Lo scandalo tocca l'Eliseo di Enrico Singer

Lo scandalo tocca L'Eliseo Si sta allargando in Francia il «girone politico» del caso Pechiney Lo scandalo tocca L'Eliseo L'organismo di controllo della Borsa scopre che il più importante beneficiario della speculazione è il finanziere Pelat, intimo amico di Mitterrand - La Presidenza: piena fiducia nella magistratura DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — n -girone politico» dello scandalo Pechiney assedia, ormai, l'Eliseo. Il più importante beneficiario del caso di speculazione è uno dei migliori amici del presidente Mitterrand: il finanziere Patrice Pelat. n suo nome era emerso sin dal primo momento nella lista dei possibili colpevoli assieme a quello di Max Théret, altro grand patron di fede socialista e di frequentazioni presidenziali. Ma ieri il ruolo di Pelat ha fatto un balzo: è passato da quello di comparsa a quello di grande protagonista. O meglio, di grande imputato. Patrice Pelat avrebbe acquistato 50 mila azioni — e non 10 mila, come già si sapeva — del gigante americano dell'imballaggio, Triangle, giusto in tempo per rivenderle all'industria di Stato francese, Pechiney, con un gua¬ dagno di due miliardi e mezzo di lire. Sommando le 50 mila azioni di Pelat alle 32 mila «trattate» da Max Théret, il conto è semplice: la fetta più grossa delle 220 mila azioni sarebbe andata ai due •amici del Presidente». Per di più, Patrice Pelat avrebbe rastrellato il pacchetto «supplementare» di 40 mila azioni con un'operazione mascherata, condotta attraverso una banca svizzera e un'altra lussemburghese. Un'operazione coordinata con quella fatta attraverso una banca parigina sui primi diecimila titoli. Una specie di doppia rete di sicurezza che, in caso di inchiesta, doveva tenerlo nel limbo dei «pesci piccoli». Ma le precauzioni del finanziere non hanno funzionato. D vero ruolo di Patrice Pelat è stato scoperto dalla Cob, l'organismo di controllo della Borsa francese, ed è illustrato in un rapporto riservato che Mitterrand ha trovato sulla sua scrivania, venerdì sera, quando è rientrato a Parigi da Bonn dove aveva partecipato alla festa per i 75 anni dell'ex Cancelliere tedesco Willy Brandt. «Un rapporto che ha creato una certa costernazione nel Presidente», come ha scrìtto il giornale Le Monde che ha lanciato ieri questa nuova «bomba» e che nessuno ha smentito. Anzi, l'unica reazione dell'Eliseo è stata un comunicato che esprime «piena fiducia nella Cob e nella magistratura» e che conferma, cosi, la sostanza delle rivelazioni. Secondo Le Monde, c'è un solo dubbio: Patrice Pelat ha un figlio che porta il suo stesso nome. Le 40 mila azioni potrebbero essere state acquistate dal Patrice Pelat junior. Ma questo appare davvero un dettaglio. Quello che conta e che imbarazza sono i legami tra Mitterrand e il finanziere: un uomo che i conoscitori delle storie del Palazzo parigino chiamano il 'Vicepresidente». Francois Mitterrand e Patrice Pelat si sono conosciuti in un campo di concentramento tedesco, hanno combattuto insieme nella Resistenza (il «colonnello Patrice» era il superiore del «capitano Morland») e, da allora, sono rimasti grandi amici. Anche se le loro strade pubbliche si sono allontanate — la politica per Mitterrand, gli affari per Pelat — le loro strade private sono rimaste intrecciate. Tra l'altro, Mitterrand ha incontrato Danielle Gouze, diventata poi sua moglie, grazie a Patrice Pelat. E, fino all'esplosione dello scandalo Pechiney, l'anziano fi¬ nanziere (ha 71 anni) era il più assiduo accompagnatore del Presidente nella passeggiata pomeridiana per le strade di Parigi. Certo, questo non significa che l'informazione sull'imminente acquisto dell'americana Triangle da parte della Pechiney sia ' arrivata alle orecchie di Patrice Pelat dalla bocca di Mitterrand. Ma che V"illustre amicizia» sia stata utile al finanziere per entrare nell'operazione è qualcosa di più di un sospetto e vale anche, per Max Théret. E non a caso, ieri, il Wall Street Journal ha scritto che la nuova amministrazione americana ha in mano dei documenti — l'inchiesta svolta dall'organismo di controllo della Borsa di New York — «cfte potrebbero destabilizzare il potere socialista in Francia». Enrico Singer

Luoghi citati: Bonn, Francia, New York, Parigi