Solidarnosc teme un tranello «Non accettiamo la museruola»
Solidarnosc teme un tranello «Non accettiamo la museruola» Intervista al portavoce, ancora possibilista, ma la base è ostile Solidarnosc teme un tranello «Non accettiamo la museruola» L'offerta del regime forse spaccherà in due il sindacato - L'ultimatum di Jaruzelski 'Solidarnosc ha deciso: nessuna dichiarazione ufficiale verrà rilasciata in risposta alle decisioni adottate dal partito comunista polacco sul tema del pluralismo sindacale finché non sapremo esattamente cosa sia successo in seno al Plenum. Se il potere politico tace nel rendere nati i termini dell'accordo raggiunto a quanto pare con estrema fatica, un silenzio certo assai significativo di conferma sull'ajvrezza del dibattito interno, mi pare chiaro che anche noi abbiamo il diritto di prendere tempo in modo da valutare con estrema attenzione le proposte che ci verranno formulate. Janusz Onyszkiewicz, il portavoce nazionale del movimento di Lech Walesa raggiunto per telefono a Varsavia, di solito molto loquace con i giornalisti stranieri, questa volta spara raffiche di no comment. Una reticenza, spiega, dietro la quale sarebbe inutile cercare tatticismi di maniera ma fondata sulla logica, in quanto il rinvio ad oggi pomerìggio della conferenza stampa del partito -ci impedisce, almeno per il momento, di pronunciarci con cognizione di causa. L'unica cosa che posso dire è questa. Ci siamo sempre espressi a favore del dialogo fra governo ed opposizione purché decolli senza condizioni preventive. Staremo dunque a vedere'. Nei prossimi giorni l'ex sindacato libero, disciolto con lo stato di guerra proclamato il 13 dicembre 1981 dopo 16 mesi di legalità, convocherà il proprio Consiglio nazionale, quasi certamente a Danzica, e solo in quella sede annuncerà se intende accettare o sbattere la porta in faccia all'apertura del generale Jaruzelski. Oli esponenti dell'ala radicale di Solidarnosc, capeggiati da Andrzej Gwiazda, hanno già preannunciato battaglia. Contestano il Premio Nobel accusandolo di essere troppo condiscen¬ dente verso le autorità di Varsavia pur di mantenere intatta l'immagine del 'grande pompiere; gli rimproverano soprattutto di non saper usare più con l'antica fermezza l'unica arma in possesso di Solidarnosc, quella dello sciopero. E proprio il divieto di avviare agitazioni sindacali che farebbe parte del pacchetto di intesa formulato dal Plenum rischia di spaccare il movimento tra falchi e colombe. Dalla base, i primi commenti sono negativi, numerosi militanti giudicano il diktat comunista •inaccettabile e risibile». 'Non ci lasceremo mettere la museruola né ci faremo relegare nella naftalina per tre anni — ha dichiarato un altro esponente di Solidarnosc a patto di non essere citato per nome — se è vero che dovremmo comportarci da bravi bambini fino al mu. La stessa fonte ha riferito alcuni particolari della seduta fiume del vertice del poup filtrati all'esterno. Martedì notte, mentre la discussione assumeva toni molto concitati nel corso degli interventi prò o contro l'eventuale legalizzazione, anche se graduata, di Solidarnosc, il presidente Jaruzelski è balzato in piedi sbattendo i pugni sul tavolo. 'Mi avete stufato con i vostri assurdi tira e molla. Pongo un ultimatum: o accettate il mio punto di vista oppure mi costringerete alle dimissioni; dopo di che sarebbe uscito dalla sala seguito dal fedelissimi. L'impressione che se ne ricava, dicono a Solidarnosc, indica l'estrema confusione in cui si dibatte il regime, costretto a barcamenarsi fra la necessità di uscire dal pantano della crisi economica e di non perdere la faccia, ammettendo gli errori del passato, nel riassegnare a Walesa lo status, finora negato a spada tratta, di interlocutore privilegiato. Piero de Garzarolli w Varsavia. Membri dei comitato centrale del partito comunista polacco leggono i giornali in una pausa dei lavori
Persone citate: Andrzej Gwiazda, Janusz Onyszkiewicz, Jaruzelski, Lech Walesa, Piero De Garzarolli, Walesa
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