Scuola fino a 16 anni ma è subito polemica di Maria Grazia Bruzzone

Scuola fino a 16 anni ma è subito polemica Galloni presenta la riforma delle superiori Scuola fino a 16 anni ma è subito polemica I laici non vogliono che l'obbligo sia esteso ai corsi professionali ROMA — n ministro della Pubblica Istruzione presenta ai partiti l'atteso testo di legge che testo riforma la scuola superiore e innalza l'obbligo a sedici anni. Ed è subito polemica. Socialisti, repubblicani e sociademocratici accusano Galloni di aver cambiato all'ultimo momento le carte in tavola inserendo, per compiacere una parte della de, una norma chiave che permette di ottemperare all'obbligo scolastico anche nei centri di formazione professionale: quelli gestiti dalle Regioni e quelli (e sono la maggior parte) in mano a enti e congregazioni religiose. I liberali, per bocca del responsabile scuola Martina, dichiarano sdegnati dì non aver mai ricevuto alcun testo. Gli esponenti della maggioranza avranno di che discutere mercoledì prossimo nel vertice sulla scuola convocato dal ministro. Ma vediamo intanto i punti essenziali del disegno dì legge Galloni: un provvedimento che tenta di dare concretezza all'impegno programmatico del governo di alzare l'obbligo scolastico. Un impegno non facile. Basti dire che al Senato giacciono quattro disegni di legge, uno dei quali dello steso partito democristiano a cui appartiene Galloni. In dieci scarni ma densi articoli, il ministro propone una serie di principi che mediano fra i progetti emersi nel corso di un dibattito che dura da vent'anni. La nuova scuola superiore, cosi come la prospetta Galloni durerà tutta cinque anni e sarà variamente articolata. L'attuale proliferazione di licei e istituti tecnici di ogni genere verrà ricondotta a cinque «ambiti»: 1) Linguistico-storico-letterario (corrispondente a grandi linee all'attuale «classico», con la grande novità di un liceo linguistico pubblico oggi inesistente) ; Scienze umane e sociali (vicino alle odierne magistrali); Arti e tecnologie professionali (dietro cui sono riconoscibli istituti tecnici e professionali); Artistico (vedi i licei artistici e istituti d'arte). In ogni ambito poi, accanto alle materie di area comune e alle materie specifiche a uno o più ambiti, saranno individuati gli indirizzi tra i quali gli studenti potranno optare già dal primo anno. A questo proposito il testo, che si presenta come una legge quadro con ampie deleghe su questioni specifiche, non è volutamente preciso. In sospeso resta dunque per il momento tutta la diatriba sui programmi di studio, in particolare sulle materie che comporranno l'«area comune» che dovrebbe essere l'essenza della nuova scuola «unitaria ma differenziata» (sicure sono: italiano, matematica, una lingue straniera, elementi di diritto e ecconomia, storia oltre a educazione fisica e religione; incerte le scienze, anche per il carico di ore di studio per gli alunni). In compenso vengono precisati i meccanismi di valutazione e di passaggio da un indirizzo all'altro o addirittura dalla scuola alla formazione professionale e viceversa. Alla fine di ogni anno di corso verrà rilasciato un certificato che attesta la frequenza e la valutazione del profìtto. Ed è questo certificato che consentirà allo studente di spostarsi non solo in classi di scuole pubbliche con caratteristiche diverse, ma anche verso la formazione professionale. O da questa il giovane lavoratore potrà tornare nella scuola, in una inedita «circolarità». Come dire che, chi a quattordici anni decide di prepararsi al lavoro frequentando i corsi regionali o privati potrà poi, volendo, ritornare nella scuola di Stato. E' una meccanismo che mantiene però in vita due livelli di scuole, normali e professionali, contraddicendo il principio dell'«unitarietà- caro ai socialisti. Oltre a riproporre nei fatti quella «parità- fra scuola privata e scuola pubblica osteggiata dai laici e soprattutto dai repubblicani. •Tutto l'obbligo deve rientrare nella scuola di Stato: su questo punto la versione attuale del testo ci pare ancora ambigua- commenta la responsabile scuola del pri Ethel Serravalle. Per il socialista Orazio Niceforo -cosi com'è il testo andrebbe respinto». Il responsabile scuola media del psi ricorda l'impegno del ministro verso una scuola "una e molteplice["la metafora usata era quella del Giano Bifronte'). Ma v..de una possibilità di compromesso proprio nel principio della «circolarità» introdotto da Galloni. E nei meccanismi, in parte già previsti nel testo, per recuperare alla scuola quella enorme fascia di studenti che in un modo o nell'altro abbandona lo studio. Tra coloro che frequentane i corsi dì formazione professionale 8-9c/f), quelli che smettono (o hanno già lasciato la media: 127< in tutto) e gli studenti che abbandonano le superiori dopo il primo anno (20%), si arriva oggi al 40 per cento della fascia di età tra i quattordici e i sedici anni. Spiega Niceforo: -Con i centri di formazione privati si potrebbe pensare a delle convenzioni».: -rt Maria Grazia Bruzzone

Persone citate: Artistico, Ethel Serravalle, Galloni, Niceforo, Orazio Niceforo

Luoghi citati: Roma