Volontari e donne: l'esercito del 2000

Volontari e donne: l'esercito del 2000 Per il calo demografico fra una decina d'anni mancheranno 100 mila reclute Volontari e donne: l'esercito del 2000 Allarmato rapporto del ministero della Difesa - Il 30% degli effettivi dovrebbe essere formato da «professionisti» - Forze femminili oltre il 5% previsto dall'attuale progetto di riforma ROMA — Bisognerà aumentare il numero dei soldati professionisti e introdurre il servizio militare volontario per le donne perché, a partire dagli Anni Novanta, l'attuale sistema di reclutamento non sarà in grado di soddisfare le esigenze di personale delle Forze armate. Il calo demografico, infatti, sta riducendo in maniera drastica il numero degli arruolabili e rende indispensabile una riforma profonda della leva. Lo rende noto un rapporto del Centro militare studi strategici del ministero della Difesa, consegnato in questi giorni ai presidenti delle commissioni Difesa del Parlamento. I rimedi proposti sono in linea con quanto ha recentemente affermato il ministro Zanone sull'opportunità di creare un sistema «misto», con una percentuale crescente di professionisti. E1 fattori demografici rendono ancora più urgente questa revisione del sistema di reclutamento, non solo per garantire la protezione del territorio ma anche per osservare gli accordi Nato, n calo degli arruolabili inciderà «in misura macroscopica' sull'entità delle forze effettive in tempo di pace. Oià nel 1995 sarà possibile coprire solo l'81% del fabbisogno. Entro il 2010 la percentuale scenderà addirittura al 65%. Attorno all'anno 2000, «la carenza di incorporatili si aggirerà intomo alle 100 mila unità, per aumentare nel prosieguo-. Tra i Paesi Nato, anche la Germania Federale deve fronteggiare il problema di un rapido invecchiamento della popolazione. Proprio questa settimana il governo di Bonn ha reso esecutivo l'allungamento della ferma di leva da 15 a 18 mesi. Ma una simile soluzione, per il momento, non viene nemmeno presa in considerazione in Italia (il rapporto la esclude a priori perché «inaccettabile nell'attuale contesto socioeconomico-). Anzi, alcune proposte — quella dei comunisti, e anche quella dei .socialisti — prevedono riduzioni della ferma di 12 mesi. TI rapporto, preparato sotto la supervisione del generale Carlo Jean, propone invece un "forte incremento del numero di professionisti volontari La legge attuale permette di portare la percentuale fino al 19 per cento dell'intero corpo delle Forze armate. Ma ciò sarebbe «inadeguato a fronteggiare il calo di incorporatili previsto: Secondo fonti del ministero della Difesa, sarebbe necessario portare la percentuale di volontari almeno al 30%. TJ rapporto suggerisce anche di introdurre al più presto- il servizio militare volontario per le donne e di non limitarlo al 5 per cento dell'organico totale, come previsto dall'attuale progetto di riforma. Uri altro, rimedio proposto è quello di contenere il numero degli obiettori di coscienza. «Una gestione più attenta del fenomeno da parte della Difesa — si legge — ha già prodotto negli ultimi due anni una diminuzione del gettito delle domande, dimostrando, al di là di ogni considerazione di carattere filosofico o di opportunità, che la effettiva obiezione a sfondo etico, non quella di comodo, riguarda un numero ben più limitato di giovani chiamati a svolgere il servizio militare obbligatorio-. Duecentosettantamila uomini si trovano sotto le armi, in gran parte del Nord-Est, per fronteggiare un'eventuale offensiva del Patto di Varsavia. In seguito alla riduzione delle truppe sovietiche nei Paesi dell'Est annunciata da Gorbaciov e, in generale, alla forte riduzione delie tensioni tra i due blocchi, è possibile che il modello difensivo italiano venga modificato per tenere maggior conto dell'in- stabUità nel Mediterraneo. L'incremento del volontariato all'interno delle Forze armate, si ammonisce nel rapporto, rischia tuttavia di provocare «grossi problemi di bilancio-. Basti pensare che la completa attuazione della legge vigente — che prevede un «tetto» di 61 mila volontari—richiede una spesa aggiuntiva di circa 750 miliardi l'anno. Un aumento del volontariato fino al 28-30 per cento di tutte le Forze armate costerebbe più di mille miliardi l'anno. Una riforma in questo senso, viene comunque appoggiata dalla maggioranza della popolazione. In un sondaggio condotto per conto del Cmss, il 65 per cento degli intervistati ritiene che le Forze armate volontarie «sarebbero più efficienti e preferibili alle attuali, basate sulla leva-. Allo stesso tempo, il 57 per cento accetta il principio del dovere militare. Andrea di Robìlant

Persone citate: Carlo Jean, Gorbaciov, Zanone

Luoghi citati: Bonn, Germania Federale, Italia, Robìlant, Roma