«I capitali bussano in Polonica»

«I capitali bussano in Polonia» Il ministro dell'Industria Wilczek a Torino annuncia i successi dopo le prime riforme «I capitali bussano in Polonia» «Le aperture in campo politico hanno prodotto vigorose iniziative di liberalizzazione economica» - «Dall'estero una valanga di richieste di investimenti» • Varsavia chiede a Solidarnosc di non contrastare i piani di rilancio Il treno delle riforme varate dal governo polacco viaggerà a senso unico su una direttrice di marcia ispirata ai modelli occidentali, gremita di segnali di via libera nel segno del pluralismo politico, economico e sindacale. E procederà a velocità sostenuta, secando stazioni vecchie, ormai inutili, per ricuperare gli anni perduti nei tortuosi percorsi imposti dagli errori del dirigismo statale. E' questo il messaggio-impegno lanciato da Mieczyslaw Wilczek, il manager privato che guida il ministero dell'Industria, alla sua prima sortita all'estero da quanto è entrato lo scorso settembre nel governo Rakowski. Parlando a Torino nel convegno promosso dal presidente dell'Unione industriale Giuseppe Picchetto, il ministro ha espresso piena fiducia nella riuscita dell'«opera- zione rilancio» in tutti i settori della vita nazionale. 'Abbiamo imboccato una strada sema ritorno ispirata al clima di speranza che la nuova situazione polacca sì sforza di imporre. Le aperture in campo politico procederanno di pari passo a vigorose iniziative di liberalizzazione economica nelle quali anche Solidarnosc potrà ricavare utili spazi di manovra a patto di schierarsi in difesa dei lavoratori e smettere di contrastare la gestione delle aziende. Siamo un Paese normale nel cuore dell'Europa, non una nazione sottosviluppata. Quello che è accaduto in passato fa parte dei brutti ricordi». Wilczek, personaggio anomalo nella galassia del potere varsaviano, è forse l'uomo più ricco della Polonia, ex proprietario di un'impresa chimica valutata attorno ai 2500 miliardi di lire. Comunista della prima ora, non si vergogna di aver simpatizzato per il sindacato indipendente nel 1980, ammette di aver incluso nel proprio programma molti suggerimenti del movimento di Lech Walesa ma ne contesta l'eccessiva politicizzazione. «E se oggi uno come me fa il ministro vuol dire che le cose da noi stanno davvero cambiando». Dall'inizio dell'anno porta infatti la sua firma il pacchetto di provvedimenti, certo rivoluzionari per l'Est europeo, che hanno annullato gli antichi principi dell'economia socialista spalancando le porte all'iniziativa privata, fino allora relegata nel ghetto delle microattività. D'ora in poi ogni cittadino potrà creare una propria azienda con 10 mila e più dipendenti (prima non doveva superare il limite di 150), persino nella produ- zione di materie strategiche (carbone, acciaio, cantieri). Agli investitori stranieri verrà concesso di acquistare società polacche per l'intero capitale, godranno di robusti pre vile gi fiscali inclusa la facoltà di esportare gli utili fino all'80 per cento. 'Contiamo di reperire sul mercato interno investimenti per 25 miliardi di dollari, cifra che dovrebbe raddoppiare nel 1990: In sostanza è la medicina proposta dal Fondo monetario quale condizione per agevolare remissione di ulteriori crediti da parte della Banca Mondiale. La scorsa settimana è stata aperta a Varsavia l'Agenzia per gli investimenti stranieri con un successo travolgente. 'Ho la fila fuori della porta», dice il vicepresidente Hubert Janiszewski. 'Incredibile». Tuttavia la Polonia continua a navigare nel marasma della crisi economica: il debito estero sfiora 140 miliardi di dollari mentre la quotazione ufficiale del dollaro (500 zloty al cambio) resta ridicolizzata dai 3500 zlolty che si ottengono facilmente alla borsa nera. Sui rapporti con la Fiat, un po' incrinati in seguito alla decisione di rinunciare all'accordo di produzione di una vettura di media cilindrata, scartata in favore del modello di utilitaria che uscirà nel '91 dallo stabilimento Fso di Varsavia e dalla fabbrica Fsm di Bielsko Biala, il ministro dell'Industria ha dichiarato che il mutamento di rotta va inquadrato 'nella nuova filosofia del mercato polacco. La disponibiltà prevista delle riserve finanziare interne indica la preferenza degli acquirenti verso le piccole cilindrate. Inoltre ci saremmo trovati in difficoltà nel piazzare automobili più grandi, quindi più costose, in una fascia altamente competitiva: Fra tre anni i due complessi sforneranno 600 mila macchine l'anno di un tipo unificato, il doppio della produzione attuale divisa tra la 126, la 125 e la Potonez. Piero de GarzaroUi

Persone citate: Biala, Hubert Janiszewski, Lech Walesa, Rakowski, Wilczek

Luoghi citati: Europa, Polonia, Torino, Varsavia