«Salviamo la Terra» di Piero Bianucci

«Salviamo la Terra» A Torino il convegno della Fondazione San Paolo «Salviamo la Terra» Un centinaio di esperti discutono e illustrano i rapporti fra uomo e natura - Si prepara un «manifesto» che impegni la collettività al rispetto dell'ambiente TORINO — Ogni.atomo di gas uscito da una bomboletta spray può distruggere 100 mila molecole di ozono, esponendoci al pericolosi raggi ultravioletti del Sole. In un anno nel mondo si bruciano tanti combustibili fossili da far aumentare di una parte per milione l'anidride carbonica nell'atmosfera, provocando queir-effetto serra» che rischia di trasformare in deserto le regioni più fertili del pianeta. Le foreste scompaiono o distrutte dall'uomo o corrose dalle piogge acide, n livello del mare cresce di un millimetro all'anno rosicchiando le coste. Sono alcuni dati in discussione alla conferenza «Atmosfera, clima e uomo» inaugurata ieri al Piccolo Regio. E*, questa conferenza, la prima solenne uscita in pubblico della Fondazione San Paolo promossa dall'istituto bancario. Tre giorni di dibattito, un centinaio di esperti tra i più qualificati in questo campo difficile e interdisciplina¬ re, un comitato di saggi che comprende, tra gli altri, il Nobel Ily a Prigogine, il cosmologo Herman Bondi, 1 fisici Edoardo Arnaldi e Tullio Regge e il presidente dell'Enea Umberto Colombo. Non però una iniziativa riservata agli specialisti. Fiero Angela, coordinatore della sezione scientifica della Fondazione, si è preoccupato di portare il messaggio fuori della conferenza, al grande pubblico: così questa sera al Palasport si registrerà una «Serata ambiente» che andrà in onda domani sulla Rete 1. E tutta l'impostazione della conferenza è attenta anche a una finalità divulgativa. Del resto ce n'è bisogno, perché troppo spesso il problema ambientale è soltanto uno spunto per campagne demagogiche o terroristiche, mentre occorrerebbero buona informazione e razionalità. Ma non sono terrorismo i dati accennati nelle prime righe? Lo sono certamente se ci si limita a strillarli. Diven¬ tano un elemento di riflessione se si prova a guardarli più in profondità e ad analizzarne il retroterra. Il problema di fondo consiste nel conciliare sviluppo ed ambiente. Non serve — si è detto — criminalizzare lo sviluppo industriale. Occorre invece creare una razionale coscienza ambientale. Occorre soprattutto — come ha affermato il presidente della Fondazione Gianni Zandano — non aggiungere chiacchiere alle chiacchiere ma promuovere azioni precise a tutela di quel beni planetari che sono l'aria e il clima. Per questo la conferenza di Torino si propone di mettere le basi per un «manifesto» a tutela dell'ambiente, una specie di codice di comportamento, rivolto a tutti, governi, amministratori, cittadini. Una serie di indicazioni concrete si è avuta fin dalla prima relazione scientifica, presentata da Paul Crutzen, olandese di nascita, professore all'Università di Chicago e direttore del dipartimento di chimica dell'atmosfera al Max Planck Institut. «Le cose da fare — dice Crutzen — sono parecchie. Le principali? Mettere al bando i clorofluorocarburi, cioè i gas delle bombolette spray. Sviluppare fonti di energia che non producano anidride carbonica. Usare con più equilibrio i fertilizzanti azotati. Ridurre le fughe dì metano, un gas che contribuisce all'effetto serra. Progettare depositi interrati per i rifiuti organici, altra fonte di inquinamento da metano. E infine la cosa oggi più difficile: contenere il ritmo di crescita della popolazione, specialmente nel Terzo Mondo». Un elemento che emerge dalla relazione di Crutzen e da molte altre tra quelle che ieri si sono susseguite (Dennis Tirpak, «Effetti potenziali del cambiamento negli Stati Uniti», William Stigliani, «Scenari per l'ambiente in Europa», Erns Weizsaeker, «Economia e cambiamento climatico» e così via) è la problematicità delle proiezioni. L'aumento di temperatura su scala globale è previsto da alcuni esperti in 2 gradi nel prossimo secolo, da altri in 8 gradi. Non si tratta di una contrapposizione tra ottimisti e apocalittici. A parte il fatto che un aumento di 2 gradi avrebbe pur sempre conseguenze molto gravi, la differenza nelle stime è inevitabile quando le simulazioni al computer affrontano fenomeni complessi, con una grande quantità di variabili non lineari. Basta allora una minima differenza nei dati iniziali per giungere a conclusioni profondamente diverse. Ecco perché distinguere tra ciò che è certo e ciò che invece deve ancora essere oggetto di analisi è uno degli obiettivi della conferenza. Oggi, dopo la giornata dedicata all'effetto serra (tuttora controverso) sì parlerà di ozono e di piogge acide. Qui i dati sembrano più concordanti. Domani, infine, l'attenzione si concentrerà sulla situazione italiana, e allora la parola passerà anche ai politici: il ministro Battaglia per l'industria e 11 ministro Ruffolo per l'ambiente. Piero Bianucci

Luoghi citati: Europa, Stati Uniti, Torino