«In Urss diecimila milionari»

«In Urss diecimila milionari» Inchiesta sui patrimoni frutto di traffici e corruzione «In Urss diecimila milionari» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — In Unione Sovietica ci sono almeno trecento milionari «ufficiali», cioè riconosciuti e «ammessi». Legali, dunque. E fino a diecimila milionari «non ufficiali», gente che si è arricchita al di fuori della legge, con traffici di varia natura ed entità, o attraverso le strade nascoste ma redditizie della corruzione. E' una valutazione del Gosplan, l'Ente per la pianificazione, resa nota da Tatiana Ivanovna Koriaghina, responsabile del dipartimento 'Problemi sociali e previsioni sul benessere del popolo sovietico». Si tratta di una stima ancora provvisoria: l'indagine, avviata dopo la riunione del Consiglio dei ministri dedicata all'economia sommersa o, come si dice in Urss, «dell'ombra», ancora non si è conclusa. E neppure sono noti, per ora, dati più precisi sull'entità delle ricchezze. Quanto al nomi, Tatiana Ko- riaghina non ne ha forniti, limitandosi a ricordare, a proposito dei 'patrimoni non ufficiali», che negli anni della stagnazione brezneviana -qualcuno ha messo le mani sul fondo dei diamanti e nelle riserve di preziosi dello Stato». Sarà interessante, naturalmente, conoscere questo elenco, il primo mai messo a punto, nel quale rientreranno forse (fra gli ufficiali) cantanti di gran nome, qualche attore e qualche scrittore, ma difficilmente uomini dell'apparato. Ma vale notare, intanto, quali riflessi potrebbe avere la pubblicazione di una «lista dei milionari». Tempo fa, la Literaturnaia Gazeta avviò un dibattito sul tema: c'è da vergognarsi a guadagnare bene? Una delle risposte più insistenti era che la famiglia media, in Urss, possiede beni per diecimila rubli, venticinque milioni di lire al cambio ufficiale; ma che il tre per cento dei ri¬ sparmiatori possiede pressapoco la metà dei depositi totali delle Casse di risparmio: in media, alméno ventimila rubli, oltre quaranta milioni di lire. 'Differenze del genere non devono esistere, in un Paese socialista», notava un lettore. Da quando, poi, la legge sulle coooperative ha liberalizzato il lavoro individuale, il numero dei ricchi «ufficiali» è cresciuto con una. rapidità straordinaria ma non del tutto inattessa, per la verità: la lasciavano già intendere, nel recente passato, le dimensioni del mercato e del lavoro nero, quell'economia sotterranea che la legge ha fatto in parte riaffiorare anche per poterla controllare. Da allora, la polemica sui ricchi è riaffiorata con un'enfasi e una caratteristica del tutto nuova. E' un fenomeno inedito per rurss: l'irruzione di guadagni molto al di sopra della norma si è avviata con la benedizione della legge, e su scala potenzialmente ampia. Per quanto leciti, questi guadagni dirompenti hanno riproposto la discussione sulla moralità della ricchezza, e della ricchezza potenziale: con la legge sul lavoro individuale, si è affermata per la prima volta la possibilità di guadagnare molto senza trafficare in diamanti e senza sottrarre soldi allo Stato, come ai tempi di Breznev e dei suoi satrapi uzbeki; e senza far parte di caste, senza essere sfiorati da particolari privilegi; senza essere attori o cantanti di gran fama; impegnati tutto l'anno in tournée all'estero e per questo ricompensati molto bene e in valuta forte, per di più. Oggi è sufficiente, in via di principio almeno, fare un lavoro come tanti; uguale, nella forma, a . quello di milioni di altri stipendiati dallo Stato. La ricchezza forse diventerà un argomento «laico» anche in Urss. e. n.

Persone citate: Breznev, Tatiana Ivanovna Koriaghina, Tatiana Ko

Luoghi citati: Mosca, Unione Sovietica, Urss