In arrivo una legge per i sindacati?

In arrivo una legge per i sindacati? Progetto Giugni per attuare l'art. 39 In arrivo una legge per i sindacati? Il disegno di legge costituzionale sulla riforma dell'art. 39 della Costituzione, presentato dal senatore Giugni ed altri, è già in còrso di stampa per la sua distribuzione ai membri del secondo ramo del Parlamento e per l'inizio della sua discussione nella commissione senatoriale del Lavoro. Esso testimonia una significativa presa di coscienza della mutata situazione nella quale sono chiamati attualmente ad operare ed operano i sindacati del nostro Paese. E' noto che l'art. 39 che detta norme sulla registrazione dei sindacati, sui loro statuti, sul riconoscimento della loro personalità giuridica e sul loro potere di stipulare contratti collcttivi con l'efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce, non è stato mai tradotto in legge dal legislatore ordinario per la irriducibile opposizione delle stesse organizzazioni sindacali esistenti più forti (Cgil, Cisl e Uil). La novità, che è all'origine del disegno di legge, è il capovolgimento della posizione finora tenuta dai sindacati. Ora la richiesta di applicare l'art. 39 proviene da autorevoli esponenti degli stessi sindacati e di partiti politici ad essi collegati. In sostanza, il disegno di legge del senatore Giugni vuole dare una risposta all'esigenza che si è manifestata nello stesso mondo sindacale di razionalizzare il sistema di contrattazione collettiva, ma partendo dal presupposto che questa esigenza è da accogliere solo partendo necessariamente dalla riforma della stessa norma contenuta nell'art. 39 perché, se si volesse applicarla senza riformarla nella presente situazione, tanto diversa da quella in cui fu approvata, non si raggiungerebbe il fine voluto. Invero il relatore sarebbe stato più esatto se avesse detto che l'odierna situazione è diversa non da quella in cui la norma fu approvata, ma da quella che si è posteriormente creata anche per effetto della nuova applicazione dell'art. 39. Nella sua relazione il senatore Giugni si sforza di esporre le ragioni contingenti e storiche che hanno indotto quello che egli chiama il «sindacalismo storico» delle grandi confederazioni a non volere l'applicazione dell'art. 39 (il timore che la registrazione comportasse ingerenze inammissibili nella vita interna dei sindacati, la diminuita importanza dell'efficacia erga omnes del contratto collettivo anche per l'effetto della legge 741 del '59, l'opposizione della Cisl ad una legalizzazione della forza preponderante della Cgil nella contrattazione collettiva), ma non può non riconoscere che la causa principale è da ricercare nel consolidamento del sindacalismo di fatto a partire dagli Anni 60 che ha via via acquistato un alto grado di potere non solo contrattuale ma Salvatore V'alitimi (Continua a pagina 3)

Persone citate: Giugni