In casa di Zavarov di Gian Paolo Ormezzano

In casa di Zavarov Sacha abita ai piedi della collina torinese In casa di Zavarov Ogni sera a lezione di italiano (che parla già benino) • «Non c'è noia nella mia . vita» - Un poster di Maradona nel salotto: «Perché è un campione», spiega TORINO—Siamo entrati nella casa di Zavarov, e può darsi che questo sia 11 modo migliore per entrare nel personaggio. Una visita non lunga, un'accoglienza molto cordiale. Il giornalista è stato introdotto al primo piano della villetta semicollinare da Ettore Marzocchi, l'uomo che cura la sezione calcio nella Doma, cioè l'agenzia che ha ormai l'esclusiva delle trattative con lo sport sovietico per trasferimenti di atleti all'estero, contratti pubblicitari, sponsorizzazioni (abbiamo visto la lettera d'incarico del ministero dello Sport, è chiarissima). Marzocchi portava a Zavarov il contratto con la Kronos, neo-industria friulana di abbigliamento sportivo, lo sport sovietico otterrà le royalties sul prodotto venduto grazie anche alla pubblicità che farà fi calciatore: al quale chissà se toccherà qualche soldino, è una faccenda difficile, delicata. Zavarov viene chiamato Sacha, che è anche il nomignolo del suo primo figlio. Il secondo figlio, cinque mesi, si chiama Valéry, ma siccome assomiglia molto al padre viene chiamato Sacha pure lui. CI sono, nel salotto buono, maschere di carnevale, su una sta scritto «Sacha», chissà per quale del tre Sacha è. Con Zavarov abbiamo parlato in italiano. Lentamente, cercando le parole più semplici. Ogni giorno, dalle 18,30 alle 20, lui studia italiano con un ragazzo di Torino che ha studiato il russo. Soltanto conversazione. «Non mi serve scrivere, non ho bisogno di scrivere in italiano: dice Zavarov. La casa è un cinquecento metri dietro la sede della Juventus. Al primo plano Sta la famiglia,di un dirigente industriale, tifoso, già amico di Sacha. L'alloggio degli Zavarov, per quel che abbiamo visto, è molto bello: arredato con cose italiane, alle pareti quadri di buoni autori piemontesi. Due enormi poster: uno di Zavarov, l'altro di Maradona. Perché Maradona? Risposta molto semplice e molto chiara: «E'un campione». Zavarov ammette che la vita gli va bene. «Bella casa, peccato che non sia la mia». Non ti annoi? «No. Due figli, la moglie che mi usa come autista. Scendiamo in città, lei fa le compere, io aspetto nell'auto: E quando i figli ti lasciano in pace e la moglie non ti reclama, cosa fai? «Leggo. Libri russi di storia. Enciclopedie. Adesso dovrebbero cominciare ad arrivarmi i giornali dal mio Paese: E i giornali italiani? «Vedo che scrivono molto su di me, non li posso leggere, per ora: Sembra che gli esca un fumetto dalla bocca: comunque non li leggerò mai. Dicono alla Doma che soltanto un grande club come la Juventus, in una docile città come Torino, poteva garantirgli una vita così calma: «A Roma, a Napoli, anche a Milano si sarebbe perduto, per i troppi assalti'. La Juventus trattava Zavarov da sola, la Doma è arrivata à regolare soltanto l'ultima parte delle trattative. Ma quando è stata ora di usare Zavarov per lo spot televisivo prò abbonamenti, la Juventus ha segnalato l'esigenza alla. Doma: cose molto .torinesi, molto apprezzate anche in Liechtenstein, dove l'agenzia ha sede. Sacha, i nostri difensori ti minacciano, ti insultano, oltre a picchiarti? «Non sono cosi cattivi. Qualche botta, non per far male. Mi dicono che in Spagna e Francia ti marcano meno stretto, ma quando ti colpiscono vai in ospedale. Parole? Nessuna, non mi dicono niente e io si capisce non dico niente a loro». Ma allora qual è il problema tuo nel nostro calcio? Qui l'italiano suo non basta. Viene fuori che 11 problema è un sibilo: il sibilo con cui lui cerca di spiegare che gli avversari ed anche i compagni gli fischiano intomo come pallottole, andando di qua e di là, con una velocità, un accanimento ignorati nel calcio che ha lasciato. Li mima anche, si ride, sembra Gatto Silvestro circondato da tanti Speedy Gonzales. I contatti con il calcio sovietico? «Ho sempre la Nazionale». Ma se Lobanowski non ti convoca? «Mi convoca, mi convoca. E poi io sono uno che torna a casa appena può». Dicono alla Dorna: dobbiamo conservargli l'immagine perfetta per quando rientrerà nell'Urss, senza fargli commettere errori che là risulterebbero pesanti. La Juventus aiuta molto. Ci sono invece già problemi a Tolosa per Kidlatullin, se ne temono a Siviglia per D asale v. La casa ha una bella cucina in finto legno. Problemi per il cibo? «Nessuno'. Si toma nel salotto buono, c'è un grande televisore. Cosa segui? «Tutto e niente. Mi dicono che certe mattine, alle 7, la televisione italiana trasmette pezzi del telegiornale sovietico. Ma io dormo, a quell'ora'. Perché non metti un'antenna parabolica, per captare anche lUrss? «Entro febbraio: E" sempre la Juventus che pensa a tutto. Zavarov fa pochi soldi, ma vive da gran ricco. Ha una Panda, ma sta arrivando la Thema. Soltanto il telefono è un problema: si è rotto e il tecnico non ha potuto ripararlo subito. In Italia è cosi, gli diciamo, negli Stati Uniti ti mettono un telefono nuovo In mezz'ora, sono 1 miracoli dell'industria privata. E nell'Unione Sovietica? Sguardo al cielo. Sei già stato in America, Sacha? «Si, due volte, con la Dinamo Kiev. Ho visto Los Angeles'. Sempre sorrisi, pose da gattino su grossi divani, qualche niet quando il figlio di cinque anni gli pone problemi. «Dal prossimo anno va a scuola. In una scuola italiana: Ogni tanto parole italiane preziose, frasi costruite bene. Sacha senior appare intelligente, attento, furbo, cortese. In maglietta bianca e pantaloni della tuta («fa caldo, mi dicono che questo è l'inverno torinese più caldo degli ultimi anni») sembra più atletico che in divisa da gioco., Anche le movenze sono da gatto. E offre risate repenti, da uno che si diverte davvero, e con poco. Non ha e non vorrà mai avere il possesso dell'italiano per frasi polemiche, violente, dure. Le interviste sensazionali che rilascerà saranno inventate, pensiamo. Ci hanno chiesto, prima di portarci da lui, di non parlargli di quel Titov sovietico, ex ginnasta e ora dirigente, che non è stato gentile con Sacha: sembra che in Unione Sovietica sia già scattato dall'alto il meccanismo di crìtica per quello che ha detto. Zavarov deve- dare soltanto segni, segnali di tranquillità. Sennò non partono anche Mitchailicenko e Protassov, che comunque per almeno un altro anno dovrebbero stare là, e bisogna «accontentarsi» di Demianenko e E e ssano v. Ultima domanda a Sacha, sui ciclisti russi che fanno i professionisti qui, con l'Alfa Lum: li conosce, li incontrerà? «Non so, credo di si (sguardo da SOS puntato su Marzocchi). Comunque Soukorucenkov da noi è popolarissimo, io sono stato, da ragazzo, suo tifoso». Poi una stretta di mano forte, come te la regala ogni russo dopo che ti ha ammesso a casa sua. Gian Paolo Ormezzano Sacha Zavarov visto da Franco Bruna