Via libera all'AT&T

Via libera all'AT&T Anche Fracanzani favorevole alla scelta Italtel Via libera all'AT&T In vista un accordo globale con il colosso americano - Si parla anche di uno scambio azionario, ma la cosa è ancora da definire - A rilento il decollo SuperStet ROMA — Via libera anche da Fracanzani? Sembra proprio di sì. Anche il ministro delle Partecipazioni Statali è in sintonia con le scelte compiute dai manager delrItaltel per il partner estero. E quindi nulla più si oppone all'annuncio del passo finale verso la joint venture con il colosso americano AT&T, una comunicazione che sarà fatta ufficialmente entro la settimana pròssima. Fracanzani è convinto che la richiesta dei cosiddetti rilanci, cioè dei miglioramenti delle proposte aggiornate che i vari concorrenti, oltre alla società statunitense quelle europee come la tedesca Siemens, la francese Alcatel e la svedese Ericsson, hanno messo sul tavolo, sia stata la mossa decisiva per sbloccare la situazione. Slitta ancora, invece, l'esame dei disegni di legge preparati dal ministro Mammì sulla riforma delle poste e sulla azienda dei telefoni di Stato: ha minacciato le dimissioni se non saranno approvati dai suoi colleghi entro due mesi. Si è parlato anche di un dissidio tra Mammì e La Malfa sulla Superstet, ma gli uomini del segretario del partito repubblicano la definiscono «una falsità*. Dunque, la trattativa Italtel, ristagnata per mesi a causa dei veti politici poi superati grazie agli interventi di De Mita e di Craxi, nonostante le pressioni palesi e occulte di leader europei sul governo italiano per favorire questo piuttosto che quel gruppo, è uscita dal binario morto e si è messa sulla traiettoria giusta. La strada indicata a suo tempo da Marisa Bellisario, amministratore delegato dell'It alt ci. è stata la stessa percorsa dal suo successore Salvatore Randi che trascorre il weekend a Milano in attesa di rientrare a Roma per la conclusione della lunga vicenda. Ma la sua fatica non sarà terminata perché non si tratterà del matrimonio vero e proprio: solo il fidanzamento, per restare nella metafora, che esclude gli altri pretendenti dopo l'esame delle opzioni e il verdetto che sarà trasmesso al più presto alla Stet e quindi all'Iri. Per il rilancio dell'industria delle telecomunicazio¬ ni nazionale bisognerà aspettare ancora un po' di tempo. E' chiaro che la lunga attesa, se da una parte ha svantaggiato i due interlocutori in un mercato continentale in ebollizione dove valgono le decisioni rapide, dall'altra ha permesso di approfondire tutti i risvolti della strategia che si andava a delineare e che sarebbe ora racchiusa in un documento di sei punti che Italtel e AT&T custodiscono gelosamente, quasi per scaramanzia. Sarà un accordo globale che riguarderà la parte tecnologica, dove sarà salvaguardata quella Italtel con le sue centrali a commutazione digitale, la linea Ut; quella commerciale, con le opportunità che la joint riserva all'AT&T sul mercato italiano, che sarà un grande business con investimenti per migliaia di miliardi nei prossimi dieci anni, e all'Italtel sul mercato americano e nell'area dei Paesi in via di sviluppo; quella importantissima della ricerca verso le centrali del futuro, reti digitali in grado di trasmettere contemporaneamente voci, dati per computer e, più in là nel tempo, anche immagini televisive. Si parla anche di uno scambio azionario, ma negli ambienti direttamente interessati si afferma che questa parte è tutta da definire. Che l'annuncio sia questione ormai di pochi giorni lo testimonia anche l'agitazione che si raccoglie nel mondo sindacale: tutte e tre le confederazioni stanno mettendo a punto i problemi più impellenti nel confronto con Tiri e con la Stet. «L'accordo — ha dichiarato il segretario della Fiom, Giorgio Cremaschi — non può trascurare gli stabilimenti Italtel nel Mezzogiorno, in particolare quello di S. Maria Capua Vetere, che potrebbe ricevere, grazie al partner, un forte impulso nella telematica.» n governo, inoltre, deve garantire la possibilità di accordi produttivi parziali con gli altri soggetti presenti in Italia con propri centri di produzione. Sembra che questa sia, comunque, una strada percorribile, mentre il sindacato esclude «tagli» occupazionali in seguito alla joint venture, e. pa. Quanto ò grande Superstet Datl Rlsultato Numero In mlliardi Fatturato d'esercizlo dlpendenti STET 15.523 1.117 124.300 SIP 12.033 489 78.074 ITALTEL 1.175 106 9.507 i TALC ABLE 524 100 3.346 ASST 3.269* 343 13.200 'Totale entrate

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