo dì Breton, diverrà vaneggiaste, caotica e esibizionista. Nell'opera di Dati esiste un costante parallelismo tra scrittura e pittura, che messo esattament a fuoco nel perìodo si:rrealista precipita dopo gli Anni Trenta nel degrado ideologico, e nelle vacue-esaltazioni. Tra i testi teortd.più rilevanti di Doli ricordiamo ancora li mito tragico del? l'Angelus di Millet, pubblicato da Mazzottà nel 1978 (del quale è auspicabile una seconda edizione). Questo volume definito dall'artiita HI mio libro migliore», rappresenta un avvincente e scorrevolissimo trattato della sua attività paranoico-critica, che prende spunto dai «due inquietanti simulacri ossessivi incarnati dalla coppia dell'Angelus, dipinto ■ da Jean-Francois Millet. Scritto agli inìzi degli Anni Trenta e pubblicato dopo il suo ritrovamento net 1963, rappresenta l'elaborazione della sua teoria paranoico-critica. E' un metodo, molto, vicino alla psicoanalisi, di'esaltazione e di provocazione degli stati. ipnotici è psicotici che i surrealisti indagavano nel'.rapporto con la creazióne poetica, e che. ha interessato moltissimo, nella Parigi di quegli anni, il giovane Jacques Lacan, allora legato a Doli e al gruppo surrealista. La tesi di laurea in psichiatria dì Lacan nel 1932 verteva sui rapporti della psicosi paranoica con la personalità; un suo testo sul'argomento sarebbe stato pubblicato nel 1933. su 'Minotauro» insieme a uno di Doli sull'interpretazione dell'Angelus. Questo magnificò delirio associativo e allucinatoria di immagini si ritrova anche nella stesura delle autobiografie di Dali; soprattutto ne La mia vita segreta, edita da Longanesi nel 1949 e nel 1982; e nel Diario • di. un genio, pubblicato da Serra e Riva nel 1981, e che l'editore milanese sta ristampando con urgènza per riportarlo in libreria a febbràio. Le due autobiografie sono uno snodo rutilante di materiali complessi, ■ ricchissimi di mille concatenazioni analogiche stupefacenti: la scrittura infrange, nella visualizzazione del racconto, le barriere e le censure dell'inconscio che Doli metteanudo nelle sue aberrazionifé nelle"sue magnificenze in un modo unico: quale appunto solj tanto la forza del suo -genio» è riuscita a ottenere. ' ' ' Mirella Bandini li U Dali: «Un secondo prima del risveglio da un sogno provocato 'dal volo di un'ape attorno a ima melagrana» (1944), part.

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