Tenta di bruciare un quadro di Raffaello di Giovanni Bianconi

Tenta di bruciare un quadro di Raffaello Musei vaticani, tedesco si finge handicappato e sparge benzina sulla tela: bloccato Tenta di bruciare un quadro di Raffaello ROMA — La tela di Raffaello è finita per qualche ora nelle mani dei restauratori, ma già da stamane sarà nuovamente al suo posto, nella pinacoteca dei musei vaticani. L'uomo che voleva distruggerla, invece, si trova sotto osservazione al centro di igiene mentale dell'ospedale San Filippo Neri. Dopo molte insistenze ha sillabato un nome tedesco, Thomas Lange, ma perché s'è accanito contro la «Madonna di Foligno» non ha voluto dirlo. E' successo tutto in pochi minuti, ieri mattina, nell'ottava sala dalla pinacoteca vaticana, dove sono raccolte le opere di Raffaello. Poco dopo le 9,30 un signore in carrozzella s'è avvicinato piano piano alla «Madonna di Foligno», sistemata accanto alla «Trasfigurazione». I custodi l'hanno guardato e l'hanno riconosciuto: era da qualche giorno che veniva a contemplare il dipinto. All'improvviso l'uomo si è alzato dalla carrozzella, ha ti¬ rato fuori un thermos pieno di benzina e l'ha versato contro il quadro. Poi, con un fiammifero, ha appiccato il fuoco. E' stato un attimo, ma un attimo dopo la fiamma era spenta. Un custode ha gettato un panno sul dipinto, un altro ha afferrato l'uomo che tentava di scappare. Da quel momento Thomas Lange non ha spiccicato che poche parole, un po' in inglese, un po' in tedesco, quasi tutte senza senso. Tutti l'hanno subito paragonato a Laszlo Toht, l'australiano di .origine''ungherese che nel .1072, nella basilica di San Pietro; prese a martellate la Pietà di Michelangelo. Quella volta però, il danno ci fu, e rilevante. Otto Robert Thomas Lange («sedicente», precisa il rapporto inviato al giudice dall'ispettorato di polizia presso la Città del Vaticano) è nato a Berlino Ovest trentuno anni fa. In Germania fa il professore, e ogni tanto viene in Italia, nella piccola casa che ha acquistato a Pitigliano, una cittadina della Maremma toscana. Nel luglio scorso ha chiesto un permesso di tre mesi alla questura di Grossseto. Quel permesso è scaduto, e Lange è rimasto senza chiederne il rinnovo. A Pi tigli ano non ha amici, e conduce una vita molto riservata. «Ma è da un po'che non si fa più vedere», dice un funzionario del commissariato locale. Non ha precedenti penali, non ha mai dato l'impressione di essere un malato di mente e tanto meno un handicappata: Ièri non aveva documenti con sé, in tasca ventimila lire e qualche spicciolo tedesco. Sotto la carrozzella nascondeva un'altra bottiglia e due bombolette spray. Quando cammina zoppica un po', è vero, ma probabilmente la carrozzella era solo uno stratagemma per eludere i controlli e awiciniarsi indisturbato col suo thermos di benzina al dipinto di Raffaello. Perché voleva distrug¬ gerlo? «Se non celo dice lui sarà difficile scoprirlo. Io credo che sia un caso patologico —taglia corto il dirigente dell'Ispettorato vaticano che per tutta la mattinata ha tentato invano di interrogarlo —. Aspettiamo il rapporto dei medici, forse con loro sarà più loquace». Un personàggio strano, che con un gesto apparentemente insensato si è avventato contro una delle opere più belle del maestro del Rinascimento. La «Madonna di Foligno» è stata dipinta fra il 1515 e il 1517. Ad ordinarla a Raffaello fu Sigismondo De Comitibus, un nobile lo Ugnate impiegato alla Corte pontificia. La sua casa fu colpita da un fulmine, ma senza provocare danni. Come ex-voto, il nobile chiese all'artista di Urbino una raffigurazione di Maria, che fu sistemata dietro l'altare maggiore dell'Ara CoeU. La tela fini poi a Foligno, dove nel '700 fu acquistata dal papa per pochi soldi. Il pontefice non finì nemmeno di pagarla, esentando dalle tasse le suore che la custodivano. -E' un pezzo unico, che oggi ha un valore inestimabile. — dice il professor Carlo Pietrangelo direttore dei musei vaticani — Fortunatamente non è successo nulla». n direttore adesso sorride per lo scampato pericolo, ma in attesa che Tohmas Lange spieghi i motivi del suo gesto (se mai accetterà di farlo), su quel che è accaduto ieri dovrà riflettere parecchio. •E' la prima volta che si verifica un fatto del genere — spiega il professor Pietrangeli —, ora dovremo studiare qualche nuova misura di sicurezza. Dopo l'incidente del 72 la Pietà è stata rinchiusa in una gabbia di vetro blindato. Proteggere una pinacoteca non è facile, ci vorrebbe un guardiano per ogni tela. Ma i nostri custodi sono già molto preparati, prima di essere assunti frequentano perfino dei corsi di judo». Giovanni Bianconi

Persone citate: Carlo Pietrangelo, Lange, Laszlo Toht, Pietrangeli, Robert Thomas Lange, Sigismondo De Comitibus, Thomas Lange, Tohmas Lange