E per quel romanzo Agatha Christie ha cambiato nome

E per quel romanzo Agatha Christie ha cambiato nome Ne «Il pane del gigante» la scriurice voleva misurarsi con un racconto senza delitti e poliziotti E per quel romanzo Agatha Christie ha cambiato nome NEL 1930 la Signora Agatha poteva già contare su tre cognomi tutti legittimi, e su un buon numero di romanzi di successo popolare. I cognomi erano Miller cioè il suo da ragazza, Christie dal primo marito che l'aveva abbandonata per un'altra donna e Mallowan, dal secondo marito archeologo di discreta fama. I suoi lettori la conoscevano come Christie. Ma le venne anche in mente, quell'anno, di scrivere un romanzo-romanzo senza delitti né poliziotti e invece con intrecci!, svolgimento nel tempo, tanti luoghi e personali rapporti, amore e lacrime, invidie e denaro, nascite e morti. Il librone di oltre quattrocento pagine le venne fuori come sempre in un lampo, e Io intitolò «72 pane del gigante'. Ma occorreva adesso uno pseudonimo: per non profittare (o danneggiare?) la popolarità poliziesca; forse per misurarsi anonimamente con una diversa realtà di scrittrice. Arrivò cosi il quarto cognome: West macott, di nome Mary. Dopo quello, di romanzi Westmacott ne uscirono altri tre e adesso alla Rizzoli a qualcuno è venuto in mente di provare a pubblicare in edizione economica il primo. Ecco in libreria Mary Westmacott, nota anche con il nome di Agata Christie: «72 pane del gigante» (Bur, 431 pagine, 9.000 Urei. Accade che gli scrittori amino davvero scrivere, che non ne possano fare a meno. Che le multiple immagini della vita premano sulla loro mano, e che questa poi non si stanchi mai di scorrere su dei fogli per raccontarle. Figuriamoci dunque qualcuno come la Christie (o il Slmenon dell'inesauribile ispettore Maigret) confinato e ristretto nelle misure 'standard, nelle notazioni telegrafiche, nella scrittura «asciutta», insomma, dei piccoli omicidi e piccole inchieste quotidiane; la voglia di provarsi anche altrove non doveva essere poca. Si metteva nella vasca da bagno, la Signora del'Glallo, con accanto un vassoio di mele. E galleggiando e masticando inventava i suoi «plot»: una villa in campagna, una camera sbarrata, una cena per dieci, un treno internazionale, un battello sul Nilo, un Natale in Inghilterra. Ma quanto può durare un bagno? E quante mele uno può rimuginarsi di seguito? Insomma verso il 1930 alla quarantenne Agatha Miller Christie Mallowan venne voglia di provare più ampi spazi. 'Basta romanzi polizieschi, volevo cambiare genere-, racconta nella sua autobiografia. «Così con qualche senso di colpa e una buona dose di compiacimento mi accinsi a scrivere un romanzo che intitolai II pane del gigante. Fu accolto favorevolmente dalla critica ed ebbe un certo successo di vendita. Lo firmai col nome di Mary Westmacott e per quindici anni riuscii a tenere nascosta la mia identità'. Ed eccoci subito (è inevitabile) di fronte a due enigmi. Mary Westmacott, perché, da dove arriva? Nes¬ suno ci ha mai spiegato niente in proposito: forse è solo un «certo- nome adatto a non spaventare un «certopubblico. Ancora: perché «il pane» di quel gigante? n titolo è francamente orribile e sarebbe stato forse meglio tradurlo diversamente. Ne cerchereste invano un perché nelle tante pagine: la sola spiegazione è nel banale pane come nutrimento (esempio: «non si vive di solo pane», «pane e acqua», «spezzare il pane» eccetera). E siccome tutta la lunga storia è protesa alla crescita, sviluppo, maturazione di un personaggio... Esempio adatto al titolo: «dovrai mangiarne di pane prima che... eccetera». Mediocre. Siamo cosi arrivati alla trama: che è un 'Anthony Adverse* (cioè uno 'Sfortunato Antonio»); una operona in più atti e più parti. Primo atto: fiaba dell'infanzia con ragazzino alla Freddie Bartholomew Anni Trenta. Padre intelligente e vivace, madre bella e banale, antica Casa di famiglia, tate e nannies dolcissime. Filastrocche, barlumi dalle conversazioni dei «grandi». Atto secondo: morte del padre nella guerra Boera, abbandono («Tara» di Via col Vento è già uscita?) della Cara Casa. Cuginetta-soreUa. l'Amico di infanzia. Londra, rivelazione della vocazione alla Musica. Terzo atto: scrive opera su una principessa rinchiusa in una torre. Fidanzatina perbene; amica più matura-nave scuola; scoperta del sesso, abbandono ai piaceri. Guerra mondiale, matrimonio con fidanzatina che era sparita con ricco australiano mezza età. Lei infermiera: pretesto per autobiografia Christie. Lui dato morto in battaglia. Seconda parte, Atto primo: moglie vedova, torna australiano ricco, compera la Cara Casa di Lui, con la scusa di ricordarlo si risposano. Siamo nel 1917, In Olanda «un giovane bruno dal viso scavato che parla un olandese molto incerto': prigioniero fuggilo ai tedeschi? In una locanda un vecchio giornale: foto fidanzamento della ex moglie, la ve- dova. Il giovane è Lui: sconvolto viene travolto da un camion. Atto secondo: autista di nome George Greene, smemorato, raccolto in Olanda. Padrone invitato alla Cara Casa: lo vedono la ex moglie, che tace, l'ex amicanave scuola, che fa baccano. L'Amico di infanzia lo fa curare. Torna se stesso. Altri atti, in mucchio: ex vedova e Lui si incontrano, lei non vuol perdere ricchezza (-Baci, cos'erano i baci in fin dei conti? Si poteva farne a meno di pensard. Meglio non pensare ai baci»). Lui viaggia, Russia e costruttivismo, avanguardie intellettuali, si rimette Con vecchia amica. Cuglnetta e Amico convolano. Piroscafo 'ResplendenU affonda: a bordo ignoti uno all'altro Lui, la ex Vedova, la Amica. Scivolano in mare: lui salva quella «sbagliata», ma lo capisce dopo. Si chiude nel rimorso e compone finalmente la sua Opera, «77 Gigante», maturato nel pane della sofferenza. Claudio Savonuzzi Agatha Christie

Luoghi citati: Inghilterra, Londra, Olanda, Russia