La bizzarra pinacoteca di Occhetto di Livio Zanetti

La bizzarra pinacoteca di Occhetto E' possibile far coesistere Washington e Lenin, Togliatti e Brandt? La bizzarra pinacoteca di Occhetto Nella sala riunioni delle Botteghe Oscure, al tempo di Togliatti, c'erano cinque quadri appesi al muro: Marx, Engels, Lenin, Stalin e Gramsci. Longo ci aggiunse Togliatti. Berlinguer, Longo: Natta, Berlinguer, e mise in ombra Stalin. Ogni tanto qualche quadro spariva e ne arrivava qualche altro. Adesso, con Occhetto, si preannuncia un'intera pinacoteca: Locke, .Montesquieu, ' Washington, Mirabcau, BabeUf (forse), Bentham, i due Mill, Marx, Engels, Lamennais (perché no), Tocqueville, Labriola, Plekanov, Lenin, Gramsci, Togliatti, Longo, Berlinguer e per finire, a coronamento della prestigiosa sequenza, Kurt Schumacher e Willy Brandt. Dopo aver fatto pace con la Gironda e col Direttorio, infatti, il segretario del pei aspira a un sodalizio con la social¬ democrazia, proprio lei, quella che fino a poco tempo fa stava relegata insieme con Kautsky nella spazzatura della Storia. Ora è stata ripulita. Non più in cantina tra i rifiuti ma su, nella «casa comune». Così almeno assicurano gli esperti. E' una buona notizia. Però: si può eleggere domicilio nella casa di Kerensky conservando la residenza in quella di Lenin?.Si può sposare la Seconda Internazionale senza aver prima ripudiato la Terza? Si può arrivare fino a Bonn senza allontanarsi più di tanto da Livorno? E' l'elegante sciarada che il nuovo intraprendente segretario si trova a dover sciogliere. E non è mica una sciarada semplice. D'accordo che le astuzie della ragione sono molte, e piuttosto mirabolanti, ma qui siamo di fronte a un ostacolo pressoché insormontabile; si tratta di commettere il massimo dei sacrilegi, far fuori il Papa per mettersi con la figlia dell'Eresiarca, e magari senza farsene accorgere. Occhetto se ne rende conto, smaliziato com'è, e ha deciso di superare l'ostacolo aggirandolo. In che modo? Azzerando la storia. Non proprio tutta, solo quella della sinistra europea. Con un ragionamento elementare: la sinistra è in crisi, ha sbagliato quasi tutto e deve rifare ogni cosa; ma in questo generale grigiore che senso ha mettersi a distinguere fra mucche bianche c mucche nere, socialdemocratici e comunisti, Livorno e Gottinga, Terza e Seconda Internazionale e via di seguito? Tiriamoci su le maniche e ricominciamo daccapo tutti insieme, chi ha avu¬ to ha avuto e chi ha dato ha dato, lasciamo perdere il passato che, come dicono i cinesi, è imprevedibile e occupiamoci del futuro che dopo tutto è più transitabile del presente. Domani è un altro giorno, come diceva Rossella O'Hara. C'è qualcosa di disperato in questa sortita, ma anche del lucido coràggio, e perfino qualche chance di successo: perché è vero che la sinistra ha poco da guadagnare tornando sempre sui suoi passi, e le conviene scommettere sul futuro. Ma un futuro significa un programma, credibile, che al' momento non si intravede proprio, mentre è l'unica cosa di cui la gente sente urgente necessità c su cui è disposta a fare aperture di credito. Altrimenti, con tutti quegli antenati, c'è il rischio di arrivare nudi alla meta. Livio Zanetti

Luoghi citati: Bonn, Livorno, Washington