Sei anni, morto di fame in Belgio di Fabio Galvano

Sei anni, morto di fame in Belgio L'agghiacciante storia di un bimbo vittima della crudeltà dei genitori Sei anni, morto di fame in Belgio DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — A sei anni pesava undici chili, come un bambino di due anni; ma nessuno se n'è accorto. Solo quando è morto, nei giorni scorsi, ci si è domandati il perché: i genitori, che lo detestavano e non lo nutrivano, sono finiti in carcere accusati di omicidio; e rischiano una denuncia anche quelle persone — insegnanti, assistenti sociali — . che avrebbero potuto ma non hanno, saputo dare l'allarme, il martirio di Christophe si è svolto alla luce del sole: nel villaggio di Fleurus, poco distante da Charleroi, all'asilo, a scuola. Ma pochi hanno visto, c chi ha visto ha taciuto. Era diventato uno scheletro, irriconoscibile dal blmbetto paffuto e sorridente che si vede nelle fotografie di qualche anno fa, prima che cominciassero 1 maltrattamenti. Christophe è morto — di fame, letteralmente — all'o¬ spedale Saint-Joseph di Gilly, dove i genitori l'avevano portato la scorsa settimana, nel loro primo tardivo gesto d'amore o forse semplicemente per paura del peggio. Disidratato e denutrito, non ha reagito alle cure. E' morto venerdì scorso, e subito dai sanitari è partita la denuncia. Fin dalla nascita, spiega oggi la polizia, Christophe era indesiderato. A differenza dei tre fratelli più piccoli— Fablen di tre anni, Jonathan di due e Sabrina di pochi mesi, tutti in condizioni normali — tutto gli è stato negato; se non nei primissimi anni, certamente dà lungo tempo. Era escluso da tavola e veniva nutrito solo saltuariamente, con gli avanzi. Trascurato, se non per essere punito alla minima trasgressione, non parlava più. Forse aveva cessato di lamentarsi; e cosi nessuno ha cercato di salvarlo, o ha cercato di scoprire perché non parlasse. Crudeltà e miseria possono essere un cocktail mortale. I genitori di Christophe ne sono la prova. Emlle Ruelens, un operaio di 31 anni disoccupato da sei, e la sua convivente Oermaine Vandeloise, di 24 anni, hanno confessato tutto; anche di avere percosso il bambino (sebbene l'autopsia non abbia rivelato fratture o lesioni Interne) e di avergli infetto dolorose bruciature. Ma altro, in questo momento, è l'interrogativo sollevato dal tragico caso. Perché nessuno è intervenuto, nonostante le chiare indicazioni del dramma che si stava compiendo nella stamberga di Fleurus? Oli indizi non mancavano. Christophe era già stato ricoverato una volta in ospedale, nel 1987, anche allora per disidratazione; e nessuno si era domandato il perché. Dall'ottobre scorso tutti i bambini della famiglia avevano lasciato l'asilo-nido o la scuola che frequentavano; ma l'azione delle autorità era stata talmente lenta che il caso non era ancora stato propriamente affrontato. In passato, dopo la scoperta di una bruciatura sul corpo di Christophe, l'Ufficio nazionale dell'Infanzia aveva deciso di -tenere d'occhio- il padre e la madre; troppo blandamente, come hanno dimostrato i fatti. Il Belgio inorridisce di fronte a questa vicenda, che soppianta sui giornali quell'altro dramma nazionale che è il rapimento dell'ex primo ministro Vanden Boeynants. E si domanda quale maledizione 6 quale virus malefico stia aggredendo la sua società. Prima di Christophe, infatti, altre vittime della crudeltà familiare — proprio nella stessa regione di Charleroi, una delle più povere del Paese — avevano commosso l'opinione pubblica, che ne ricorda i nomh Jonathan e Stéphanie picchiati con ferocia dai genitori. Fabio Galvano

Persone citate: Vanden Boeynants

Luoghi citati: Belgio, Bruxelles