Gran galà per l'America di Bush

Gran gala per l'America di Bush Oggi la fastosa cerimònia delFinsediamento del nuovo Presidente Gran gala per l'America di Bush «Negli Stati Uniti c'è ancora gente che soffre, e dobbiamo occuparcene» - Il primo ospite alla Casa Bianca sarà il segretario dell'Onu Festa da 47 miliardi dal nostro corrispondente WASHINGTON — Dopo aver giurato, dalla terrazza del Campidoglio George Bush, il nuovo presidente degli Stati Uniti, consegnerà oggi all'America e al mondo il suo manifesto politico per gli Anni Novanta. L'orologio segnerà mezzogiorno, sul leggio del giudice Rendquist ci sarà la Bibbia che appartenne a George Washington, al suo fianco Bush avrà la moglie Barbara, il vicepresidente Quayle, Ronald e Nancy Reagan. Davanti a un pubblico di 150 mila persone assiepato sulla collina, in mondovisione televisiva, Bush pronuncerà un discorso di 15 minuti. Dirà di voler essere «ti presidente di tutti gli americani, della pace'. Riecheggiando la famosa orazione inaugurale di Kennedy, 28 anni fa, «non chiedetevi che cosa il vostro Paese può fare per voi, chiedetevi che cosa potete fare voi per il vostro Paese', Bush esorterà gli americani ad aiutarsi reciprocamente -come mai è avvenuto, a trasformare l'America in 1000 sorgenti di luci'. Sarà il momento culminante di quattro giorni di cerimonie iniziate mercoledì sera al monumento a Lincoln e destinate a concludersi domenica nella Cattedrale. Duecento anni fa, si insediò alla presidenza George Washington, suggellando la nascita della Repubblica, e gli slogan che verranno scanditi, 'from George to George', da un Giorgio all'altro, -The Bicentennial Inauguration», l'inaugurazione del bicentenario, rispecchiano le speranze legate alla ricorrenza storica. In uno dei suoi tanti interventi ieri, Bush ha dichiarato che -sarà molto difficile succedere al presidente Reagan', ma con un riferimento ai mali della reaganomics ha aggiunto che «c'è ancor gente che soffre in America, e dobbiamo prendercene cura». I sondaggi dimostrano che gli americani vedono in lui il Presidente che correggerà gli squilibri economici e sociali intemi, alimentando la distensione all'estero. Neppure quando fu rinnovato il mandato a Reagan, nel gennaio dell'85, l'America aveva partecipato con tanto entusiasmo all'insediamento del Presidente. Dalia sera di mercoledì, quando a più riprese 21 caccia della marina militare strecciarono in segno di omaggio a George e Barbara Bush, su uno sfondo di fuochi artificiali, tra musiche western e rock, gli americani vivono un gigantesco e costoso spettacolo politico. Sono quattro giorni da 35 milioni di dollari, 47 miliardi di lire, senza una camera d'albergo libera, con le strade soffocate dal traffico. Washington si è riempita di vip; le cene (quella finale è «in smoking e stivali texani»), si succedono a 1500 dollari al posto, 2 milioni di lire; dovunque si svolgono concerti, conferenze e sfilate. Ieri sera, i festeggiamenti sono giunti ai culmine con il gran gala televisivo con Frank Sinatra e Julio Iglesias, Mickail Barishnikov e Bob Hope e cento altri divi, che ha fruttato ai repubblicani 9 milioni di dollari, quasi 13 miliardi di lire. L'addio tra Reagan e Bush si è svolto in privato, alla Casa Bianca, prima tra i due leader soli nello Studio Ovale, poi nel salone col familiari e gli amici. Reagan e Nancy piangevano. La tradizione impone a Reagan di lasciare una nota a Bush nel cassetto della scrivania: «Non so ancora che cosa gli scriverò' ha detto. DtiìSó otto àftriC Ron nie e Nancy se "ne andranno in silenzio nel pomeriggio di oggi, diretti in California: partiranno carichi di regali e di ricordi, «con la soddisfazione — ha detto lui — di un lavoro ben fatto». George e Barbara entreranno subito nel palazzo: arriveranno anche i cinque figli con le mogli e i dieci nipoti. Lunedi il nuovo Presidente riunirà il Gabinetto e i leaders del Congresso. Il primo ospite illustre, martedì, sarà 11 segretario dell'Onu de Cuellar. Dal caos della viglila, è emerso un George Bush assai più deciso di quanto si pensasse. L'ex -whimp», il pavido come lo chiamavano i mass media, ha costretto il servizio segreto a cambiamenti continui di programma, si è mescolato alla gente, ha ironizzato su se stesso: rievocando una gaffe della sua campagna elettorale — datò il bombardamento giapponese di Pearl Harbor il 12 settembre anziché il 12 dicembre del '41 — ha invitato gli studenti a 'memorizzare le date della storia per evitare figuracce». Ha rilasciato un'intervista alle maggiori agenzie di stampa per lanciare un messaggio a Gorbaciov: si è detto disponibile a tenere un vertice quest'anno, e ha smentito che il rinvio dei negoziati sulle armi strategiche a Ginevra possa nuocere al disarmo. Per l'insediamento, il nuovo Presidente ha voluto interno a sé i piloti dì bombardiere con cui combatté nella seconda guerra mondiale e i marinai che lo salvarono quando fu costretto ad un ammaraggio. Un aereo della seconda guerra mondiale farà parte della interminabile sfilata di oggi, dopo il giuramento, dal Congresso alla Casa Bianca, insieme con cowboys e soldati in divisa del Settecento. Ennio Carette