Sei anni di liti
Sei anni di liti Sei anni di liti DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — E adesso all'Italstat si fanno i conti. L'importante accordo raggiunto per Bandar Abbas chiude un capitolo che si protraeva dal 1982 e ne apre un altro probabilmente molto più impegnativo: la partecipazione delT'ndustria italiana alla ricostruzione dell'Iran, 2.500 miliardi di contratti già definiti, altri 4.000 in lista d'attesa. La società deU'Iri, guidata da Ettore Bernabei, ha deciso ieri di procedere «con proprie risorse patrimoniali» per coprire le perdite accumulate con il famoso contratto del faraonico porto. L'intesa alla quale hanno lavorato molto il governo italiano, in particolare il ministro per il Commercio estero Renato Ruggiero, e la controparte iraniana, che nei giorni scorsi era rappresentata a Roma dal primo ministro, Mir Hussein Mussavi, sblocca una querelle che si trascinava pericolosamente, gravando sul bilancio dell'Italstat. n consiglio di amministrazione si è messo immediatamente al lavoro per chiarire da dove spunteranno i miliardi dello «sconto», a questo punto obbligato, frutto del delicato compromesso. Gli iraniani, infatti, dei 1350 miliardi rivendicati dall'Italstat, erano disposti a riconosceme appena 120. Alla fine, dopo trattative segrete e a più riprese, la firma dell'intesa con la società Pso, Port and shipping organization: la restituzione di 600 miliardi che saranno pagati in parte cash» dollari, e in parte con forniture di petrolio. Un punto che resta da chiarire, ma che viene giudicato secondario dopo l'impegno governativo. Ieri il Consiglio di amministrazione deintalstat ha annunciato l'intervento diretto del gruppo a copertura delle perdite e «questo si renderà possibile anche in conseguenza della prudente e rigorosa politica di bilancio adottata, di concerto con llri, nel corso degli ultimi anni in previsione dell'evolversi della complessiva vicenda del porto di Bandar Abbas». A fronte dei crediti verso l'Iran, l'Ita! stat aveva già ricevuto una copertura di quattrocento miliardi tramite prestiti in¬ fruttiferi da Iri e Co fin. Quindi la necessità più urgente è di 350 miliardi da includere nel bilancio '89. La firma dell'accordo è stata commentata con soddisfazione dal Consiglio di amministrazione, anche perché si conclude con i danni minori una vicenda che rischiava di trascinare in pessime acque uno dei gioielli dell' Iri. Del resto, in tutti questi anni, i governi che si sono succeduti a Palazzo Chigi si erano «politicamente» esposti perché non si arrivasse ad una rottura traumatica con gli iraniani in una parentesi internazionale molto conflittuale. Oggi, con il ritorno della pace, si aprono nuove prospettive nell'intercambio: il 7 febbraio riprenderanno i collegamenti dell' Alitalia con Teheran, sospesi con l'inizio della guerra tra Iran e Iraq, mentre l'Italsider, la Cimontubi, l'Agusta e l'Ansaldo potranno rilanciare la loro collaborazione.
Persone citate: Bandar Abbas, Ettore Bernabei, Hussein Mussavi, Port, Renato Ruggiero
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