Morandotti meglio di Riva, ma non basta
Morandotti meglio di Riva, ma non basta Morandotti meglio di Riva, ma non basta dal nostro Inviato CURZIO MALTESE CANTO' — Per la Vismara, vittoriosa contro l'ipifim per 92-78, è stato un buon allenamento casalingo, teso, vivace al punto giusto, tra massacranti trasferte di Korac: mercoledì scorso Orthez, oggi Kiev. Per Kent Benson, lo sfortunato gigante biondo rimasto quaranta minuti in panchina, ha significato l'addio all'Italia. Per il pubblico è stato un pomeriggio di basket horror-show, n dtl Sandro Gamba, lui pure della festa, tra uno sbadiglio e l'altro, ha potuto convicers! che la nazionale non può. fare a meno di Morandotti. E poi? Che altro ha detto la partita di Cantù? In linea con l'indimenticabile pomeriggio delie torinesi, l'Ipifim non si è limitata a incassare una delle tante batoste domenicali. Si è spinta oltre, fino ad evidenziare tutti i suol limiti, con masochistica determinazione (in questo ben assistita dal coach), in un clima'da psicodramma che alla fine ha coinvolto anche Charlie Caglieris. 'Abbiamo perso l'ultima speranza di playoff — ha detto —, ma se andiamo avanti così rischiamo la retrocessione». D sarcasmo di Caglieris è triste ma non gratuito. Ieri l'Ipifim ha avuto la fortuna di incontrare una pèssima Vismara, senza un americano, con un Tumer mediocre e un arbitraggio per nulla casalingo: all'inizio della ripresa gli uomini-chiave di Cantù, Riva e Bosa, erano stracarichi di falli (4). Eppure ha buttato al vento un'altra occasione. Ci rifiutiamo di riferire nel dettagli una gara inguardabile. Tanto, il canovaccio è sempre lo stesso. Solita partenza ad handicap delllpifim (208), con errori a catena di Evans (6 di fila). Poi la reazione tutta affidata a Morandotti, la rimonta che ha portato al riposo sul 43-42 per 1 padroni di casa. All'inizio della ripresa il sorpasso (44-43) e l'inevitabile, scontato crollo, complici due bombe di Riva ed una di Marzorati. Il risultato finale va persino stretto alla squadra di Recalcati, che nella ripresa ha inaugurato una giostra di cambi, pensando alla levataccia (ore 6) del giorno dopo per la tra¬ sferta di Kiev, tana del fenomeno Volkov. . L'Ipifim toma dagli otto giorni in Lombardia con imo zero su zero. Sulla carta, nulla da eccepire, ma a perdere contro Varese e Cantù è stata la peggior Ipifim vista finora, una squadra che ha scarse probabilità di restare in Al. E allora, vale la pena di affrontare subito alcuni problemi. Il principale è quello di Evans. Si pensava, si sapeva che l'Ipifim avrebbe affrontato un campionato senza pivot di ruolo. E va bene. Ma ora si scopre che non ha neanche il play, e allora è un disastro. Evans ci ha provato ed hà fallito. Era sbarcato dall'Nba con la fama di cecchino,, uno da 30 punti a partita. Poi lo sforzo di ri disegnarsi come re¬ gista gli ha fatto perdere la misura (2 su 11 ieri, 0 su 5 da tre) e la testa (5 falli a 6'dalla fine). Non bastasse, lo affianca negli ultimi tempi un Vidlli irritante per presunzione e assurda pervicacia nel cercare soluzioni a effetto. A questo punto, la società dovrebbe decidersi al gran passo: tagliare Evans e cercare in giro per il mondo, anche se non è facile, un vero pivot, utile tra l'altro a dare flato a Koplcki e Bargna (che sembra già aver esaurito la benzina) ed a riassestare una squadra di «fuori ruolo», n tutto prima che sia troppo tardi. E dopo aver spiegato a Vidlli che non gioca negli Harlem Globetrotter. L'operazione, è vero, costerebbe una robusta manciata di dollari Ma in ogni caso molto meno, del miliardo, alméno, che l'Ipifim, inteso come sponsor, taglierebbe in caso di retrocessione. Un altro problema, secondarlo però, è legato ad Asti, portatore di un verbo cestistico che negli ultimi tempi molto si avvicina alla nostra personale Idea di confusione. Tra le altre cose, non s'è capita la mossa circense di lanciare nell'arena il gladiatore Fuss a tre minuti dalla fine (sul 6984). Altrimenti, prepariamoci a tenere il fiato fino all'ultimo giorno di campionato. Con la magra consolazione di ammirare Morandotti come un fiore nel fango. Splendido anche ieri (31 punti, 5 rimbalzi, 6 palle recuperate), l'angelo biondo deve aver definitivamente incantato perfino Sandro Gamba. E si è confermato un vero capitano, capace di giocare con determinazione su ogni palla, di non tirarsi mai indietro, come non sanno e non vogliono fare altri suoi compagni, che pure in caso di retrocessione non troverebbero certo Milano, Bologna o Pesaro pronte ad offrirgli un galattico ingaggio.
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