Rabta, quasi una rivolta al Bundestag

Rabta, quasi una rivolta al Bundestag Una tempestosa seduta al Parlamento sugli aiuti delle aziende tedesche alla Libia Rabta, quasi una rivolta al Bundestag Per la prima volta il governo ammette che l'impianto libico era destinato alle armi chimiche - I servizi tedeschi avevano fornito le prime indicazioni già due anni addietro - L'opposizione: «La Cancelleria ci ha ingannati» BONN — n governo della Germania federale ha ammesso per la prima volta che l'impianto chimico di Rabta era destinato alle armi chimiche. A farlo è stato il capo di gabinetto della Cancelleria Wolfgang Schaeuble. Prendendo la parola di fronte al Bundestag, il capo di gabinetto della Cancelleria ha rilevato che già nell'agosto del 1987 i servizi di informazione di Bonn suggerivano che l'impianto di Rabta «con ogni probabilità» era stato progettato per la produzione di armi chimiche. Ma all'epoca, ha spiegato Schaeuble, non c'erano prove del coinvolgimento di industrie tedesche. Oggi, -sulla base dei rapporti dei servizi informazione, dobbiamo presumere che questo impianto sia destinato alla produzione di armi chimiche». Nel corso di una battaglia parlamentare, con le urla di disapprovazione che si alzavano dai banchi delle opposizioni, il governo della Germania federale ha nuovamente modificato la versione ufficiale sul coinvolgimento delle ditte tedesche accusate di avere costruito Rabta. n governo, inoltre, sapeva fin dal 18 maggio della possibile collaborazione di ditte tedesche della costruzione della fabbrica. Solamente due giorni fa aveva parlato di ottobre, e tre settimane fa del 15 novembre 1988. La notizia che a Bonn si sapeva da ancora prima, e da fonti attendibili d'ambasciata americana a Bonn), ha provocato la reazione delle opposizioni, che hanno interrotto Schaeuble diverse volte costringendolo ripetutamente a bloccare la lettura dell'arringa di difesa delia Cancellerìa. Secondo la sua versione, •nuovi dossier» dei servizi di informazione -hanno dato chiare indicazioni sul coinvolgimento delle compagnie tedesche» rispettivamente il 30 settembre, il 18 ottobre ed il 27 ottobre. Kohl ha ricevuto un primo e "generale» rapporto sulla questione il 20 ottobre. Di qui la dichiarazione di martedì del suo portavoce, Friedhelm Ost. n 14 dicembre un gruppo di inquirenti tedeschi si è incontrato con un non meglio identificato «informatore» che ha consegnato loro i documenti che provano il coinvolgimento nella faccenda della «Imhausen-Chemie» e promesso sei giorni dopo altre rivelazioni sulla Ibi di Francoforte. Entrambe le ditte (la seconda nel frattempo è stata chiusa) sono oggetto di una inchiesta della magistratura federale. Nel frattempo, i servizi di informazione avevano la¬ sciato intendere che alcuni dipendenti della «ImhausenChemie» avevano avuto l'opportunità di portare all'estero documenti interessanti. Ma Schaeuble ha anche negato categoricamente che vi siano stati tentativi di sorta da parte delle autorità di insabbiare le indagini. 'Ifatti dimostrano che le autorità competenti sono state avvertite per tempo», ha dichiarato, -fin dalle prime indicazioni e che tutte le misure necessarie sono state adottate». Dopo di lui ha preso la parola, per le opposizioni, che avevano chiesto la convocazione della seduta, il socialdemocratico Norbert Gansel. A poca distanza dal podio degli oratori il caneelLisre Kohl. «La questione è — ha detto Gansel rivolto al capo del governo — cosa sapevate e cosa avete fatto. Lei, signor Kohl, è responsa¬ bile politicamente e personalmente del fatto che la Germania e l'opinione puoblica internazionale sono state ingannate per cosi tanto tempo». Inoltre, l'attuale governo «è responsabile del, danno inferto alle relazioni con gli Stati Uniti e dei sospetti che si sono addossati sulla Germania federale in tutto il mondo». Proprio ieri la procura federale ha aperto una nuova inchiesta su una ditta bavarese che avrebbe inviato al colonnello Gheddafi equipaggiamento militare. E ancora in giornata l'ex cancelliere Brandt ha auspicato una 'Severa limitazione» delle esportazioni di armi dalla Germania federale. 'Egoismo, trascuratezza ed anche ipocrisia» sono all'origine, secondo Brandt, della sconcertante vicenda di Rabta. (Agi-Ansa)