E l'automobile dettò le sue leggi

E l'automobile dettò le sue leggi E l'automobile dettò le sue leggi I PRODOTTI. Si produce sempre meno acciaio «generico» e sempre più acciaio «progettato» in vista di un impiego specifico. Si produce addirittura su commessa. L'impiego di acciai speciali si è raddoppiato, quadruplicato; per esempio, la produzione di lamiere zincate è passata da 350 mila tonnellate nell'83 a 900 mila nell'86 e punta a 1,2 milioni di tonnellate nel '90. Questi i principali prodotti innovativi. • Acciai a basso contenuto di carbonio. Si tratta in sostanza di prodotti tradizionali utilizzati in grandi quantità dall'industria dell'auto e da quella degli elettrodomestici. Ma sono cambiati anch'essi, n segnale è. partito dall'industria dell'auto e come conseguenza ultima ha avuto l'effetto di cambiare le acciaierie. All'origine della rivoluzione c'è l'ingresso dei robot e in generale dell'automazione. I robot hanno bìso'gno di materiale di caratteristiche assolutamente""co* stanti e ciò ha richiesto all'industria siderurgica un grosso sforzo di adeguamento dei prodotti, anche di quelli meno innovativi, come appunto gli acciai al carbonio. Hanno imposto, per esemplo, tolleranze dimensionali strettissime, caratteristiche metallurgiche elevate, richiesto rivestimenti sottilissimi e assolutamente uniformi per ottenere grandi superfici stampate. L'acciaio elettrozincato, introdotto dapprima in Germania da Audi e, Bmw, vede ora la Fiat all'avanguardia con la Thema e la Tipo. • Acciai microlegati, cioè con aggiunta di niobio, tantalio, ecc. Sono usati in quantità crescenti (più all'estero che in Italia) soprattutto nelle grandi strutture come le costruzioni stradali, l'edilizia, ecc. • Acciai inossidabili contenenti cromo o nichel. La loro utilizzazione è ancora piuttosto circoscritta agli impieghi tradizionali ma la produzione sta decollando: 100 mila tonnellate in Europa nell'88, 500 mila previste nel '92. Negli ultimi anni gli investimenti in nuovi impianti sono raddoppiati • Acciai «rivestiti». Costituiscono una grande «fami¬ glia» e sono accomunati dal fatto di essere trattati con leghe anticorrosione con zinco, alluminio, plastica; trovano applicazione nelle marmitte per auto, nella costruzione di elettrodomestici e di mobili, negli imballaggi (un campo nuovo). In Europa dalle 200 mila tonnellate dell'83 si balzerà a un milione di tonnellate nel '90. • Acciai «elettrici». Contengono silicio, che ne modifica la struttura in modo da conferire loro una bassa permeabilità magnetica che ne consente l'impiego nelle apparecchiature elettriche. E' un campo in cui esiste un ampio spazio di miglioramento. GLI IMPIANTI. In questo scenario gli impianti stanno subendo anch'essi una sorta di rivoluzione. L'effetto più vistoso delle modifiche impiantistiche è quello del «compattamento» del processo produttivo da cui vengono tagliate intere sequenze con il risultato di ridurne la durata da una settimana, con lunghi tempi morti, grandi magazzini, grande spreco di energia, necessità di vaste aree, ad appena 5-6 ore con l'abolizione di una serie di operazioni intermedie. Se si pensa che ancora alla fine degli anni '70 la colata continua era una rivoluzione, l'innovazione appare addirittura tumultuosa in un settore che dall'esterno appare invece tradizionalista e di retroguardia. In un impianto tradizionale dalla colata continua escono le bramme, che sono dei «pani» di acciaio lunghi 12 metri, larghi un metro e mezzo e spessi 24 centimetri; le bramme vengono ulteriormente riscaldate a 1250 gradi per la laminazione a caldo, che è composta dalla sbozzatura (serve a ridurre lo spessore a 20-50 millimetri ) e dalla finitura (dalla quale si ottiene un nastro dello spessore di 1,5-6 millimetri). Nei nuovi impianti la sbozzatura viene eliminata con un notevole risparmio di tempo e di energia: si ottiene subito una barra di 20-50 millimetri su cui si lavora per ottenere il nastro. Anche la separazione fisica tra colata e laminazione, con i conseguenti grandi depositi di semilavorati, tende ad essere eliminata nelle trasformazioni che si stanno attuando nei vecchi impianti. In un futuro molto prossimo si arriverà direttamente dalla colata continua alla produzione del nastro. Tra i vantaggi si possono citare il minore inquinamento e l'accorciamento dell'intervallo tra produzione e impiego (magazzini più ridotti, minor immobilizzazione di capitale, minor pericolo di deterioramento). La Nippon Steel ha calcolato che negli ultimi dieci anni le industrie giapponesi sono riuscite a risparmiare circa un milione di chilocalorie per tonnellata e sostiene che vi sono ancora grandi possibilità di risparmio sui 4 milioni chilocalorie oggi richieste per produrre una tonnellata di acciaio. v.rav.

Persone citate: Acciai

Luoghi citati: Audi, Europa, Germania, Italia