Se lo sviluppo dipende dalle materie prime

Se lo sviluppo dipende dalle materie prime Dal rame alle pelli l'Italia vanta 27 primati nel campo della produzione di semilavorati Se lo sviluppo dipende dalle materie prime L'evoluzione tecnologica è legata alla forza dei nostri importatori, da Ferruzzi a Orlando - L'esempio del bacino di Oria e dell'industria delle calzature - Ma nell'alta tecnologia il deficit è pari a quello del settore chimico MILANO — Ma l'economia italiana è forte? O no? In pratica ogni giorno piove sui giornali una marea di studi con indicazioni contraddittorie, se non opposte, destinate a confondere il lettore. Adesso Marco Fortis, capo dell'ufficio studi delia Ferruzzi (e grande esperto del comparto materie prime), interviene nel dibattito con un'analisi sul settore del trattamento delle materie prime individuando ben 27 primati aziendali del nostro Paese a livello mondiale o europeo in questo campo. L'analisi è di grande Interesse perché permette di tracciare un quadro dei punti di forza e di debolezza del sistema Italia e della sua possibile evoluzione tecnologica. In sostanza, alcuni grandi complessi aziendali (Ferruzzi, Pirelli, Marzotto, Orlando) e alcuni protagonisti settoriali (dalle concerie di Cogolo alla Sampietro di Como nelle sete .grezze) assicurano all'Italia il ruolo di primo compratore e trasfor¬ matore in alcuni comparti: lino, lana, cotone, seta e pelli conciate; piastrelle e calcestruzzo, oro, piombo, zinco e semilavorati di rame; nel settore della.gomma e nei principali polimeri chimici; in alcuni settori agricoli, tipo zuccheri, soia, amidi e paste alimentari. E' una visuale inedita dell'economia italiana, vista dall'angolatura dei grandi gruppi compratori, forti di un know-how sui mercati spesso sconosciuto. Dai Ferruzzi, tradizionali grandi attori alla Borsa merci di Chicago allo staff del gruppo Orlando, protagonista di rilievo sui mercati del rame. Gente che sa comprare (e vendere) al momento giusto, assicurando un polmone indispensabile al decollo di tante attività di trasformazione, sia dei grandi gruppi sia di nuove e vecchie iniziative delle piccole e medie aziende. E questo attraverso una politica di concentrazione degli sforzi e delle acquisizioni internazionali ancora da studiare sotto il profilo della tecnologia. PUNTI DÌ FORZA. Non è un caso, dice Fortis, che l'Italia possa assistere a certe esplosioni di Imprenditorialità. E', per esempio, quello che si e verificato nella zona del Lago d'Orta con la creazione di un primato nel campo delle rubinetterie (un giro d'affari da 300 miliardi). Un'esplosione del genere sarebbe stata impensabile senza l'assistenza fornita nel settore ottone dai grandi dealer s e trasformatori del gruppo Orlando. Altri fenomeni analoghi: la tecnologia delle calzature, supportata dal primato mondiale delle concerie di Cogolo, capaci di risolvere problemi tecnici e di materiali. O fenomeni incrociati: le calzature italiane ormai assorbono più del 10% delle materie plastiche prodotte dalle aziende italiane. PUNTI DI DEBOLEZZA Il panorama italiano non contempla primati nei grandi fornitori di «materie prime» in telecomunicazioni, elettronica o informatica. E il de¬ ficit In quella che viene definita l'alta tecnologia è ormai pari allo sbilancio della chimica. E' un altro indice della necessità di creare 1 «poli» In questi settori. Altrimenti lo sviluppo della ricerca incontrerà una strozzatura determinante e strategica. - PUBBLICO E PRIVATO. Nella ricerca, ad eccezione di Enlmont, non si fa. menzione di imprese statali. Eppure alluminio (ove vantiamo 11 secondo posto nella Cee dietro ai tedeschi) ed acciaio assolvono ad un compito-chiave negli approvvigionamenti del Paese. Al di là di questa precisazione, c'è da rilevare come l'Incarico di assicurare il bacino di crescita alla tecnologia applicata è stato assolto in massima parte dall'iniziativa privata che, negli ultimi anni, ha svolto un'energica politica di internazionalizzazione che ha coinvolto sia i Ferruzzi sia Pirelli ed Orlando. Una scelta che ha evitato al Paese di perdere molti primati dell'industria. Ugo Bertone ALCUNI PRIMATE ITALIANI SETTORI E PRODOTTI SOCIETÀ POSIZIONE INTERNAZ. Tessile é conciario - Fllatl dl puro lino MARZOTTO primo produttore mondiale ■ Tessutl dl pura (ana MARZOTTO co-leader mondiale - Fllati pettlnatl dl lana MARZOTTO tra 1 prlml cinque operator! CEE - Tessull denim dl cotone LEGLER primo produttore CEE - Vellutl dl cotone LEQLER primo produttore CEE - Blancherla dl cotone ZUCCHI- per 1.3 casa BASSETTI primo produttore CEE • Tessutl greggl dl seta SAMPIETR0 primo produttore CEE • Tessull linitl dl seta MANTERO, sono questl solo (re noml dl RATT1, oziende dl un setters Che e CANEPA dl gran lunga leader a livedo CEE nel suo complesso • Pelll conclate CONCERIE primo produttore CEE COGOL0 • Samllavoretl dl EUROPA rame e sue legha METALU-LMi primo produttore mondiale • Plombo NUOVA SAMIM secondo produttore CEE - Zlnco NUOVA SAMIM tra 1 priml quattro produttorl CEE • OrDliceria-glolellerla QORI E ZUCCHI primo produttore mondiale - Pneumatic! rlbasaatl ad alta prestaJonl PIRELLI primo produttore CEE - Pneumatlcl In totale PIRELLI secondo produttore CEE - Cavi olettricl PIRELLI tra 1 priml due produttorl mondlall

Persone citate: Ferruzzi, Fortis, Marco Fortis, Marzotto, Ugo Bertone

Luoghi citati: Chicago, Como, Europa, Italia, Milano, Oria