«Il mio Byron, guerriero mancato»

«Il mio Byron, guerriero mancato» Corrado Pani parla del dramma di Cimnaghi che interpreterà a Ravenna il 7 febbraio «Il mio Byron, guerriero mancato» Prodotto da VenetoTeatro, lo spettacolo mette in scena il poeta, le sue donne e le sue utopie rivoluzionarie - Sarà diretto da Luigi Squarzina che annuncia: «Sarà la mia ultima regia, mi fermerò per lavorare alla mia nuova commedia» ROMA — L'unico Doge di Venezia — Marino Fallerò — che nella Galleria del Palazzo Ducale appare nascosto da un velo nero, perché morto decapitato, avrà il volto di Corrado Pani nello spettacolo Lord Byron prova la rivolta allestito da Luigi Squarzina. -Ancora oggi — sottolinea Corrado Pani — nella galleria veneziana viene curiosamente rispettata la sentenza nella quale si ordinava che il ritratto del Doge Faliero fosse per tutto il resto della storia esposto con il volto coperto. In questa novità italiana di Roberto Cimnaghi recito Byron e il "suo" Faliero. E' un'esperienza interessante con tutti i rischi che comporta un testo-novità, d'altra parte sono proprio queste scelte che stimolano la professionalità di un attore. Forse l'anno prossimo farò il Mercante di Venezia, ma oggi ciò che più mi affascina è recitare Marino Faliero come l'avrebbe recitato Byron». Nello spettacolo proposto da VenetoTeatro il protagonista è circondato da quattro delle duecento donne che hanno affollato la vita di Byron e che adesso riproducono altrettante situazioni: dalla sensuale Margarita, la fornarina veneziana impersonata da Alessandra Giacomiri, ad Anna Isabella (Licinia Lentini) che l'ha sposato; dalla incestuosa e tormentata sorellastra Augusta (Margherita Guzzinati) all'amante romagnola Teresa Cuccioli (Tiziana Bagat ella), moglie di un nobile di Ravenna. Ed è proprio a Ravenna, dove George Gordon Byron risiedette a lungo, che andrà In scena 11 7 febbraio, in prima nazionale, lo spettacolo di Luigi Squarzina e in coincidenza del debutto ufficiale si terrà una grande mostraconvegno sull'irrequieto e leggendario poeta morto nel 1824 a soli 36 anni. Osserva Roberto Cimnaghi: «Sebbene il soggiorno ravennate sia storicamente legato ai rapporti amorosi con la contessa Guccioli e alla cospirazione carbonara di Byron, l'azione drammatica è concentrata a Venezia, dove Byron soggiornò prima di partire da Genova per la Grecia dovepoimorì. Questa ambientazione veneziana non impedisce a Byron di evocare l'Inghilterra, i carbonari romagnoli e la situazione storica del momento». -Originariamente — aggiunge — avrei voluto rappresentare il Marino Faliero di Byron, ma è uno di quei testi impossibili da rappresentare, se non riscritti. Tanto è vero che in Inghilterra il Fallerò venne rappresentato una sola volta. Ed allora ho pensato che in fondo, nelle ambizioni di Marino Faliero di diventare un "signore di Venezia", c'eraildramma di Byron che voleva essere popolare e nel medesimo tempo si sentiva un aristocratico: "Va bene la rivolta popolare, ma la comando io che sono un aristocratico!". E così è nato questo testo nel quale Byron sogna e si riflette nelle ambizioni di Faliero». Nell'attuale fase di allestimento (dopo un mese di prove romane la compagnia di VenetoTeatro si è adesso trasferita a Rovigo dove terrà un'anteprima martedì prossimo al Teatro Sociale) il più entusiasta dello spettacolo appare il regista Luigi Squarzina che nella corrente stagione ha già messo in scena Sul lago dorato, con Emesto Calindrì e Olga Villi, e Tutto per bene con Glanrico Tedeschi. -Dopo Byron mi fermo — precisa Luigi Squarzina — perché devo finire di scrivere una mia nuova commedia. Comunque questa proposta di VenetoTeatro mi stimola molto perché viene incontro ad un tipo di ricerca che ho già fatto altre volte: la crisi dell'autore (Byron) di fronte ad una sua opera (Marino Faliero). Due spettacoli uno dentro l'altro: il dramma romantico di Byron e la tragedia trecentesca di Faliero. La vita dei due si illumina vicendevolmente e nel testo di Cimnaghi affiora il dùbbio di Byron di diventare uomo d'azione o di rimanere solo poeta». e.b.