«Bombe chimiche», rischio anche per le assicurazioni di Giuseppe Alberti

«Bombe chimiche», rischio anche per le assicurazioni «Bombe chimiche», rischio anche per le assicurazioni In Italia potrebbero essere risarcite da 12 a 18 milioni di persone però, pagati soltanto per «incidenti» derivanti da una guerra I danni sarebbero, «non dichiarata» Un'ipotesi di «grande rischio» pesa sulle compagnie di assicurazioni: l'«atomica dei poveri», cioè la bomba chimica. Tenendo infatti conto delle polizze individuali, cumulative e del «correntista» bancario dove, spesso, opera un'assicurazione del genere, le persone coperte dai rischi e dagli infortuni di questa «bomba» non sarebbero meno di 12 milioni, che salgono a 18 milioni circa se si affiancano anche le polizze sulla vita (la gran parte degli assicurati abitano nel Centro-Nord d'Italia). L'esplosione di una «bomba» di questo tipo farebbe scattare le garanzie di polizza poiché non poche assicurazioni estendono la copertura agli infortuni derivanti dall'asfissia (non di origine morbosa), dagli avvelenamenti acuti, da ingestione o da assorbimento di sostanze tossiche. L'introduzione nel nostro mercato assicurativo di queste particolari condizioni è di qualche anno fa, sull'esempio di quanto avviene in altri Paesi, dove la ricerca di sofisticati meccanismi assicurativi è all'ordine del giorno. La novità era stata accolta dai nostri assicuratori quando nessuno si sarebbe mal sognato che, in contrapposizione alle bombe atomiche, in taluni Paesi poveri fossero fabbricati ordigni chimici (fosgène e cloro, acido cianidrico, eccetera). Sull'onda di queste incognite, non è improbabile che le imprese assicuratrici rivedano i loro «prodotti», almeno per quanto riguarda 1' «ingestione-assorbimento» di sostanze. Qualche cosa di analogo era già accaduto subito dopo l'ultima guerra mondiale, quando le superpotenze trasferirono l'attività atomica bellica anche nelle industrie civili: le compagnie di assicurazione si affrettarono a chiarire che fra 1 rischi esclusi vi erano quelli derivanti da 'trasformazioni o assestamenti energetici dell'atomo, naturali o provocati, e da accelerazioni di particelle atomiche (fissione e fusione nucleare, isotopi radioattivi, macchine accelerataci, raggi X, eccetera): Un cavillo potrebbe, però, giocare a favore delle compagnie: nelle polizze Infortuni, Infatti, si escludono 1 sinistri causati da una guerra. Ma il «conflitto» deve essere «dichiarato» o basta una forma di belligeranza provocata, ad esempio, da un incidente diplomatico? Ai fini assicurativi, molti esperti asseriscono che per «guerra» si intende soltanto quella 'dichiarata». Quindi, nella sfortunata ipotesi che un ordigno chimico colpisca un Paese in una fase di 'guerra non dichiarata», le vittime andranno risarcite. Sempre in tema di «rischi chimici», è interessante esaminare i risvolti assicurativi nel campo degli inquinamenti. Chi, per esempio, ha abituato il proprio corpo all'assimilazione di sostanze velenose, come l'acqua all'atrazina, non potrà contare sulle polizze infortuni poiché, secondo la prassi, si tratta di "ingestione lenta e prolungata». Al contrario, può esser ritenuto «coperto» da polizza chi, poniamo, beve acqua all'atrazina per la prima volta accusando danni fisici L'assicurazione per la «responsabilità civile» verso terzi acquista pieno valore quando, per ipotesi, l'ospite beve involontariamente acqua «trattata» con diserbanti velenosi. Sempre in tema di «RC Terzi», 1 danni cagionati ad altri sono indennizzabili' solo nel caso che il fatto sia dovuto ad incidente e non quando, come spesso avviene, gli scarichi chimici vengono effettuati volontariamente: se da una conduttura di sostanze nocive esce, per lo scoppio di un tubo, liquido che inquini una falda acquifera, la compagnia risarcirà il danno ma se, viceversa, lo scarico è voluto, oltre alle conseguenze penali, al responsabile spetterà anche l'onere del risarcimento dei danni. Le grandi industrie occidentali, interessate alla fornitura di materiale a Paesi produttori di sostanze tossiche; sono ampiamente assicurate per ogni tipo di danno procurato ad altri, mentre non risulta vi siano compagnie disposte ad assicurare stabilimenti del genere costruiti ih certi Paesi mediterranei Per^ fino le più modeste polizze per scambi commerciali, le cosiddette «fidejussionl», non sono gradite agli assicuratori, anche se il Paese dovè gravita la garanzia è ricco di petrolio. '<" Giuseppe Alberti

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