L'incoronazione di Graziano V di Fulvio Milone

L'incoronazione di Graziano V Da ieri l'ultimo erede del clan camorrista è sindaco di Quindici L'incoronazione di Graziano V Eletto all'unanimità dal Consiglio comunale tra gli applausi dei sostenitori • E' il quinto in famiglia a diventare primo cittadino - «Questo municipio sarà come una casa di vetro, dove regneranno trasparenza, onestà e capacità» • «Le cosche? Non so che cosa siano» - Nelle elezioni di dicembre ha guidato la lista psdi alla maggioranza assoluta DAL NOSTRO INVIATO QUINDICI — -Prometto lealtà alle istituzioni, mi accollo volentieri l'onere di servire il Comune nel pieno rispetto della legalità. Questo municipio sarà come una casa di vetro, dove regneranno trasparenza, onestà e capacità». Sono le 5 del pomeriggio, e su Quindici è già calata la sera quando Carmine Oraziano, ultimo rappresentante di una delle più potenti dinastie camorrìste dell'lrpinia, pronuncia il suo primo, breve discorso da sindaco. Dai banchi dove siedono i 16 consiglieri socialdemocratici che l'hanno eletto all'unanimità e tra la folla dei 200 sostenitori si levano applausi scroscianti. In un angolo un gruppo di poliziotti e carabinieri osserva impassibile quell'uomo che continua a invocare a gran voce la legalità democratica ma non pronuncia mai la parola camorra. Eppure, se non proprio sull'aula del Consiglio comunale, il fantasma della mafia incombe davvero sul paese. E' addirittura visibile nella piazza principale, proprio sulla facciata riverniciata di recente del vecchio municipio, dove i pennelli non sono riusciti a cancellare i segni delle pallottole sparate cinque ansi fa dai rivali del cugino di Carmine, Pasquale Raffaele Oraziano, ex sindaco rimosso dal presidente Pettini perché camorrista e sodo in affari del boss Raffaele Gitolo. Oggi Pasquale è latitante, e in paese qualcuno giura che l'ex primo cittadino si nasconda sul monte Pratola, l'«Aspromonte tapino», che domina il piccolo Comune più chiacchierato d'Italia. Carmine Oraziano è il quinto sindaco di famiglia. Sulla poltrona che occupa da ieri si sono già seduti un suo vecchio cugino, Fiore, ucciso nel '72 nello Stadio Comunale, Pasquale Raffaele, sfuggito per un pelo all'arresto quattro anni fa, e 1 nipoti Eugenio, arrestato per omicidio venti giorni dopo l'elezione, e Carmine, costretto alle dimissioni dopo essere statò spedito in soggiorno obbligato in un Comune dell'Italia settentrionale. Ora tocca a lui, a «Oraziano V», come lo chiamano i suoi sostenitori. Quarantuno anni, sposato, due Agli, imprenditore edile («non ha dipendenti e possiede una sola ruspa», aggiungono i carabinieri), Carmine è l'unico esponente della famiglia senza precedenti penali' Il suo esordio ufficiale sulla scena politica di Quindici risale al novembre dell'anno scorso, quando si candidò nella lista socialdemocratica par le elezioni comunali del 19 dicembre. ^Ragazzi, se il sole nascerà per me sorgerà anche per voi», disse agli amici agitando una bandierina rossa con il simbolo del psdi. Cominciò cosi una campagna elettorale dall'esito scontato. La de è il pei, che partecipava alla consultazione sotto il simbolo della lista civica «La Torre», avevano pèrso consensi dopo 11 fallimento di una breve alleanza «ànti-camorra». Neanche l'altra lista civica, «La Colomba», capeggiata dall'esponente di un clan ri¬ vale dei Oraziano, Raffaele Casa, ex sorvegliato speciale, poteva impensierire la famiglia mobilitata al completo per l'elezione di Carmine. Il 19 dicembre, completato lo spoglio delle 1650 schede valide, Quindici scese In piazza per celebrare la vittoria di Carmine Oraziano. Sorridente, il sindaco in pectore non si sottrasse alle domande dei cronisti. "La camorra? Non so neanche cosa sia. Sono vissuto a lungo negli Stati Uniti, al mio ritomo ho preso la tessera del psdi. La politica ce l'ho nel sangue», rispose a chi gli chiedeva un commento sulle imprese della sua famiglia. Ieri, il Consiglio comunale si è riunito per la proclamazione, ancora una volta scontata, di «Oraziano V». La seduta è durata appena 50 minuti. E' stata aperta dal commissario prefettizio Pasquale Napolitano, che per quattro mesi ha retto le sorti del Comune ridotto per anni ad un feudo della camorra. In pochi minuti il giovane funzionario ha raccontato di aver trovato «un municipio sprofondato nel caos, senza regole né certezze amministrative», ma di essere comunque riuscito a ristabilire un minimo di correttezza nella gestione della cosa pubblica. Un'altra manciata di minuti è bastata ai consiglièri per formare la nuova giunta: i quattro assessori effettivi e i due supplenti sono stati nominati tutti nelle file del psdi, forte di 16 seggi contro 1 4 della de. Poi, la formalità dell'elezione di Carmine Oraziano, che ha raccolto tutti i voti del psdi. I quattro democristiani hanno inserito schede bianche nell'urna. Ma non hanno applaudito, al momento della proclamazione, il nuovo sindaco che reggeva tra le braccia grossi mazzi di fiori. Fissavano in silenzio l'uomo che prometteva -legalità e trasparenza», sorridente nonostante il lutto rer cente in famiglia. Chi sa se in quei momenti «Oraziano V» ha pensato ai due suol nipoti, uccisi neanche un mese fa in un regolamento di conti. Fulvio Milone

Persone citate: Carmine Oraziano, La Torre, Napolitano, Pratola, Raffaele Casa, Raffaele Gitolo

Luoghi citati: Italia, Stati Uniti