Gli equivoci del sindacato di Giovanni Trovati

Gli equivoci del sindacato Il caso Bolaffi e le nuove regole per le relazioni industriali Gli equivoci del sindacato (Crisi di rappresentatività, calo delle tessere: la ricerca delle cause) Gli scioperi appena sospesi nel settore aereo, gli scioperi minacciati nel settore ferroviario, le trattative per il contratto del pubblico impiego, lo stesso caso Fiat sollecitano una soluzione per il problema della rappresentatività del sindacato, della sua capacità di raccogliere i consensi dei lavoratori e del suo potere contrattuale. In mancanza di una norma può accadere che una piccola minoranza contesti l'accordo raggiunto dalla maggioranza — come, ultimo caso, nel settore dei controllori di volò — e che il governo si trovi a trattare con una controparte frantumata in minisindacati, come adesso per il pubblico impiego. La proposta del ministro Pomicino di fissare una soglia minima del 5 per cento è stata giudicata un atto contro la libertà di associazione. All'estero la soglia minima c'è: ad esempio in Francia e in Germania è del 10 per cento! Sul caso Fiat, Bruno Manghi, segretario della Cisl torinese, ha pubblicato un'attenta analisi che egli considera un tentativo di «interpretazione» delle possibili responsabilità. Scrive: «Se (...) facciamo discendere la debolezza sindacale alla Fiat dal timore e dalla paura, commettiamo un errore grossolano. Sono gli stessi lavoratori in tutti i recenti sondaggi a dirci che la scarsa adesione deriva, prima che dal comportamento aziendale, da altri fattori: scarsa solidarietà, difetti del sindacato, divisione, eccesso di politica ecc.». Rifacendosi alla storia di questo dopoguerra sostiene che «tutti gli episodi di repressione collettiva non appaiono mai come la causa, bensì come la conseguenza di una perdita di consenso sindacale». Nei Paesi industrializzati la sindacalizzazione va da un massimo del 96 per cento della Svezia, del 95 della Danimarca a un minimo del 28 per cento del Giappone e del 17 per cento degli Usa. In Inghilterra si aggira sul 51 per cento, con tendenza a diminuire, in Germania da un decennio è ferma sul 43 per cento. L'Italia ha visto una crescita negli Anni 70, dal 39 al 51 per cento, poi un declino a cominciare dal 1981: secondo il Cesos oggi saremmo al 45 per cento, secondo la Cisl al 39,7. Nell'aprile scorso, in polemica con Pizzinato che chiedeva una verifica delle deleghe, Benvenuto affermava sul Corriere della Sera che «alla Fiat ha le nostre tessere soltanto il 15 per cento dei lavoratori», e che in generale sono le nuove leve a non volerle: «su 700 mila giovani assunti con i contratti di formazione solo 15 mila sono iscritti al sindacato». L'ultimo rapporto Censis rileva che la componente dei pensionati raggiunge il 40 per cento del totale degli iscritti della Cgil e della Cisl. E' inferiore per la Uil. Un'indagine della Cisl sui lavoratori dipendenti, e che prende in considerazione anche le ripartizioni territoriali, porta a constatare che «sono state proprio le situazioni più dinamiche in termini produttivi ed occupazionali ad accusare le perdite maggiori». Tra i tanti motivi delle perdite viene indicato il «comportamento opportunistico». Dice Benvenuto: «Gli iscritti pagano tantissimo al sindacato,- l'uno per cento della retribuzione. E i non iscritti hanno gli stessi diritti: il vero problemi è pro¬ prio chi beneficia dei risultati sindacali senza dare alcun contributo». Per uscire da un equivoco che rischia di compromettere i rapporti tra sindacato e aziende, gli studiosi del diritto del lavoro suggeriscono una ■ •'(fondazione costituzionale del sistema sia di rappresentanza sia di negoziazione». Su questo tema della rifondazione, che poi vuol dire adeguare il sindacato al nuovo modo di produrre, è caduto Guido Bolaffi, segretario nazionale della Fiom. Egli proponeva — ha spiegato a Repubblica — «un'accettazione (non solo a parole) della compatibilità dell'impresa per ottenere, proprio in base a questo, il riconoscimento dei diritti del sindacato e dei lavoratori con regole bilaterali». Sconfitto, ha dovuto abbandonare la carica di responsabile del settore auto. E' difficile liberarsi delle vecchie concezioni: è certo però che non servirebbero soluzioni imposte secondo i rapporti di forza, perché favorirebbero gli estremismi e esalterebbero la conflittualità. • Giovanni Trovati

Persone citate: Bolaffi, Bruno Manghi, Guido Bolaffi, Pizzinato

Luoghi citati: Danimarca, Francia, Germania, Giappone, Inghilterra, Italia, Svezia, Usa