Tre milioni a spasso nel verde e sognano tutti Central Park

Tre milioni a spasso nel verde e sognano tutti Central Park Dalla prima indagine Regione-Ires «Parchi, per chi?» la richiesta: più spazi, più regole Tre milioni a spasso nel verde e sognano tutti Central Park Identikit di chi cerca relax nelle «riserve naturali»: 2640 anni, medio reddito, buona cultura - No a bar, ristoranti e pic-nic Sono tre milioni, giovani, buon reddito, cultura media, chiedono più verde «prèt à porter», sognano il «Central Park» dietro l'angolo, ma corrono da La Mandria alle Veliere. Instancabilmente, col sole, ma anche d'inverno. La Regione li ha voluti in un ritratto, il primo, di chi passeggia negli ottantottomila ettari di «territorio protetto» tra scoiattoli e rogge. Tra una pennellata e l'altra, l'Ires (istituto di ricerche economiche e sociali) tratteggia lineamenti e sfumature di coloro che nei parchi ci vanno sempre o qualche volta: per parlare, giocare, respirare. Un picnic, un gelato, una foto e via. Sessanta su cento s'immaginano un parco più controllato dove non siano ammesse né auto, né cagnare. Con nessuna eccezione, naturalmente. 'Uno dei dati sconvolgenti dell'inchiesta — avverte con stupore Bianca Vetrino, vicepresidente della Regione—è proprio la richiesta di regole severissime: Così il 53 per cento si schiera senza dubbi contro coloro che, per favorire una maggiore fruibilità, vorrebbero più aree per giochi o per spuntini all'aperto. Verde senza schiamazzi, dunque, in luoghi sereni per passare il tempo libero e riposarsi da soli o con la famiglia. Alt a bar e ristoranti, via libera invece a tutto ciò che può favorire la «total immersion» nella natura: visite guidate, itinerari segnalati, più informazioni. Nell'88 da giugno a settembre centinaia di persone sono state coinvolte nella ricerca: con interviste, questionari, chiacchierate. E dalle pagine di «Parchi per chi», ormai quasi ultimate, sono emerse le richieste di un «campione» che dovrebbero riflettere fedelmente i gusti della gente. Cinquantuno su cento chiedono «polmoni di ver- pggiungibili: oasi alla periferia delle città o inserite tra i centri storici e le nuove zone di sviluppo. Ma intanto i più approvano l'attuale dislocazione delle «riserve naturali». Cambia, totalmente, l'uso del verde. Dalle gite appena fuori porta ci si spinge verso tutte le aree protette. -Questo — spiegano in Regione — ci pone problemi di conservazione del patrimonio, di regolamenti ed anche fenomeni di congestione a volte molto marcati-. I Sacri Monti in certi giorni dell'anno non arrivano ad offrire che 26 metri quadrati «calpestabili», a La Mandria, ogni domenica, è un imponente anche se pacifico assalto. Oltre la metà dei visitatori ha dai 26 ai 40 anni, la laurea o un diploma di scuola media superiore, il 29 per cento guadagna venti milioni, il 14 per cento di più. D «cliente-tipo» dunque appartiene al ceto medio, ha sempre amato il verde, ma lo ha riscoperto soprattutto negli ultimi anni sull'onda lunga dell'allarmeambìente. Vuole «le istruzioni per l'uso» e cerca solo la tranquillità. Nuovi parchi? Sì, possibilmente attorno a Torino. Ma soprattutto un «verde differenziato». Non nel senso del colore, naturalmente, ma dell'uso. C'è chi cerca il relax e desidera fare jogging in pace, chi vuol solo parlare, chi s'avventura nella macchia per scoprire i protagonisti del sottobosco, chi invece vuol starsene seduto per cogliere i messaggi degli animali. Perché possano farlo la Regione spende circa 12 miliardi, cioè 2700 lire per abitante, dà lavoro a 235 persone, apre ogni giorno quaranta zone verdi. E poi ci sono le visite guidate dei ragazzi delle scuole. Da marzo ad ottobre, a La Mandria, ma anche nel parco dell'Argenterà s'alternano migliaia di pullman, scaricano centinaia di alunni di elementari, medie, superiori. Con gli esperti tentano i primi approcci con la natura incontaminata. S'inoltrano lungo sentieri e radure, scattano fotografie, fanno domande, ascoltano, imparano. I parchi sono anche questo. E' sufficiente lo sforzo della regione? 'La domanda — conferma l'assessore Vetrino — è certamente cresciuta. C'è sempre maggiore coscienza dei legami tra la qualità della vita e la disponibilità di aree non degradate. I parchi sono la risposta più diretta e noi intendiamo rafforzarla. Svolgono infatti due funzioni insostituibili, salvaguardano l'ambiente e creano occasioni di contatti diretti con la natura». . , ,. Gian Mario Ricciardi Parchi strapieni un po dovunque: qui la folla che ha scelto il Valentino per una passeggiata

Persone citate: Bianca Vetrino, Gian Mario Ricciardi, Vetrino

Luoghi citati: Torino