Sognavano un colpo da un miliardo di Vincenzo Tessandori

Sognavano un colpo da un miliardo Era il «carico» che il furgone blindato portava il giorno prima della rapina Sognavano un colpo da un miliardo Ieri a Vercelli ì funerali dell'appuntato Salvatore Vinci, ucciso dai colleghi-banditi • Il comandante dell'Arma, Jucci: «Troppe tentazioni per i giovani carabinieri fuori della caserma, non esiste più il maresciallo-chioccia» DAL NOSTRO INVIATO VERCELLI — E* un silenzio profondo, assoluto. Sei carabinieri portano a spalla la bara di Salvatore Vinci, coperta dal tricolore e un cuscino di gerbere bianche. E sopra, il berretto nero con la fiamma. E" un funerale di Stato per questo appuntato ucciso da altri carabinieri diventati rapinatóri e assassini. Ma lo Stato è quasi assente, come se fosse imbarazzante esser qui per un'altra brutta storia che coinvolge l'Arma. I carabinieri di qui si sentono ancora più a disagio e sentono la curiosità, gli occhi di tutti addosso. La bara esce dalla camera ardente dove l'hanno vegliata i commilitoni e la folla si allarga. Accant è parcheggiata la Toyota marrone di Maurizio Incaudo, he ormai fallito 11 colpo si è ucci/so per non farsi arrestare: U lunotto in frantumi è i! segro iella tragedia che si è consumata, all'alba di sabr \o nella campagna ai conQm d >lj& Baraggia, venti chilometr ti^yqtcè'BL Trenta^.! anni, di Bidoni di Oristano, sposato con una figlia di 11 anni, Vinci era al reparto operativo da una decina d'anni Ora, d-lla Sardegna sono arrivati i genitori e piangono in silenzio, «ci pudore di gente che ha, comunque, timore di dar noia. La moglie, Wanda Rege, 34 anni, sviene al momento di entrare nella chiesa barocca di Santa Agnese. 'Fratelli e sorelle, lasciate che la giustizia faccia il suo corso, però lasciamo spazio nei nostri cuori per la misericordia e il perdono;, invita con vóce rotta l'arcivescovo Albino Mensa. E il perdono, ricorda, dev'essere 'il più ampio e generoso». Le 15,50, la cerimonia procede a singhiozzo perché si attende l'arrivo di qualcuno. Lo Stato è rappresentato dall'onorevole Gianfranco Astori, democristiano sottosegretario ai Beni Culturali, sindaco di Varallo Sesia. E, finalmente, arriva anche 11 generale Roberto Jucci, comandante dell'Arma: in mattinata era a Catania per un vertice sulla mafia. In caserma, la stessa da cui sabato all'allarme per la rapina era partito Vinci col maresciallo Antonio Scino, il generale fa una dichiarazione e la fa tutta d'un fiato. Cerca di rispondere alla domanda più ovvia e più difficile: che cosa è successo? Perché i carabinieri rapinano, uccidono? Dice Jucci: 'Il progresso, il desiderio da parte di tutti di avere, giustamente, quello che gli altri hanno, la libertà di vivere che, purtroppo, in questa società che tutto chiede può portare a queste si¬ tuazioni*. Le tentazioni, dunque. Troppe e troppo forti, che arrivano dall'esterno della caserma, dove i carabinieri, in passato, erano costretti ma anche protetti. 'Non c'è più, come una volta, il maresciallo chioccia che teneva sotto le sue alii giovani*. E non c'è più l'obbligo di uscire in divisa e non allontanarsi dai confini del distretto. 'Lavorano sei ore, a volte anche di più, corto, ma chi li controlla, dopo?'. E allora, quali rimedi? Jucci lo ignora. E azzarda: «Ci affideremo a un'equipe di psicologi, ho in mente qualche nome, speriamo ci dicano di sì. E poi aumenteremo i controlli alle selezioni. Che altro possiamo fare?'. In tre, per 150 milioni in contanti e 67 fra assegni e vaglia, sabato hanno deciso di correre il rischio di bruciare la propria vita: Incaudo, appunto, e poi Alessandro Chieppa, 25, in servizio alla stazione di Varallo, in permesso a Torino da pochi giorni perché il padre è grave; e Geraldo Mocciola, 26 anni, tappezziere, già allievo poliziotto, conosciuto come uno sfegatato ultras della Juventus, coinvolto in rissa da stadio. Incaudo si è sparato alla tempia destra sabato a mezzogiorno, un attimo prima di essere catturato nel capannone dove si era rifugiato coi complici; la fuga degli altri è durata fino alla mezzanotte: nascosti nella macchia e attraverso i campi. Hanno chiesto un passaggio a una coppia di fidanzati che li hanno riconosciuti e denunciati. Da ieri mattina sono accusati di concorso in omicidio e tentato omicidio, e rapina. Per tutta la mattina, ieri, il sostituto procuratore Luciano Scalla ha interrogato Mocciola. E Mocciola ha voluto dare l'impressione di essere un pentito vero. Ha ammesso le proprie responsabilità, non ha cercato attenuanti 'Come abbiamo pensato al colpo? Mah, così senza accorgercene un mese e mezzo fa ci siamo trovati tutti e tre a parlare di una rapina*. L'obiettivo, forse, era il tesoro che il furgone portava il giorno prima: un miliardo. Al loro occhi pareva un piano perfetto. Ma non avevano previsto tutto: non avevano pensato che la scorta potesse dare l'allarme; non si sono accorti che alcuni cacciatori non solo li hanno visti aprire 1 sacchi ma addirittura hanno notato che uno, Chieppa, si era ferito ad una mano. Non hanno infine previsto quello che pensavano il maresciallo Scino e l'appuntato Vinci mentre accorrono sul luogo della rapina: -Prenderanno strade secondarie*. E così vengono sorpresi. E così si bruciano quattro vite. n dottor Scalia è ancora provato quando racconta: «A Vinci hanno sparato in modo proditorio, da Caino-. E' Incaudo che con la Beretta d'ordinanza fa fuoco direttamente dalla tasca. Tre colpi, al torace di Vinci; poi un quarto, col fucile Spass Franchi a pompa. Chieppa e Mocciola, che son fermi a una cinquantina di metri accanto alla loro auto, si gettano su Scino. Si spara dall'una e dall'altra parte, il sottufficiale si salva gettandosi nei campi, poi uno scuolabus lo toglie alla vista dei banditi. Il cerchio si chiuderà a notte. Rimangono le armi: i banditi avevano un mezzo arsenale. Le pistole di ordinanza di Incaudo e Chieppa, un fucile a canne mozze, uno a pompa, una Python 357, una Beretta modello 34 con matricola abrasa. I fucili e la Python li avrebbero avuti dal titolare di una paninoteca di Varallo che, sentito, ha raccontato: 'Volevano ì fucili per andare a caccia di cinghiali*. E i carabinieri-banditi avevano il porto d'armi per la caccia. Domani verrà interrogato anche Chieppa. Poi forse, tutto sarà chiaro. Vincenzo Tessandori

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