Assalto a una caserma Morti in Argentina

Assalto a una caserma Morti in Argentina Battaglia di 7 ore per snidare misterioso commando Assalto a una caserma Morti in Argentina Impiegati anche carri armati - Ribelli di sinistra o militari golpisti? NOSTRO SERVIZIO BUENOS AIRES — Sono passati meno' di due mesi dall'ultima rivolta militare e in Argentina è di nuovo emergenza: un misterioso commando formato da almeno una cinquantina di persone. In abiti civili, ha assaltato una caserma a dodici chilometri dalla capitale, trincerandosi all'Interno. La polizia e unità dell'esèrcito hanno circondato l'edificio e si è accesa una violenta battaglia durata sette ore con l'impiego di armi pesanti e carri armati prima che le unità fedeli al governo riprendessero il controllo della caserma. Il bilancio dei feroci combattimenti per snidare gli uomini asserragliati nella guarnigione sarebbe di almeno una ventina di morti e di decine di feriti. La matrice ideologica degli assalitori è ancora un mistero. Dapprima si è parlato di guerriglieri dì sinistra anche perché, secondo i testimoni, tra gli assalitori ci sarebbero alcune donne. Poi ha preso maggior credito l'ipotesi che si tratti di sostenitori del colonnello Rico e del maggiore Seineldin, i due ufficiali promotori degli ultimi tentativi di golpe che hanno fatto tremare il regime democratico di Alfonsin. Un altro tassello dunque del ricatto che le forze armate stanno tentando nei confronti del potere civile per strappare una generale immunità a favore degli ufficiali coinvolti nella «guerra sporca», la sanguinosa repressione condotta durante 1 sette anni di dittatura militare. Un comunicato del governo ha parlato soltanto di 'bande armate di delinquenti con alta preparazione militare». Teatro dell'assalto la caserma del terzo reggimento di fanteria, una delle maggiori unità dell'esercito argentino, a La Matanza, una località suburbana della capitale. In questo periodo la maggior parte dei soldati di guarnigione è in licenza e il presidio è formato da un centinaio di uomini. Alle tre di notte il silenzio è stato squarciato da alcune esplosioni nel cortile della caserma. Tre ore dopo, approfittando anche della confusione, gli assalitori hanno fatto scattare il loro plano: a bordo di ur. < tiionedl alcune automati' uanno assalito il posto di guardia, sfondando il cancello e facendo irruzione nell'interno. Secondo un'agenzia di stampa hanno lanciato alcuni volantini in cui si inneggia agli autori degli ultimi due pronunciamenti. il commando, che disponeva di armi pesanti, si è subito barricato nell'edificio del circolo ufficiali e ha fatto uscire dalla caserma un gruppo di soldati di leva sorpresi disar¬ mati. n presidio è subito stato circondato da ingenti forze di polizia che hanno iniziato una fitta sparatoria mentre a Buenos Aires scattava per l'ennesima volta l'emergenza (1 tentativi di insurrezione militare sono stati quattro negli ultimi 21 mesi). Attorno alla Casa Rosada è stata rafforzata la guardia, e 11 presidente Alfonsin ha preso direttamente 11 comando delle operazioni; l'aereo presidenziale ha riportato nella capitale da Mar del Piata vari ministri tra cui quello della Difesa, Jaunarena, e degli Esteri, Caputo. Il comando delle operazioni è stato affidato al capo dell'esercito. Gassino, in carica da poche settimane dopo le dimissioni del generale Candì, Nella vicina città di La Piata è stato mobilitato il settimo reggimento di fanteria che ha inviato rinforzi agli agenti e ai soldati impegnati negli scontri con il commando. Per molte ore si sono succedute notizie confuse mentre la popolazione veniva fatta allontanare da alcune abitazioni vicine e il traffico deviato: a causa della sparatoria si è sviluppato un incendio di vaste proporzioe. st. (Continua a pagina 2 in settima colonna)

Persone citate: Alfonsin, Caputo, Rosada, Seineldin

Luoghi citati: Buenos Aires