I sindacati contro Amato «Sbagliati tutti i conti» di Gian Carlo Fossi

I sindacati contro Amato «Sbagliati tutti i conti» I «La legge finanziaria è stata costruita sulla sabbia» ; ; ! — -—. :—!— I sindacati contro Amato «Sbagliati tutti i conti» «Servono misure radicali, non di generico contenimento, per ridurre il deficit» ; ROMA —n «'piano Amato» per la riduzione del deficit pubblico trova disponibili i sindacati, ma ad alcune condizioni e con una premessa Critica. Se ne parlerà certamente nel prossimo «vertice» ira governo e Cgil-Cisl-Uil sulla questione fiscale, previsto per martedì in una atmosfera meno tesa dei giorni scorsi: se.il presidente del Consiglio De Mita offrirà ritocchi al decretone su aspetti qualificanti (impegno a ridurre dal 26% al 25% l'aliquota Irpef sui redditi fino a 30 milioni annui, nessuno scambio tra Irpef e sterilizzazione dell'Iva, apertura sulla tassazione dei capital gains e limitazione del condono a favore degli autonomi) non si esclude un ripensamento sullo sciopero generale del 31 gennaio. | 'Nella sortita di Amato c'è un aspetto — osserva Giorgio Benvenuto, leader della Uil — che ci allarma non poco. A solo qualche settimana dall'approvazione della finanziaria, gli scenari economici bengono completamente ribaltati. All'improvviso ci si Irova di fronte ad una valutazione esattamente opposta a quella espressa da De Mita ai primi di gennaio, quando scrisse su un giornale economico che per l'S9 la situazione era tranquilla e che si doveva pensare al '90. Ci preoccupa la disinvoltura con cui si vara una legge finanziaria, che poi si scopre era stata costruita sulla sabbia'. Mario Colombo, segretario generale aggiunto della Cisl, incalza: 'Doveva dircelo allora, perché delle due, l'uno: 0 i conti sono stati sbagliati e, quindi, bisogna saperlo; oppure, sono stati occultati. In ogni caso, siamo dinanzi a proposte puramente congiunturali, mentre bisogna prendere decisioni di carattere strutturale. Da governante, Amato deve indicare percorsi non di generico contenimento'. La diagnosi del ministro del Tesoro sulle cause «scatenanti» del disavanzo — previdenza, sanità, trasporti, pubblica amministrazione — non sorprende Cgil-Cisl-Uil, ma le tre centrali si chiedono che cosa di concreto il governo ha fatto finora per fronteggiarle, se non alimentare una politica di rinvio e di non decisione. -Su tutti e quattro 1 problemi — afferma Benvenuto—i. governo è stato latitante. Sulla previdenza si è discusso a lungo con i ministri del Lavoro che si sono succeduti; ma, poveretti, nessuno di Irro è riuscito a far inserire la riforma nell'ordine del giorno del consiglio dei ministri. Sulla sanità allo sfascio, non solo sotto il profilo economico, non si riesce ad attivare una trattativa con il ministro della Sanità. Dei trasporti abbiamo parlato in incontri con ben undici ministri, ma non si è visto nulla e, per di più, continua ad essere bloccata in Parlamento la legge per la regolamentazione del diritto di sciopero. Nel pubblico impiego la colpa non è certo dei sindacati: il corteggiamento degli autonomi della scuola e l'attenzione alle richieste dei medici hanno provocato una gara infernale alla cattura del consenso di questi settori fra tutti i partiti e fra molti ministri'. Le tre confederazioni, comunque, sono pronte per un confronto ad ampio raggio. "Sarebbe l'occasione — dice Benvenuto — per realizzare una seria politica dei redditi, di tutti i redditi, partendo da un accordo equo sul fisco'. La Cisl lancia addirittura al governo una vera e propria sfida sul rientro del debito pubblico, articolata—pre- elsa Colombo — su tre livelli di iniziativa: 1) un atto straordinario di finanza pubblica che riduca in maniera significativa il deficit accumulato e, quindi, la spesa per i relativi interessi; 2) una razionalizzazione e qualificazione della spesa sociale, con netta separazione delle responsabilità di indirizzo politico da quelle gestionali; 3) la piena contrattazione del rapporto di lavoro dei pubblici dipendenti per rendere l'amministrazione in grado di funzionare, come qualsiasi altra azienda produttiva. Su quest'ultimo aspetto si sofferma Antonio Lettieri, segretario confederale della Cisl, apprezzando che il ministro del Tesoro abbia attribuito la crescita della spesa fuori misura non ai contratti, ma a leggi, leggine e provvedimenti clientelali che scavalcano la contrattazione. 'L'intenzione di Amato — aggiunge Lettieri — di definire criteri generali per affrontare, finalmente, in termini innovativi le scadenze contrattuali (valorizzazione della professionalità, revisione dell'anzianità, incentivi di produttività) non può che trovarci d'accordo, ma a due condizioni: il superamento di una 'concezione rozza' di compatibilità che annullano il senso stesso della contrattazione; 2) l'avvio, sema ulteriori ritardi, di negoziati rapidi e stringenti su tutte le piattaforme di comparto al di fuori di ogni tentazione centralizzatrice'. Gian Carlo Fossi

Persone citate: Antonio Lettieri, De Mita, Giorgio Benvenuto, Lettieri, Mario Colombo

Luoghi citati: Roma