E la Libia vuole fare il pieno all'Europa

E la Libia vuole fare il pieno all'Europa La nuova strategia di Tripoli: l'acquisto, specie in Italia, di impianti di raffinazione e di distribuzione E la Libia vuole fare il pieno all'Europa FINANCIAL TIMES LONDRA — La Libia, a quanto pare, è sempre più interessata a migliorare le relazioni con l'Europa ed allo stesso tempo cerca di estendere i suoi interessi commerciali all'estero. La creazione, avvenuta l'anno scorso, della Libyan Oil Investment International Company (Oiic), che statutariamente deve estendere l'impegno libico nell'industria della raffinazione e distribuzione del petrolio, è stata un ulteriore segnale di una politica degli investimenti nuova ed aggressiva. : Tutte le operazioni libiche all'estero sono controllate dalla Libyan Foreign Investment Company (Laiico), che ha sede a Roma. Vendendo nell'86 il 15% del pacchetto azionario Fiat per 3,1 miliardi di dollari la Lafico, che aveva acquistato le azioni dieci anni prima per 400 milioni di dollari, ha fatto riserva di munizioni 'finanziarie per gli investimenti libici La maggior partecipazione libica nel settore a valle dell'e- strazione del petrolio è nella Tamoil Italia, dove la Libyan Arab Foreign Bank ha una quota del 74,68%. La banca ha comprato il pacchetto per 100 milioni di dollari dal finanziere libanese Roger Tamraz e l'operazione è andata in porto nel marzo '86. Tamraz a sua volta l'aveva acquistata tre anni prima dalla sussidiaria italiana della Amoco Usa per 263 milioni di dollari. Le attività della Tamoil comprendono una raffineria da oltre 100 mila barili al giorno a Cremò-" ria e una rete di 90Ò distributori in Italia settentrionale. Nel 1985 era in passivo, ma le cose sono cambiate sotto la nuova gestione: nell'86 ci sono stati profitti di 2,4 milioni di dollari e l'anno successivo di 3,7 milioni. H bilancio dell'88 non è ancora stato pubblicato, ma si aspettano ulteriori miglioramenti. Due anni fa la società ha acquistato 755 stazioni di servizio pri¬ ma appartenenti alla Texaco da una sussidiaria della Fintermica. All'inizio dello scorso anno ha comprato un'altra rete di distribuzione in Calabria ed ha acquisito una quota del 50% nella FA Petroli, una società che commercia in prodotti petroliferi. Secondo un industriale petrolifero italiano i libici hanno creato l'OiiC sotto la chiara influenza del Kuwait, l'organismo è infatti la copia conforme del Kuwait Petroleum International, -' che"-ha- sede a Londra e si è mosso aggressivamente nel campo della distribuzione dei prodotti petroliferi in Europa. Alla fine dello scorso anno si è saputo che l'Olle ha comprato una grossa quota nella Holburn Europe Raffinerie di Amburgo, di proprietà dell'americana Coastal Corporation. La raffineria tedesca •-"Oduce circa 100 mila barili al giorno, può immagazzinare 1,65 milioni di barili di prodotti raffinati e 4,8 milioni di barili di greggio. La Libia potrebbe essere pronta a fornirle 750 mila barili di greggio al giorno. Gli interessi della Libia nel creare rapidamente una rete di distribuzione in Europa è in parte attribuibile al desiderio di assicurare uno sbocco sicuro per il suo greggio se le sanzioni Usa sulle importazioni di petrolio libico non saranno revocate. Anche sul piano intemo la Libia sta attuando una certa liberalizzazione economica, n gigantesco impianto marinò di estrazione a Bcmri è stato-avviato 'dàll'Àgip é' dalla National Oil Corporation della Libia e lo stesso organismo ha firmato recentemente un accordo di esplorazione con la Royal Dutch-Shell e la Montedison. Del resto la Libia è una ghiotta opportunità per molte società occidentali: nell'85, secondo una stima per difetto, ha estratto quasi 23 milioni di barili di petrolio. Tony Walker

Persone citate: Arab, Roger Tamraz, Tamraz, Tony Walker