Firmata la tregua: durerà? di Massimo Gramellini

Firmata la tregua: durerà? Firmata la tregua: durerà? DAL NOSTRO INVIATO NAPOLI — -Non ci sarà nessun vertice. Maradona e Bianchi sono diversi Forse non si amano, ma il contratto non li obbliga a farlo. Li obbliga, invece, a comportarsi da professionisti. Questo è il loro ruolo e questo pretendo, nulla di più. Sono sicuro che non mi deluderanno'. Corrado Ferlaino tira il sipario, chiudendo un «caso» che stava ormai trasformandosi nel suo diminutivo. L'intervento del presidente viene captato dalle sensibili orecchie di Maradona che, ieri mattina, si è chiuso nello stanzino di Soccavo per comporre il prefisso di Bergamo e uno dei numeri meno consumati della sua agendina: •Buongiorno, mister. Sono io-. Chissà che faccia avrà fatto Bianchi, dall'altra parte della cornetta, ammesso che dopo tanti anni di convivenza obbligata, esista ancora un'iniziativa di Diego capace di stupirlo. Il resoconto della telefonata è lo stesso Maradona a raccontarlo, al termine dell'allenamento del mattino. Ha la solita faccia, furba e sicura, il corpo annegato in una tuta più nera dei suoi capelli: "Ah, da tempo non riuscivo a lavorare cosi duramente! Del resto, quando non sto male, allenarmi è davvero un piacere per me-. L'esordio, quanto a sincerità, non sembra molto promettente. Non più di quanto lo sarebbe quello di uno scolaro poco studioso che proclamasse il suo sconfinato amore per i libri. Ma Diego, si sa, si destreggia fra i taccuini come fra i difensori avversari. Basta non togliergli la palla: -Fatemi andare avanti, ho molte cose da dirvi. Ad esempio, non è affatto vero che domenica scorsa, a Marassi, io abbia manifestato l'intenzione di giocare mercoledì ad Ascoli, in Coppa Italia. Ho raccontato di quanto sì soffra a stare in tribuna, ma mi riferivo all'ansia che ti prende quando vedi i tuoi compagni impegnati in una partita difficile. Ora, non mi sembra questo il caso della gara di Coppa Italia: parliamo con tre gol di vantaggio! Poi l'Ascoli verrà qui domenica, per il campionato, ma non è detto che io riesca a scendere in campo neppure quel giorno. Tornerò a giocare solo quando sarò di nuovo il miglior Maradona'. Ma non aveva detto che mai e poi mai sarebbe rimasto ancora fuori? Si, può darsi, ma sono parole vecchie, di ventiquattr'ore fa, evaporate nella notte per lasciare il posto al nuovo Maradona-pensiero, una filosofia sottoposta a incessanti aggiornamenti: -La telefonata a Bianchi, allora. Gli ho chiesto se potevo evitarmi la trasferta di Ascoli per restare qui ad allenarmi. Lui mi ha dato il permesso, naturalmente... Lavorerò fino a mercoledì mattina. Magari, nel pomeriggio, volerò con mio padre nelle Marche, per incitare la squadra'. Nessun accenno ai munifici finanziatori di questi suoi «raid~ dell'ultima ora: a pagarli, ovviamente, è Ferlaino, ma il direttore generale Moggi fa sapere che sono -dettagli». L'istrione alterna le battute capaci di mandare in solluchero la tifoseria («Ho detto a De Napoli che la maglia n. 10 la potrà tenere ancora per poco-), al resoconto del suo ultimo pazzo week-end: -Nessuno mi ha ordinato di non giocare a Genova. Sono io ad averlo deciso, sabato sera, dopo l'ultima visita del dott. Oliva. La schiena era okay, ma non volevo correre rischi'. Soprattutto quello di mettersi contro, oltre all'allenatore, anche la squadra: cosa avrebbero detto i compagni se Maradona, arrivato allo stadio un'ora prima della partita, avesse preteso di giocare? Diego dice di aver chiamato sabato sera il raduno di Rapallo, per comunicare ufficialmente la sua indisponibilità. Forse fa un po' di confusione: quella telefonata, anziché farla, l'ha ricevuta: e dall'altra parte del filo c'era Luciano Moggi, che lo pregava, a nome del presidente, di non avanzare candidature per un posto in squadra, esto l'unico episodio ancora avvolto nelle nebbie del dub bio: c'è la famosa intervista a Lattek, in cui Maradona parlava di Bianchi in termini non proprio adatti a favorire una riconciliazione: 'Tutto inventato, lo ripeto. La colpa è di Maria, la nostra cuoca, che quel giorno, nella tazzina di Lattek mise il ivhisky al posto del caffè. Lui dice di avere dei testimoni, ma l'unica persona presente era un tedesco suo amico, che non capiva una parola di catalano, la lingua in cui si è svolta la nostra chiacchierata. Che figuraccia! Pensate: l'intervista è uscita proprio la mattina in cui andavo da Bianchi a chiedergli dieci giorni di riposo. Mi sono accorto che, mentre gli parlavo, lui mi guardava in cagnesco. E non riuscivo a capire perché: non avevo ancora letto i giornali...-. isata amara, poi la confessione più triste: -Questa storia deve finire. I tifosi sono disorientati, li stiamo rovinando. Pensate: domenica, sulla tribuna di Marassi, un ultras del Napoli si avvicina e mi dice: 'Siamo tutti con te'. 'Che vuol dire, scusa?', gli chiedo. E lui: "Vuol dire che siamo contro Bianchi'. Sono rimasto di gesso. Non esiste che ci sia arrivati a questo punto. Basta, basta, per amor del cielo. Dobbiamo smetterla di essere sempre sulla bocca di mezza Italia. D'ora in poi, quel che avremo da dirci ce lo diremo in faccia, senza lanciare messaggi all'esterno. Signore e signori, il caso Maradona-Bianchi è chiuso-. Massimo Gramellini

Luoghi citati: Ascoli, Bergamo, Genova, Italia, Marche, Napoli, Rapallo