Preso Berja, calpestai i suoi occhiali di Lia Wainstein

Preso Berja, calpestai i suoi occhiali URSS: IL GIORNALISTA BURLACELI SVELA RETROSCENA DI KRUSCIOV E ANDR0P0V Preso Berja, calpestai i suoi occhiali Nel mensile Novij mir dello scorso ottobre, che ha la doppia caratteristica di esseire sia l'ultimo numero finora pervenutoci, sia il numero la cui copertina originaria recava l'annuncio, tosto rimosso, Ideila pubblicazione, nel 1989, di Solzenicyn, è uscita la prima parte di un libro sugli Anni Cinquanta e Sessanta, Dopo Stalin - Appunti sul disgelo politico, in cui il noto giornalista sovietico Pjodor Michajlovic Burlacldj intreccia j l'autobiografia con le vicende ; patrie. Nato nel 1928, -Chia>rnato Fjcdor in onore di Friedrich Engels» (sic) Burlackij, ; cresciuto in una famigli^ de1 vota a Lenin ma ostile alle regressioni staliniane, inter, rompe gli studi perché, dopo ! la morte del dittatore, è chiajmàto a collaborare alla rivi' sta Kommunist. ! Lavora poi cinque anni nel1 l'apparato centrale del partiSto, due anni alla Pravda e ^quindici nella scuola del parjtito. Da questa posizione pri; vilegiata osserva molti dei • principali esponenti de ila p o - • litica sovietica, mentre il suo ««istinto di autoconservazione scarsamente sviluppato» gli infonde la convinzione di trovarsi -nell'alveo delle correnti più progressive del Paese». E insieme gli sembra di partecipare ad un gioco, come se quanto sta avvenendo non sia reale, ma dipenda da qualche accordo segreto e come se ognuno reciti una sua parte. Diventato collaboratore di Andropov per la redazione dei discorsi, Burlacldj ne apprezza «il sorriso bonario, i grandi, belli e luminosi occhi azzurri dallo sguardo penetrante e fermo, la fronte enorme, il naso robusto e imperioso, le grosse labbra, il mento spaccato... insomma tutta la grande e massiccia figura che dal primo sguardo incuteva fiducia e simpatia». Ormai consulente presso l'uomo che sarà per anni capo del Kgb e segretario generale del pcus dopo Breznev, Burlacldj al Cremlino sente Kruscev che, gesticolando con un bicchiere di cognac, racconta davanti à duecento persone come, dopo la morte di Stalin, organizzò l'arresto di Berija. A tale fine, dovette convincere Vorostlov, Kaganovic e Mikojan. Fu decisivo il ruolo del maresciallo Zukov e dei suoi ufficiali: condussero Berija fuori dalla sala dove era riunito il praesidium, poi: -Gli levammo il pince-nez, lo calpestammo, tagliammo i bottoni dei pantaloni e alle tre del mattino lo portammo via». Di particolare interesse, nella rievocazione di Burlacldj, è il suo viaggio, in qualità di speech-writer, con la delegazione sovietica al congresso del partito in Albania nel 1960.1 preparativi furono meticolosi perché Andropov era pignolo e perché era noto l'atteggiamento ostile di Hoxha e del suo collaboratore Mehmet Shehu verso l'ultimo congresso del pcus (il XXI). Il leader albanese versa qualche lacrima mentre legge il suo rapporto traboccante d'insulti, scoppiano gli applausi, i sovietici, suscitando una reazione indignata, si astengono, e si sentono come -In una fortezza assediata». Burlackij, benché sconvolto, quando vede Andropov in un abito nero con un lungo mantello nero, non si trattiene dal dirgli: -Oh! Vestito cosi, lei è un tipico pastore!». I soli occhi tradiscono l'offeso Andropov. > Per cancellare le amarezze di Tirana, al ritomo si fa tappa in Ungheria. Qui Burlacldj, rinunciando al suo tono disinvolto, trova parole commosse per Andropov, che pochi anni prima era stato ambasciatore sovietico a Budapest durante i sanguinosi eventi del 1956, quando, secondo la formulazione del giornalista, -aveva avuto un ruolo cosi eccezionale per un ambasciatore nel trovare una soluzione costruttiva per ardui problemi Ho visto con quanta genuina cordialità i dirigenti ungheresi accolsero Andropov, ed ho sentito, quando lui disse qualcosa in ungherese, con che gioia essi reagirono nell'udire la loro lingua sulle sue labbra». Nel tracciare questo non imparziale profilo dell'ex marinalo della Volga, che tra le varie importanti cariche rivestite fu anche il protettore di Gorbacev, Burlackij ne pone in rilievo il grande rigore morale: beve poco, in Jugoslavia la delegazione sovietica è invitata al night, ma saputo che vi sarà uno strip-tease, Andropov si allontana subito, ma permette ai collaboratori di trattenervisi. Era in genere un puritano, non tollerava né i film eròtici né gli scherzi audaci, ed era a disagio quando Kruscev beveva, raccontava barzellette volgari o usava termini pesanti Ma Burlackij, nel fare un confronto tra il suo ammirato capo e Kruscev non risparmia a quest'ultimo critiche assai più gravi: ha fatto le cose solo a metà nel denunciare il culto della personalità e i crimini di Stalin negli Anni Trenta, intralciato com'era dalle proprie responsabilità nelle persecuzioni contro i quadri del partito in Ucrania e a Mosca. E, peggio ancora, «nel denunciare al XXII congresso del pcus (1961) Molotov e Kaganovic per aver percosso i quadri negli Anni Trenta, Kruscev si mostrò reticente sia sulla partecipazione di Mikojan, che in seguito doveva diventare un suo fedele alleato, sia sugli anni della collettivizzazione, in quanto era coinvolto personalmente negli eccessi di quel periodo». Lia Wainstein

Luoghi citati: Albania, Budapest, Jugoslavia, Mosca, Tirana, Ungheria, Urss