« Quell'amore a rischio non è colpevole » di Alfredo Venturi
« Quell'amore a rischio non è colpevole » Sentenza in Baviera per l'italiano sieropositivo Aids: aveva rapporti senza profilattici « Quell'amore a rischio non è colpevole » DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Solly era d'accordo? E allora Franco non è colpevole. Così ha sentenziato il giudice di Kempten, Baviera, concludendo in sede di appello una controversa vicenda giudiziaria. L'imputato: un italiano di trenta anni. Franco Gorla. L'accusa: lesioni corporali. Ma una particolarità: la parte lesa, Solly, non si considera affatto tale. E' una liceale di diciotto anni, che ne aveva sedici all'epoca del fatto. Quale fatto? Rapporti sessuali ripetuti nel tempo. L'imputazione per lesioni dipende dal fatto che Franco era sieropositivo, e quei rapporti avvenivano senza che i due eliminassero il rischio di contagio con una delle cautele di cui tanto si parla. Nella conservatrice Bavie ■ ra c'erano diversi precedenti in materia. Come quello dell'americano, bisessuale dall'intensa attività erotica, che aveva taciuto della sua condizione ai compagni di letto. Anche lui condannato per lesioni corporali: sulla base del principio che la sieropositività, facilmente trasmissibile per via sessuale, implica il rischio diretto dell'infezione Aids, Ma il caso di Solly è Franco è del tutto diverso: lei sapeva perfettamente che lui era risultato sieropositivo al test Aids, ma non voleva assolutamente limitare le loro effusioni con il preservativo. L'accusatore, Willi Nagel, considera il dettaglio del tutto Irrilevante. Lei aveva sedici anni, era Immatura, inesperta: toccava a Franco Imporre la elementare procauzione. Non io ha fatto, dunque è colpevole: e lo è anche se la trasmissione del virus di fatto non è avvenuta, come è stato fortunatamente il caso per Solly. Cosi Nagel chiede ai giudici che infliggano all'italiano sette mesi di carcere. Ma quello che conta non è tanto, sottolinea l'accusatore motivando la sua richiesta, la dimensione della pena, quanto il suo carattere esemplare in senso stretto: in presenza di un problema come l'Aids, argomenta Nagel, bisogna lanciare un avvertimento. Di tutt 'altro parere il giudice Rudolf F.eichart, presidente del tribunale di Xempten. Solly non ha forse testimoniato in aula che fu lei a respingere ogni cautela, in nome di un amore che voleva libero da ogni impaccio? La conseguenza giuridica è che non si tratta di lesioni da parte di Franco, che aveva proposto di usate il preservativo: ma di semplice autodanneggiamento da parte di Solly. Assolto dunque l'italiano dall'accusa che gli gravava addosso, e chiusa la vicenda penale, poiché l'autodanneggiamento non è punito dalla legge tedesca. La vicenda di Solly e Franco è stata seguita con molto interesse dalla stampa tedesca. C'è stata anche, a un certo punto, una procedura di ricusazione del giudici: l'Imputato aveva l'impressione, cosi il suo difensore, cho il giudizio nei suoi confronti fosse precostituito da un pezzo. Come ha precisato lo stesso accusatore Nagel, il processo si è svolto su un terreno vergine dal punto di vista giuridico. Secondo Nagel andava messo su un piatto della bilancia l'appagamento dell'Istinto sessuale, dall'altro il rispetto per la vita umana: un'ottica che avrebbe schiacciato Gorla. Ma nell'opinione di Brigitte Hoerster e Sebastian Cobler, i due avvocati che hanno difeso l'italiano, ciò che era in gioco in questo ' processo era il principio giù- ; ridico della riservatezza. il giudice, aveva chiesto la Hoerster, si ritiene forse in diritto di nascondersi sotto il letto, quando in una coppia c'è rischio di trasmissione dell'Aids? Altro elemento che ha complicato la vicenda il fatto che Franco, non appena ebbe i manifestato l'intenzione di sposare la ragazza, si vide minacciato: ritiro del permesso di soggior- j no. Questo, sostenne allora la pubblica accusa, non ha niente a che vedere con la : storia di SOlly: ha a che fare piuttosto con un precedente penale, cose di stupefacenti. Ma quelli', è roba vecchia, protestò subito la difesa: accusando la giustizia di volere compiacere certe tendenze estreme, tipicamente bavaresi, in materia di lotta contro l'Aids. Alfredo Venturi
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