Incidenti aerei, accuse al profitto

Incidenti aerei, accuse al profitto Incidenti aerei, accuse al profitto I piloti Appi: «Gli enti che devono garantire la sicurezza agiscono senza coordinamento, pensano solo alla crescita economica e al potere» dalla redazione romana ROMA — Dopo il fattore «M» (militari), i piloti civili hanno denunciato ieri alla commissione parlamentare per la sicurezza del volo altre cause di possibili incidenti. Sono i fattori «P» (profitto) ed «A» (attrezzature aeroportuali). «Alla sicurezza del trasporto aereo — ha spiegato il comandante Fabrizio Briotti, del sindacato Appi (Associazione professionale piloti di linea) —contribuiscono diversi enti: da Civilavia all'Anav (l'azienda per l'assistenza al volo), dal Rai (registro aeronautico italiano) alle compagnie, dal sistema aeroportuale all'efficienza degli aerei. Ma lutto il complesso agisce solitamente a compartimentistagni, ognuno per la sua parte, nel proprio interesse, per la propria crescita numerica, economica e di potè- Tragedie come quella del monte Pellegrino e di Punta Raisi (Palermo), o come quella dell'ATR 42 precipitato a Conca di Crezzo, o del Jumbo ugandese atterrato rovinosamente prima della pista a Fiumicino, si potevano evitare se non si guardasse, secondo il comandante Briotti, al profitto o agli interessi commerciali. La realtà invece conferma questa analisi: pericoli e rischi non si corrono solo alle alte quote volando in aerovie ormai affollate e incrociate sempre più frequentemente dà velivoli militari in esercitazione, ma anche a livelli inferiori. «La maggior parte degli incidenti — avverte anzi il comandante dell'Alitalia — avviene a bassa quota, in decollo o atterraggio, o nelle fasi di avvicinamento». Si prenda ad esempio l'in¬ cidente del Boeing ugandese: se a Fiumicino ci fosse stato uno strumento capace di condurre il volo anche da 2000 piedi a terra, il comandante del velivolo non sarebbe stato lasciato a se stesso da quella quota in poi. L'Anav, invece, anziché attrezzarsi con questi strumenti preziosi per l'avvicinamento, preferisce dirottare i fondi in apparecchiature «a protezione soprattutto di aeromobili ad alta quota» e ciò "perché questo vuol dire far attraversare, atterrare e decollare quanti più velivoli possibili nel territorio nazionale con maggiori entrate, tasse di atterraggio, aumenti di organico, in unà'parola profitto». Pe le disfunzioni oggettive esistenti fra un ente e l'altro preposti alla sicurezza, anche i piloti si sono dichiarati favorevoli ad un'unica authority nel settore.

Persone citate: Appi, Briotti, Conca, Fabrizio Briotti, Raisi

Luoghi citati: Palermo, Roma