Valentino ora chiede scusa «Non voglio lasciare Roma»

Valentino ora chiede scusa «Non voglio lasciare Roma» Il grande sarto ritira le accuse agli organizzatóri delle sfilate Valentino ora chiede scusa «Non voglio lasciare Roma» Telegrammi riparatori a Marta Marzotto e Marina Ripa di Meana ROMA — «Sono estremamente imbarazzato — dice Giancarlo Giammetti, amministratore delegato é socio della Valentino, all'indomani dell'attesissima sfilata —. Una dichiarazione intesa come stimolo a migliorare la qualità dell'Alta Moda a Roma è diventala una bomba, su cui la stampa ha voluto cosi tanto ricamare, lo ho inleso dire che a Roma non vengono più né la clientela, né la stampa internazionali, indispensabili per lo sviluppo di un'azienda come la nostra, che dà lavoro a migliaia di persone. A parte gli scioperi, degli aerei, una cattiva organizzazione sta respingendo gli stranieri, che per anni hanno seguito, amato e sempre sostenuto la moda italiana. E'l'ora che questa riveda la sua offerta di servizi, di ospitalità per chi voglia scendere a Roma. Solo così case di moda come la Valentino non saranno costrette a sfilare all'estero». Giammetti parla dopo che la conferenza stampa di mercoledì scorso, indetta per spiegare i motivi di una seconda sfilata a Parigi, è stata seguita da una serie di telegrammi di scuse alle Vip tacciate di -disgraziate donne in cerca di inutile pubblicità' e accusate di declassare, con la loro presenza di patite della mondanità, poco propense a diventare clienti paganti, le sfilate dove si decidono i de- stini dell'Alta Moda italiana, già così incerti rispetto alla doviziosa Haute Couture francese. Giammetti esprime infastidito imbarazzo, dopo che Valentino, ricevendo stampa e pubblico alla sfilata, ha gettato acqua sul fuoco. Intanto le croniste bistrattate, ore nove di mattina, (-La stampa non ama Valentino. Per voi il clou r'.e'.la settimana è il ritorno di Capucri, uno che sfila solo quando ha l'ispirazione, non il fatto che noi andiamo a sfilare a Parigi'), vedevano arrivare la sera fra abbracci e flash di fotografi divertiti le accusatissime Marta Marzotto, Marina Ripa di Meana. eccetera, radiose, spiritose. come se nulla fosse successo. Proprio nulla no; se Giancarlo Giammetti si proponeva di agitare acque stagnanti, a favore prima di tutto della Valentino ma anche dell'Alta Moda, ci è riuscito in pieno. Ecco come si fa a «sbattere» la moda in prima pagina. Agile volpe. Giammetti, alla guida dell'atelier più prestigioso della moda italiana, non ignora certo Machiavelli, che consigliava al Principe di inviare in una città da sottomettere un suo uomo "Crudele ed espeditO' per potere poi apparire saggio governatore. Lui. Giammetti. all'arrembaggio. Valentino rattristato, compito nel suo ruolo di pacifico ammaliatore di donne da vestire. Eppure un vero dolore palpitava nell'aggressività di Giammetti, la famosa mattina della conferenza stampa, quando ha denunciato una realtà ormai chiara agli occhi di chi si occupa di moda. A Roma non bastano i Valentino, i Ferré e pochissimi altri per far accettare un calendario, molto provincializzato, d'Alta Moda. -La cosa giusta sarebbe abolirla — dice Porlezza. che rappresenta la Taroni, la fabbrica comasca di sete a cui si rivolgono i massimi nomi della Haute Couture —. Certi riempitivi del programma sono penosi, certe cadute ài stilisti un tempo straordinari, insopportabili». Difficile — aeroporti in funzione o no — convincere la stampa internazionale, che con i suoi nomi riempie a Parigi un elenco di molte pagine, ad anticipare d'una settimana il viaggio oltreoceano o oltralpe, per assistere a Roma alle sfilate degli stilisti che contano ad un ritmo da contagocce. E' vero: fatta eccezione per la stampa italiana, che ha preferito certo raccontale le chiacchiere da campiello delle offese regine dei salotti invece delle scarse novità per la primavera, tolte le ultra Vip, cosa rimarrebbe del costante assembramento ad ogni sfilata? Lucia Sollazzo Roma. Valentino con le indossatrici dopo la sfilata (Ansa l