Informazione

Informazione Informazione noscerli senza possibilità di equivoco. Spiegato così l'esperimento, spero che appariranno più chiari alcuni punti: 1) il termine «trapianto genico» appare inappropriato perché non si tratta — come suggerivano gli articoli ricordati — né di qualcosa che abbia a che fare con la riproduzione e quindi possa modificare la discendenza di un individuo, né tanto meno con qualcosa che possa durare a lungo ed esercitare effetti generalizzati perché le infusioni di linfociti dovrebbero essere eseguite in pazienti cancerosi avanzati e quindi purtroppo con vita breve; 2) la notizia di questo stesso esperimento era stata data alcuni mesi fa da alcuni giornali — non ho potuto controllare se fossero gli stessi — e viene ora riproposta come se fosse qualcosa di completamente differente. Ciò non può generare che confusione e dare al pubblico l'impressione che siano nuovi esperimenti; 3) l'enfasi data a questo «primo» esperimento che veniva sostanzialmente giustificato dai grandi risultati che ci si potevano attendere per la cura dei tumori è anche inappropriata. Infatti, un singolo esperimento è difficile che risolva un problema, di solito invece solleva altre domande e necessità di altri esperimenti. Dare al pubblico l'impressione che un espetimento sia definitivo significa falsare la descrizione della metodologia con cui, in generale, procede la scienza. Bisogna invece sempre dare l'idea che un risultato scientifico si conquista con grande fatica attraverso complessi studi e che è solo la ripetizione degli esperimenti e la conferma dei risultati con va¬ rie metodologie ciò che può darci la convinzione di seguire una «pista» significativa. Queste precisazioni possono sembrare un po' pignole, ma non vogliono assolutamente esserlo. Vogliono richiamare l'attenzione sul l'atto che l'informazione — soprattutto quando si tratta di problemi che possono avere grandi ripercussioni sul modo in cui il pubblico percepisce il procedere della ricerca biomedica — deve essere data in modo preciso, comprensibile e responsabile. Giornali, riviste e televisione hanno invece la tendenza a fare «spettacolo» un po' con tutto drammatizzando le informazioni, facendo vedere tutto come straordinario, unico, che avviene per la prima volta. E' forse ora — se vogliamo veramente educare il pubblico ad una comprensione dei problemi posti dallo sviluppo scientifico in campo biomedico — che i mass media si dotino di redazioni scientifiche fatte da esperti del settore. Ciò non vuol dire che solo gli esperti possono parlare di scienza — sarebbero magari incomprensibili e creerebbero maggiori problemi — ma vuol sottolineare la necessità di sapere esattamente di cosa si parla e di parlarne con quella cautela che si conviene a materie che sono delicate perché toccano uno dei beni primari dell'uomo, la salute, e sollevane importanti problemi etici. Non avviene in generale che nelle informazioni giornalistiche si scambino . poeti con i manovali, le comiche con le tragedie, o il tasso di sconto con il prodotto nazionale lordo. Perché deve allora essere possibile scambiare gli organi per le cellule? Silvio Garattini

Persone citate: Silvio Garattini