Il ministro dimezzato

Il ministro dimezzato Donat-Cattin e la polemica sull'aborto » . Il ministro dimezzato Noi italiani siamo '<n popolo fortunato: no, solo ci siamo conquistati istituzioni democratiche, ma ci hanno anche elargito (senza che l'avessimo chiesto) supreme autorità che sovrintcndono alla nostra salute. A quella intellettuale ci pensa Piero Angela con il suo comitato di eccellenti esperti i quali ci spiegano che cosa si deve bere come scientifico (e perciò serio) e che cosa invece è tutto da ridere. Il ministro Donat-Cattin, con le sue prediche sui sani costumi sessuali, sull'Aids e ora sull'aborto, presiede invece alla nostra salute corporale; e non soltanto a quella, visto che e angosciato dal fatto (che è un fatto scientifico c non una profezia campata in aria deve averglielo detto lo stesso Angela) che «tra qualche centinaio di anni gli italiani scompariranno». Il personaggio è sicuramente da comprendere. Primo, perché è tanto sicuro di se; ad esempio, rivolto al professor Francesco D'Ambrosio, responsabile del servizio interruzioni della gravidanza alla Clinica Mangiabili, dichiara che «Se siamo al punto che il primo cretino che passa dà del bugiardo al ministro..» (pensate all'effetto di queste parole in bocca agli ex ministri Darida e Nicolazzi). Secondo, perché è dimezzato: per metà (si suppone la metà dalla cintola in su e si spera compresa la testa) è ministro, per l'altra metà è uomo. Sicché deve barcamenarsi e fare tutte e due le parti in commedia. Pensate alle difficoltà di traduzione: il mezzo-ministro dice: «Devo far rispettare la legge sull'aborto»; il mezzo-uomo replica: «Sono contrario all'aborto». Come possono comprendersi? La soluzione radicale sarebbe che il mezzo-ministro si dedicasse a fare solo l'uomo intero; gli italiani, previdenti, hanno inventato istituzioni anche a questo scopo, la meno usata si chiama dimissioni. Un'altra soluzione sarebbe quella che il mezzo-uomo facesse il ministro intero, visto che è pagato per questo. Invece, Donat-Cattin sceglie la soluzione peggiore: si porta in giro le sue due metà, con la conclusione che noi abbiamo un ministro affittato ad un uomo che non lo rispetta. Un bel guaio, perché in questa materia ci sarebbe bisogno di quella che un tempo si chiamava «certezza del diritto» e non di situazioni pirandelliane tipo «Il gioco delle parti». La certezza del diritto impone chiaramente alcuni punti. Il primo è che bisogna rispettare la legge la quale dice che, sotto certe condizioni tassative, l'aborto non è un reato ma un diritto. Questa legge è stata approvata Marcello Pera (Continua a pagina 2 In settima colonna)

Persone citate: Darida, Donat-cattin, Francesco D'ambrosio, Marcello Pera, Nicolazzi, Piero Angela