Elvis mito kitsch a Venezia

Elvis, mito kitsch a Venezia Oggi al Padiglione Italia della Biennale la grande mostra dedicata al re del rock Elvis, mito kitsch a Venezia Dal museo di Memphis sono arrivate la sua Cadillac, la pistola d'oro, la sua collana di diamanti, le copertine e i dischi d'oro - Feste e balli in suo nome - Una gara tra i sosia - Attese le visite di Celentano, Arbore e Ron Wood DAL NOSTRO INVIATO VENEZIA — Uno spettro si aggira per l'Europa, è quello di Elvis Presley, l'uomo che ha inventato il rock'n'roll e ha trasformato i giovani in classe sociologica, il cantante-feticcio del Sne secolo. A lui, morto da più di dieci anni obeso, impasticcato e disperato ma ora più che mai considerato ancora vivo negli Stati Uniti, da biografi assurdi e speranzosi, è dedicata una mostra itinerante, «Elvis in Venice». che si apre oggi alle 16 nel Padiglione Italia della Biennale, secolarizzato per la prima volta a contenitore di reperti kitsch. La sua Cadillac lunga sette metri e con l'accensione in oro massiccio, i suoi distintivi di polizia ricoperti di diamanti, la sua pistola in oro 24 carati, una chitarra firmata, la collana favorita con altri ventotto diamanti, indumenti, copertine di dischi e dischi d'oro: tutto questo e altro, esposto in due sale e assicurato per più d'un miliardo, proviene dal museo dedicato a Presley nella città natale, Memphis ed è stato messo a disposizione dell'Europa per la prima volta. Ma altri tre spazi conterranno il materiale più curioso e sorprendente, gli oggetti/reliquia conservati dai collezionisti italiani, numerosissimi e la vera rive- lazione per The Times, che ha sbattuto l'avvenimento in prima pagina. Foglie raccolte sulla tomba di Presley a Graceland da una signora di Bologna; assicurata per un milione, una foto nel backstage d'una signora di Milano con la star; orologini, posaceneri, portapillole, bottiglie di vino friulano con la sua effige, libri, mani¬ festi, oggetti quotidiani trasformati in feticci per un mito che si è riattizzato ed ampliato fino a comprendere fra gli adoratori di oggi i teenagers, da Napoli a Torino. Se i giovani imitano, i cinquantenni collezionano. H campione è il signor Emilio Albino, quarantottenne di Tricesimo, che in questi giorni ha la casa praticamente vuota dopo averne prestati gli arredi alla mostra: giacche e magliette di Elvis acquistate in aste negli Stati Uniti, una Harley Davidson truccata come se fosse appartenuta a Lui, spartiti di canzoni riprodotti in argento, dipinti, fotografie di Elvis con Priscilla e la bimba in fasce, un orrendo profilo intagliato nel rame, un bellissimo juke box del 1957. Con l'aiuto di ulteriore materiale, soprattutto manifesti originali di altri miti, da Marilyn a James Dean, la mostra si dilata a rappresentare il contesto degli Anni Cinquanta in cui il mito è nato. «Cki è Elvis? E' l'inizio di tutto, è dio-. La definizione di Guido Toffoletti, trentottenne blues man veneziano volutamente lontano dai grandi circuiti musicali, estimatore e collezionista anche lui, rende bene l'idea che ha alimentato musicalmente, alle origini, questo curioso movimento: 'E' l'inventore del r'n'r, che è stata la prima fusion, fra musica bianca e nera». Il rock'n'roll come abbraccio storico fra due culture; ma anche per la cultura musicale contemporanea, da come ne parla Toffoletti, l'equivalente della sintesi hegeliana. Come sempre, la musica ha generato il fenomeno di costume; lo spettro di Elvis ha ripreso a volare nei cervelli giovanili liberati dai carichi più impegnativi delle generazioni precedenti. La sua figura è diventata e ridiventata quella del nume tutelare, un modello di bellezza, gioventù, successo, i miti di oggi incarnati da un ragazzo di ieri morto giovane. Gli organizzatori della mostra, Bruno Tosi e Rocco Zardinoni, con il patrocinio della Biennale e del Comune ma con soltanto i soldi degli sponsor (gli hotel Cipriani di Venezia e il Gorham di New York, la Sivi società di illuminazioni), non a caso hanno pensato di fare di questa iniziativa un'occasione per portare giovani al Carnevale di Venezia, sotto il fuoco delle polemiche perché troppo smorto. Tosi, inventore dell'«Omaggio a-Venezia» con Uto Ughi, si è buttato con baldanza in questo mondo cheap: ha già organizzato per il 30 gennaio un ballo in maschera a tema, «Americanate»; lancia un appello ai sosia di Elvis per una festa/raduno nei giorni prossimi che premi con un viaggio a Memphis il più somigliante. Ieri s'è fatto avanti un gondoliere, Roberto Pilla: ha un vestito tutto perline ad imitazione dell'originale che gli è costato due milionazzi. E' anche previsto un incontro con la scrittrice Erica Jong, nell'inattesa veste di fan di Elvis; ci sono trattative per far arrivare Ron Wood dei Rolllng Stones e speranze che sbarchino al Padiglione Arbore, Celentano ed altri estimatori, per alimentare le trombe. Fra fantasmi e kitsch, fra gioventù e miti e Carnevale, che la festa cominci, i Marinella Venegoni Roberto Pilla, il gondoliere sosia di Presley, a cavallo di una Harley Davidson (foto II Gazzettino)