Le lettere della domenica di Gianni Ghirardini

Le lettere della domenica Le lettere della domenica Un voto«caro» perBresci n sottoscritto, insegnante statale, desiderando partecipare a Commissioni d'esame presso scuole secondarie italiane all'estero secondo le vigenti disposizioni ministeriali, non ha potuto inoltrare regolare domanda in quanto non in condizione di soddisfare la clausola che recita: «che non sussistono a carico del richiedente procedimenti definitivi ò procedimenti in corso di ordine disciplinare o penale'. n richiedente, infatti, ha da circa due anni ormai una spada di Damocle pendente in quanto imputato—assolto e poi reimputato — per aver espresso voto favorevole, nella sua qualità di consigliere comunale (al tempo), per la concessione di uno spazio pubblico ove erigere il monuménto al gesto di Gaetano Bresci. Quale giustizia potrà pagare i danni morali e materiali che si trascinano, da anni, per i 29 imputati? Sarebbe stato logicò che: ò fosse stata accettata la sentenza del giudice istruttore assolutoria in quanto il fatto non costituisce reato.o che, accolta l'opposizione del p.m., gli imputati fossero stati, una volta per tutte, rinviati a giudizio. Mantenére in attività un'altalena al solo scopo di guadagnare tèmpo non giova all'immagine di una giustizia praticata in imo statò democratico. Lo scrìvente si rende conto che ci sono casi giudiziari di ben maggiore importanza, ma non si spiega come una situazione di poco conto possa limitare la libertà del singolo. • prof; Riccardo Canesi I.P.C. «L Einaudi» Carrara Un amico deluso Ho passato le feste natalizie a Torino, giungendovi in auto per il Monginevro: francamente mi sono stupito, dopo Salbèrtrand, di ritrovare l'antica straducola da.Terzo Mondo che porta a Susae poi a Torino, sempre come trenta anni fa. L'unica differenza, una congestione paurosa di Tir e di auto, costretti a una lenta discesa ai ritmo di una processione. E' mai possibile che l'autostrada cosiddetta del Frcjus, tanto promessa, dai lontani governanti romani, non riesca ad essere costruita più sollecitamente? Qui in Spagna prima hanno fatto le autostrade che scendono dalla frontiera pirenaica, per invogliare i turisti stranieri ad affluire, poi quelle interne; l'Italia facendo 11 contrario presenta un bel misero biglietto da visita allo straniero che vi entra per la Val di Susa. Trovo anche che Torino dà l'impressione di una città malcontenta della situazione di isolamento in cui si dibatte; in materia di circolazione urbana pare non conosca quel sistema di sottopassi ai crocevia in uso nelle maggiori città europee per sveltire il traffico: qui a Barcellona sono frequenti e permettono di attraversare la città (1.500.000 di abitanti) da Nord a Sud in pochi minuti. Gian Filippo Moreja Barcellona Venderei un mio rene... Leggo che il signor Giorgio Brumat dell'Associazione nazionale donatori di. organi critica la volontà di una «signora di Rimini» che per necessità offre il suo rene perla somma di 200 milioni. Chiedo: in caso di bisogno dare un pezzetto del proprio corpo è un reato? Vorrei non essere frainteso, ma sono della stessa opinione della signora di Rimini; certo che se mi offrissero un'occasione simile la accetterei per due ragioni: una per salvare una vita infelice e l'altra per sistemare la mia famiglia. Visto che viviamo in una Nazione democratica esprìmere il proprio pensiero penso sia cosa lecita. Piero La Cava, Novara Le cassette per le pile Ho trovato nelle strade di Rapallo delle cassette color giallo, da utilizzarsi per gettare le pile elettriche usate, La cosa è lodevole, perché è noto che le pile, quando, non vengono raccolte, costituiscono un danno, a parte il fatto che le pile usate possono costituire un vantaggio per chi le riutilizza. Proporrei che l'uso di queste cassette venga diffuso ovunque. Giulio Levi, Milano Perché «no» alla trasfusione La morale cattolica ha recentemente equiparato la contraccezione all'omicidio, anche in caso di pericolo che il nascituro contragga l'Aids, e ha insegnato che in caso di gravidanza difficile, in condizioni estreme, tra la madre e il bambino si deve scegliere il bambino. Chi si sente di giudicare una coppia di cattolici che, nel rispetto della proibizione del contraccettivo e non essendo in grado di praticare l'astensione, rischia di prolificare oltre misura? O la donna cattolica che sceglie di morire,- -piuttosto che abortire? La morale laica riconosce che immolare la propria vita sull'altare di certi ideali è un nobile gesto. In entrambi i succitati casi possiamo stentare a capire; tuttavia il riconoscimento delle altrui convinzioni c'impone di tacere rispettosamente. Una legge biblico-cristiana proibisce l'assunzione di sangue in qualunque forma, in quanto Dio ha scelto illiquido ematico per rappresentare il principio vitale; e l'ha reso proprio, col diritto sovrano (è il Creatore) di stabilire che cosa sia giusto o ingiusto farne. Per alcuni questa è una interpretazione della Scrittura, ma fa ciò nondimeno parte di una morale religiosa e chi ne è animato merita rispetto. Così còme, in genere, ammiriamo il cattolico disposto ad arrivare fino alle più estreme conseguenze pur di non tradire la sua fede e il laico i suoi ideali (ripeto, anche se si può stentare a capire), si rispetti almeno il Testimone di Geova in quella che è la sua scelta, anche estrema, a proposito del rifiuto del sangue. Alberto Bertone Rappresentante stampa dei Testimoni di Geova. Torino Non occupate quel parcheggio A causa di un incidente automobilistico mi porto dietro una paraplegia agli arti inferiori che mi costringe a vivere in carrozzina. Non ho avuto problemi a rientrare nel mondo dei «vivi» ed ho mantenuto per fortuna anche il mio lavoro: alle Poste in via Nizza. Ho una macchina che mi consente di potermi spostare liberamente ma i problemi vengono al momento di parcheggiare. Penso che la gente non abbia capito quanto sia importante quello spazio riservato al «nostro» parcheggio e che tale spazio debba essere lasciato libero anche di notte. _ Oreste Fedeli, Torino Un «creditore» delle ferrovie Faccio riferimento alla richiesta di indennizzo da parte delle Ferrovie dello Stato nei confronti del vedovo di una donna morta suicida. La cifra di 180.000.000 di lire sarebbe basata sulla considerazione che ogni minuto di ritardo avrebbe il valore di un milione di lire. Io, come pendolare, che usufruisce ogni giorno, per motivi di lavóro, del «prezioso» servizio delle F.S., costretto ogni giorno a corse trafelate per recuperare, almeno in parte, il quarto d'ora cronico (quando va bene) di ritardo con cui il mio treno giunge a destinazione, dovrei essere creditore di circa cinque miliardi di lire nei confronti di detto Ente. Marco Molosso, Imperia Un crocifisso offensivo Un fotogramma blasfemo di Paolo Villaggio è stato pubblicato con compiacimento da un rotocalco, il pingue comico vi appare seminudo in croce, come Nostro Signore, incoronato di spine e sovrastato dalla iscrizione «INPS» (invece di INRI). L'Immagine trasuda scherno. La cosiddetta morale laica rivela qui il suo vero obiettivo: profanare fin nei più intimi valori un'umanità resa condiscendente e inoffensiva dall'insinuante e subdola parola d'ordine della «tolleran- za*- Gianni Chiostri, Torino L'affìtto degli «autonomi» Ancora una volta sono stati prorogati gli sfratti commerciali, indiscriminatamente. Continua ad essere così vanificata la sentenza delia Corte Costituzionale. Una sostanziosa parte di •lavoratori autonomi» continua a pagare, ancora dopo tanti anni e per gli immobili nei quali traggono quei redditi che ad oggi sembra non essere possibile ben accertare, degli affitti che fino allo scorso anno erano inferiori a quelli pagati da tante famiglie per l'abitazione e che quest'anno solo in alcuni casi potrebbero essere di poco superiori. Giovanni Berlin, Mestre Iva e affari dei rappresentanti Ritengo utile una precisazione per quanto riguardala posizione dei rappresentanti di commercio e altri intermediari ai fini di una più equa valutazione delle cifre evidenziate sul libro bianco dell'Anagrafe Tributaria. Esse indicano per tali categorie un volume di affari medio mensile di L. 2.350.000 per i soggetti al regime forfettario e di L. 4.300.000 per i soggetti al regime ordinario. il fatto da chiarire è che dette cifre non si riferiscono all'ammontare delle vendite effettuate per conto delle case, bensì alle provvigioni o commissioni relative, le quali variano in genere dal 2 al 10% dell'ammontare stesso, a seconda dei settori e dei beni trattati, con una media che si può ipotizzare intorno al tasso <vel 5%. Ne risulta che un intermediario, per poter realizzare i volumi di affari succitati, deve conseguire vendite mensili rispettivamente per L. 47 e L. 86 milioni, dati questi notevolmente superiori a quelli di molte altre categorie di contribuenti e che non mi sentirei di definire, miseri. Leoni.Ferrasti, Torino Disinformazione più «sottile» A proposito dell'articolo •Vi salveremo dagli stregoni» comparso su «La Stampa» di domenica 15 gennaio, vorrei segnalare una forma più sottile e insidiosa di disinformazione, anche dei giornali, e cioè quella relativa ai nuovi farmaci, in cui mi sembra che senza alcuno spirito critico si accettino le affermazioni dell'industria farmaceutica (d'altra parte non è ad essa che spetta l'informazione). Si potrebbe fare l'esempio della Carnitina, osannata addirittura sui giornali. Sui giornali inglesi o americani la fonte di informazione su questi argomenti è costituita da importanti e autorevoli riviste mediche, in Italia mi sembra invece che siano soprattutto i congressi organizzati dalle stesse case farmaceutiche o riviste prive di ogni autorevolezza. Fabrizio Bernini. Livorno Era «male del desiderio» Secondo Anacleto Verrecchia («Abita a Vienna la nostalgia», 3* pagina de «La Stampa» del 19 gennaio) il giornalista e filosofo Otto Schumi e iste r cosi avrebbe risposto alla domanda «Vienna è di moda. Quale, secondo lei, il motivo?»: «Credo che Vienna, oggi, sia diventata il centro della nostalgia in Europa». Otto Schulmeister non ha detto certamente Nostalgie, ma, piuttosto, Sehnsucht, malamente tradotto nei dizionari di casa in nostalgia; termine, comunque, che non trova giusta corrispondenza nella lingua italiana. Sehnsucht non significa nostalgia, ma piuttosto rimpianto e ricerca di qualcosa che non si ha e che solo si intravede; meglio, ancora, brama dell'irraggiungibile, owerc. male del desiderio. D'altra parte, alla conseguente richiesta di spiegare il motivo di questa nostalgia, posta dall'intervistatore, Schulmeister risponde: «Qui si ricerca qualcosa che è scomparso nel tempo: Mi pare che questa risposta sostenga la mia tesi. In «Si cerca qualcosa che è scomparso nel tempo» è condensata la brama dell'irraggiungibile, nel giusto significato di Sehnsucht che è ben più profondo di quello di Nostalgie. Gianni Ghirardini, Vaine