Ammessi gli errori, certezza nella rimonta

Ammessi gli errori, certezza nella rimonta Ammessi gli errori, certezza nella rimonta TORINO — 'Non è più tempo di trattative attorno al Torino società. Rimango dell'idea di lasciare, ma c'è tempo. Prima la squadra, prima i tifosi. La classifica da risanare, n resto non conta, e poi non ho mai avuto fretta». Cosi il presidente Mario Gerbi ieri mattina, all'inizio della giornata successiva ad una notte agitata: 'Vedere il Torino all'ultimo posto, una stretta al cuore». Presidente e amministratore delegato non si erano ancora sentiti ma il momento amaro, l'emergenza, li vedevano già sulla stessa linea di condotta. Ancora più duro (anche con se stesso) nei toni, secondo carattere, Michele De Finis: 'Non voglio più sentir parlare di vendita, la notte porta consiglio. Conta solo la squadra, adesso. Ho già dato atto a Gerbi di 'aver portato a termine acquisti' 'che non condivideva. Avrò' commesso errori, sogiiavo'im Toro più forte e sono eli fronte ad una realtà diversa. Però, o affondo con la aquadra o rimango con lei svila riva». I due padroni del Torino hanno preso divisi, per confermarla congiuntamente la sera ai componenti del «comitato consultivo», una decisione tanto saggia quanto doverosa. I tempi dei giochi attorno alla società non potevano durare. Se entrambi restano dell'idea di lasciare, prima debbono farsi sentire dalla squadra, dalla piazza. I rischi di ulteriori contestazioni sono in bilancio. Ha aggiunto De Finis: 'Metteremo di nuovo in vendita un Torino di serie A». Presidente e amministratore delegato hanno tenuto il loro rapporto, a ora di cena, ai consiglieri Mattio, Salvadorè e Salvador!, presenti Federico Bonetto e Massimo Gerbi. Mario Gerbi, a fine riunione: 'Staremo il più possibile vicino alla squadra, convinti che ha i mezzi per venir fuori da questa impasse. Credo nei giocatori, come credo nell'appoggio dei tifosi. Inutile tornare sulle speranze estive, su acquisti che non hanno reso seconde attese. Ma nel torneo vinto a Berna, in fase precampionato, ricevemmo elogi. Dopo avremo sbagliato a mandare la squadra nella fornace di Salonicco, prima del Torneo Baretti. Cerchiamo di capire, ma intanto indietro non si torna». Aggiunge ancora: 'Cercheremo di avere le massime attenzioni verso i giocatori, ma saremo durissimi con chi sgarra». E De Finis: 'Sono sulla linea del presidente. Sono stato con la squadra ad Ascoli, e nel tormentato e amaro ritorno. Dedicherò al gruppo tutto il mio tempo libero, e anche di più. Non mollo, ma non debbono mollare loro. So benissimo che molti tifosi non mi amano, vedono in me un colpevole della difficile situazione attuale. Ma non posso accettare che qualche giocatore dica "dovrebbero prendere esempio da quelli dell'Ascoli". E'stata una reazione alla sconfitta. I tifosi granata non hanno da imparare da nessuno in fatto di attaccamento ai colori, di capacità di sacrifìci». Da sempre le difficoltà uniscono gli uomini. Accade questo in un Torino che di colpo, aspettando gol e punti, trova una sintonia piena a livello societario. La via promessa è l'unica percorribile dai dirigenti, per mettere le basi di una risalita in classifica. Diceva infatti Claudio Sala, condottiero nella bufera: 'In società si parla molto in questi giorni, parlano tutti e troppo, inclusi i giocatori. Invece questo è il momento deifattì». E' ovvio che l'appoggio del tifo sarà determinante, che anche sulle gradinate ci vorrà buona volontà da parte di chi contesta l'ultima campagna trasferimenti, e altre mosse precedenti. Ma le critiche, accettate da De Finis, non fanno punti. L'amministratore delegato parte dal secondo tempo di Ascoli («... quaranta minuti in attacco, gol sfiorati, un pallone contro la traversa, una prova di coraggio da parte di Edu») per trovare certezze: 'Finiranno anche gli infortuni, l'allenatore potrà decidere la formazione e non vedersela imposta. Insomma, nessuno di noi crede a un Torino in serie B. La classìfica è corta, torneremo in mischia». Bruno Perucca

Luoghi citati: Ascoli, Berna, Salonicco, Torino