La figlia di Saragat al psdi «Lasciate in pace mio padre»

La figlia di Saragat ai psdi «Lasciate in pace mio padre» Sia Cariglia sia i suoi oppositori si richiamano al fondatore del partito La figlia di Saragat ai psdi «Lasciate in pace mio padre» La signora Santacatterina appare infastidita: «No c'è alcun testamento politico» ROMA — «lo vorrei che il nome di Giuseppe Saragat In questo momento fosse lasciato in pace». La signora Ernesta Santacatterina, figlia di Giuseppe Saragat, parla con voce malinconica di questa disputa che si è accesa sul testamento politico del padre del psdi. Non le fanno sicuramente piacere le tante dichiarazioni sui giornali di esponenti socialdemocratici che proclamano ai quattro venti di essere i veri eredi di Saragat, E tantomeno quelli.che si rifanno alle idee del fondatore del psdi o per aderire al psi, o per rimanere nel partito. Lei non ha mal fatto politica attiva. Ha solo seguito con passione l'esperienza paterna e, mancando lui, non sarà presente neanche lei al prossimo congresso socialdemocratico. — Signora, nel psdi tutti dicono di essere 1 depositari del testamento politico di suo padre. Chi ha ragione? «Io non voglio essere stru¬ mentalizzata. Può darsi benissimo che mio padre abbia detto qualcosa ad ognuno di loro. Ma non davanti a me. Non mi sembra giusto. Lui ha sempre voluto tenere la famiglia fuori dalla politica». — Ma tutti parlano di questo testamento... «Se lo avesse fatto, ci sarebbe. Invece non c'è». — II segretario del psdi Cariglia afferma che le ultime parole di Saragat furono: «Voglio morire socialdemocratico». Lei, signora, si ricorda l'episodio? «Guardi forse l'avrà anche detto, ma io non me lo ricordo». — Per qualcuno, suo padre voleva l'unificazione tra psi e psdi. E' d'accordo? «Io, guardi, non posso dire né sì né no. Mio padre in casa non parlava di politica». — Ma per lei chi ha ragione? «Non mi ricordo. Sono tutti amici. Quindi non voglio contraddire nessuno. Però...». — Però... «Mio padre voleva l'armonia in casa come nel suo partito. Questa è l'unica cosa di cui sono di sicura. Poi su tutto quello che. sta succedendo non posso dare un giudizio, io non mi sono mai occupata di politica. Non ho mai assistito a niente». — Lei vota per il psdi? «Certo, ho sempre votato per il partito di mio padre». — Signora, legge sui giornali quello che sta accadendo nel partito di Saragat? «Tt'tte queste cose preferirei non leggerle». — Quello che avviene nel psdi può danneggiare l'immagine di Giuseppe Saragat? «Quello che era mio padre tutti lo sanno. Per cui. non credo che quanto sta succedendo possa intaccare la sua memoria. Le idee di mio padre le conoscevano tutti». — Perché ha deciso di non occuparsi di politica? «Forse perché mio padre ne faceva troppa. Io per una vita ho convissuto con la politica. Sono nata quando mio padre era già all'estero. Era già fuoruscito. Ma né io, né mio fratello abbiamo fatto politica. Nessuno di noi ha fatto questa scelta. Soprattutto perché a me piace vivere tranquillamente». — Anche se non si è mai occupata di politica, pensa che sia venuto il momento di dar vita ad un solo partito socialista? «In questo momento non saprei cosa dire. Tutte queste vicende che si sono accavallate mi hanno confuso le idee». — Ma tutti i socialdemocratici si rivolgono a lei, dal segretario in giù, per convalidare la propria posizione. Come vive questa strana esperienza? «Sono degli amici, telefonano. Sono molto cari. Ma io politica non ne ho mai fatta. Lo sanno tutti. Per questo io voglio essere soprattutto lasciata in pace. Tanto testamenti politici scritti non ce ne sono». — Solo che se si desse retta a Cariglia, Romita, Longo, suo padre la pensava in un modo e contemporaneamente nell'esatto contrario.... «Io dico solo che mio padre aveva delle idee chiare e certamente non cambiava. Lo ha dimostrato nella sua vita: un'idea la seguiva fino in fondo. Era una persona molto decisa». — Ma non le pare un po' assurdo chiamare ad arbitro di una vicenda politica una persona che non c'è? «Meno si parla di una persona e meglio è. Soprattutto poi se questa persona non c'è più e non può dire quello che pensa, non può esprìmere il suo giudizio». — E tutto quello che sta avvenendo non le lascia un po', di amarezza? ! «Beh, uh pochino sì». '' Augusto Mlnzolini

Luoghi citati: Roma