E ora tocca a «Ultimo tango»
E ora tocca a «Ultimo tango» Nuove incriminazioni dopo quelle per «Nove settimane e mezzo» E ora tocca a «Ultimo tango» L'accusa alla Commissione censura è di .avere abbassato il divieto di visione del film ai 14 anni, consentendo così la trasmissione in tv - II presidente, per protesta contro il rinvio a giudizio, propone le dimissioni in massa Intanto il regista Bertolucci chiede l'annullamento della sentenza che mandava la pellicola al rogo , ■ ■ ; ;—i—:— ROMA - - Tempi duri per i censori A distanza di 24 ore dal rinvio a giudizio dei quattro componenti della commissione ministeriale che aveva concesso il nulla-osta per il film Nove settimane e mezzo analoga sorte è toccata Ieri ai membri della commissione che ha consentito la prolezione televisiva di Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci messo in onda quattro mesi fa sempre su Canale 5. Dovranno presentarsi a palazzo di giustizia il 31 gennaio. La nuova iniziativa del sostituto procuratore della Repubblica di Roma Alfredo Rossini è destinata ad alimentare reazioni e. polemiche, Secondo alcuni parlamentari radicali la vicenda sta ormai assumendo 1 contorni di .una •crociata» moralistica. Intanto un primo effetto si è già avuto, n presidente titolare della prima sezione penale della Cassazione ed anche presidente della seconda sezione di censura cinematografica di prima istanza, Corrado Carnevale, ha proposto ieri a tutti gli altri membri delle commissioni di censura di dimettersi in massa.per protesta. Appare quindi scontato l'intervento del ministro dello Spettacolo Franco Carraro, ma anche del Consiglio Superiore della Magistratura perché stavolta tra gli imputati figura un giudice in attività di servizio. L'inchiesta del p.m. romano ha preso il via da una serie di denunce presentate da privati cittadini e da asso dazioni per la tutela della morale e del buon costume all'indemani della protezione televisiva sul network di Silvio Berlusconi, avvenuta alle 21, 30 del 21 settembre scorso. La trasmissione era stata preceduta da un lungo dibattito cui hanno partecipato esperti della' materia e autorevoli giuristi Inoltre molte scene del film di Bertolucci, come quella, divenuta celebre, del burro, erano state preventivamente tagliateproprio per evitare contestazioni da parte del pubblico televisivo. Ma dò, evidentemente, non è bastato per il giudice Rossini che ha accusato di concorso in spettacolo osceno e violazione della legge sulla proiezione in pubblico di opere cinematografiche tutti 1 membri della commissione di censura, presieduta, a quanto si è,appreso, dal consigliere della sezione lavoro della Cassazione Gentile Rapone, per aver vietato la visione del film Ultimo tango soltanto ai minori di 14 anni, anziché al non maggiorenni, e per di più in un'ora di punta, consentendo cosi la trasmissione in tv. E' stato inoltre incriminato anche Roberto Giovalli, ex responsabile del palinsesto di Canale 5 ed attuale direttore dei programmi del gruppo Pininvest, che sarà invece processato per direttissima l'8 marzo insieme ai quattro componenti della commissione di censura che avevano concesso il nulla-osta al film Nove settimane e mezzo. Sempre per Ultimo tango, per una singolare coincidenza, è iniziata ieri una nuova battaglia giudiziaria per ottenere l'annullamento definitivo della sentenza con cui tredici anni fa la Cassazione aveva condannato il film al rogo. Gli avvocati Gatti e Di Majo hanno chiesto l'applicazione dell'articolo 579 del codice di procedura penale, una norma che — in caso di una pluralità di decisioni contrastanti sulla stessa vicenda e nei confronti dello stesso imputato — consente di fare prevalere la sentenza più favorevole annullando le altre. I due penalisti sostengono che il film interpretato da Marion Brando e Maria Schneider è stato un anno fa definitivamente prosciolto dall'accusa di oscenità dopo che la Cassazione ha confermato 11 verdetto assolutorio del giudice istruttore di Roma Paolo Colella. Bertolucci ha quindi diritto a beneficiare dell'articolo 579 e a vedere annullata la sentenza di condanna e 1? conseguente confisca della pellicola. Su questa istanza che non ha precedenti negli annali giudiziari del nostro Paese dovrà esprimere tra alcuni giorni il suo parere il sostituto procuratore generale di Roma Giovami! Ferrara. Ma la parola definitiva spetterà alla Cassazione penale. Se la tesi dei legali del regista fosse accolta si riaprirebbe anche la possibilità per Bertolucci e la società produttrice Pea di riavere finalmente un miliardo di lire dal ministero dello Spettacolo per i premi dovuti durante la prima programmazione del film prima, cioè, della sua condanna al rogo. Pierluigi Franz Maria Schneider e Marion Brando in una scena del film
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