Borsa sotto il segno del fisco

Borsa sotto il segno del fisco Per Piazza Affari partenza al ribasso e recupero nel finale Borsa sotto il segno del fisco Incertezza in attesa delle scelte del governo - Incontro tra Colombo e il commissario Cee: per i capital gains manca un progetto comunitario - Per i redditi finanziari l'aliquota europea sarà del 15% MILANO — Sarà di almeno il 15% l'aliquota minima che 1 Paesi della Cee adotteranno per tassare gli interessi derivanti da attività finanziarie. E' questo l'orientamento prevalente in sede comunitaria emerso ieri nell'Incontro tra il ministro delle Finanze, Emilio Colombo, e il commissario Cee per gli affari fiscali, Christiane Scrivener. Nei primi giorni di febbraio è attesa la presentazione di una proposta europea di armonizzazione fiscale che sarà esaminata dal Consiglio dei ministri della Cee in giugno. L'obiettivo è di arrivare al 1° luglio '90, quando sarà completamente liberalizzato il movimento dei capitali in Europa, con la nuova disciplina fiscale pronta per essere applicata. «Ciascun Paese — ha commentato Colombo — potrà imporre un'aliquota anche superiore al 15%, tenendo presente le conseguenze che potrà avere». E per i capital gains? Sembra che nell'incontro di ieri a Roma questo argomento, che tanto interessa la Borsa italiana, non sia stato affrontato. Anzi Colombo ha precisato che sulla tassazione dei capital gains «la Cee non ha un progetto proprio, almeno non ci è stato esposto. Ma un minimo di armonizzazione mi pare necessario». n coordinamento europeo delle politiche fiscali determinerà un cambiamento dell'attuale regime fiscale per i titoli di Stato? Colombo ha risposto che «questo è un problema da esanimare, per alcuni è importante, per altri meno, non c'è nulla dì fissato», mentre per gli interessi sui depositi il ministro ha osservato che l'a- liquota del 30% potrebbe restare, ma bisognerà verificare le decisioni degli altri Paesi. Resta ancora da capire, invece, quando il governo procederà alla tassazione dei guadagni di Borsa. Un progetto è allo studio, si cerca di accelerare la sua definizione anche per venire incontro alle richieste dei sindacati di un allargamento della base imponibile e di una tassazione di tutte le rendite finanziarie, ma i contenuti del provvedimento e 1 tempi di attuazione sono ancora avvolti nelle nebbie. Così anche Piazza Affari resta condizionata da questo alone di incertezza, spesso utilizzato per favorire e motivare ripiegamenti repentini del listino, come è accaduto lunedì. Ieri la Borsa ha mostrato un maggior equilibrio con l'indice Comit pressoché invariato ( + 0,01% a 604,25). Dall'andamento degli ultimi giorni si può dedurre che i principali protagonisti del mercato (operatori e investitori istituzionali) vedono con favore, almeno a sentire le loro dichiarazioni, la tassazione dei capital gains, mentre tale ipotesi spaventa il più vasto pubblico del risparmiatori. Nella prima ora di attività il mercato ha accusato pesanti arretramenti, con Fiat e Montedison ancora in ribasso, poi, nella seconda parte, ha recuperato terreno grazie a una ripresa di interesse sui titoli guida. In particolare i valori del gruppo Ferruzzi sono stati ben trattati, sempre vivaci gli scambi sulla Selm, e quelli di Carlo De Benedetti hanno mostrato una maggior vivacità rispetto all'ultimo periodo. La Fondiaria ha guadagnato l'l,3%, le Generali sono rimaste stabili, la Bna è salita dell'1% dopo l'annuncio di una prossima ricapitalizzazione. Ampie oscillazioni sono state registrate dall'Acqua Marcia e dalla controllata Cogefar, soprattutto nel dopolistlno, di riflesso al riemergere delle solite voci di una imminente cessione della stessa Cogefar. Mondadori e Amef sono migliorate di oltre l'l%. MERLONI — lì titolo della società produttrice di elettrodomestici è stato al centro di particolari interessi. La Merloni ha guadagnato oltre il 4% chiudendo a 3525 lire. Anche di recente le azioni dell'azienda dell'ex presidente della Confindustria sono state attentamente rastrellate. Perché? Tra le corbeilles si vocifera del prossimo arrivo di un potente partner straniero che potrebbe giocare un ruolo decisivo nello sviluppo della società. NUOVO BANCO AMBROSIANO — L'istituto presieduto da Giovanni Bazoli ha chiuso l'esercizio '88 con un risultato economico lordo di 216 miliardi che, al netto delle componenti straordinarie, è del 20% superiore a quello dell'87. La raccolta è cresciuta del 12% a 6767 miliardi, i fondi amministrati per conto della clientela sono assommati a 16.082 miliardi ( +18,17%) e i crediti per cassa sono stati pari a 4585 miliardi ( + 14,4%). I dati sono stati esaminati ieri dal consiglio di amministrazione che, invece, non ha discusso il progetto di fusione con la controllata Cattolica del Veneto. Complessivamente il Nuovo Banco e la banca veneta hanno registrato lo scorso anno una raccolta di quasi 13.000 miliardi, una massa amministrata per 29.382 miliardi un risultato lordo di 416 miliardi. Rinaldo Gianola

Persone citate: Carlo De Benedetti, Christiane Scrivener, Emilio Colombo, Giovanni Bazoli, Rinaldo Gianola

Luoghi citati: Cattolica, Europa, Milano, Roma, Veneto