Allarme per il Mar Ligure «Le Posidonie muoiono»

Allarme per il Mar Ligure «Le Posidonie muoiono» A causa di reti a strascico, discariche e porti Allarme per il Mar Ligure «Le Posidonie muoiono» Sono vere foreste sottomarine che forniscono ossigeno all'acqua e all'aria IMPERIA — Sono le foreste del mare e, come i boschi sulla terraferma, svolgono un ruolo fondamentale nell'ossigenazione dell'aria e dell'acqua (inoo ciuffi verdi producono ogni ora 1200 centimetri cubici di ossigeno per metro quadrato): ma pochi conoscono l'importanza delle praterie di Posidonia Oceanica, pianta marina tipica del Mediterraneo che sta scomparendo dal Mar Ligure per l'azione distruttiva di reti a strascico e proliferazione di discariche e porti. L'allarme arriva dal Gruppo di Biologia Marina della Società subacquei piemontesi di Torino che, con il dipartimento di Biologia animale dell'Università e il Coordinamento ecologico imperiese (aderiscono undici associazioni naturalistiche della provincia) ha realizzato una mostra fotografica su questa 'risorsa in pericolo» e sulla necessità di proteggerla prima che sia troppo tardi. La Posidonia preserva le spiagge e i litorali dall'erosione, costituendo un potente sistema frenante di onde e correnti. Offre rifugio, difesa e terreno riproduttivo a nu¬ merose specie vegetali e animali: 'Attorno ad essa ruota una ricca comunità ecologica», osserva il prof. Massimo Vetere, coordinatore del Gruppo di biologia marina. Questa pianta ha un rapporto di interdipendenza con le specie animali che la popolano: 'Sulle sue foglie vivono alghe e microrganismi che sono cibo per piccoli crostacei e gasteropodi o vi si attaccano uova di molti animali. Il sottobosco offre riparo a molluschi, pesci e crostacei, che sì nutrono delle foglie o dei detriti; precisa la dottoressa Pessani, che dirige il dipartimento di Biologia animale dell'ateneo torinese. Accusa il prof. Arcangelo Tagarelli, della sezione Italia Nostra di Imperia: •Distruggere le praterie con discariche come è accaduto a Ospedaletti e Sanremo, o con la costruzione di porti turistici (Loano e, verosìmilmente, Santo Stefano al Mare, dove era prevista la creazione di un parco sottomarino}, significa distruggere un complesso ecosistema». L'esperienza francese, prima che nell'83 entrasse in vigore la legge per la tutela del¬ la Posidonia, è emblematica: nel dipartimento Bouche du Elione, l'impatto delle 43 opere costruite sul mare ha devastato il 33% del piano litorale (39.847 ettari); in quello del Var (71 opere realizzate) è stato alterato profondamente il 6,47% del piano infra-litorale (20.341 ettari fra 0 e 20 metri di profondità); e nella zona costiera delle Alpi Marittime, altre 43 opere ne hanno distrutto irreversibilmente l'8,6%. 'Ma la Liguria non ne ha tratto insegnamento; commenta Tagarelli. La situazione, per il momento, non è compromessa: «Le praterie sono in diminuzione, ma ancora riescono a svolgere una funzione vitale», conferma. Lungo l'arco ligure, sono disseminati non meno di 60 banchi di Posidonie, concentrati a Santo Stefano al Mare. Ma fino a quando? Nel Golfo Dianese, dove proprio i subacquei piemontesi hanno scoperto una prateria a cordoni, da 9 a 15 metri di profondità e a 800 metri dalla riva, a Bergeggl, tra l'isolotto e Spotomo, e sulla Riviera di Levante, nel Golfo Paradiso e nel Tigullio, sino a Sestri. Stefano Delfino

Persone citate: Arcangelo Tagarelli, Dianese, Stefano Delfino, Tagarelli

Luoghi citati: Imperia, Italia, Liguria, Loano, Ospedaletti, Sanremo, Santo Stefano Al Mare, Torino