Sotto accusa primari e Usl per il «lager» di Agrigento

Sotto accusa primari e Usl per il «lager» di Agrigento Comunicazioni giudiziarie a medici e amministratori dello «psichiatrico» Sotto accusa primari e Usl per il «lager» di Agrigento I 300 degenti sarebbero stati maltrattati -1 servizi essenziali non venivano garantiti AGRIGENTO — I trecento degenti dell'ospedale psichiatrico di Agrigento erano maltrattati, lasciati seminudi, venivano lavati con le scope di saggina e con getti di acqua fredda anche d'inverno, ora la Procura della Repubblica ha inviato tre comunicazioni giudiziarie per il reato di abbandono d'incapaci al dottor Gerlando Taibi, 50 anni, direttore sanitario dell'ospedale psichiatrico e ai primari Francesco Butera, di 56 anni, e Angelo Monglovì, di 50. Altre comunicazioni giudiziarie sono state recapitate ad Angela Marino, titolare della lavanderia «Calabrisella» che aveva in appalto il lavaggio e la stiratura della biancheria e degli indumenti; a Franco Giglione, responsabile dei servizi di pulizia. L'ultima comunicazione è stata inviata ad una persona di cui non sono stati resi noti né il ruolo né le generalità. La Procura vuol sapere se davvero, come tutto lascia pensare, i servizi che l'Amministrazione pagava milioni non venissero poi, se non in minima parte, assicurati. Da alcuni mesi, dopo l'apertura dell'inchiesta, la situazione è migliorata, anche se non è certo quella ideale. Ai pazienti non vengono più distribuite le mele marce come accadeva in passato, mentre quelle buone erano riservate soltanto all'ospedale civile «San Giovanni di Dio» che dipende dalla stessa Usi numero 11. Ad un giovane medico dell'ospedale che si lamentava del trattamento riservato ai pazienti di psichiatria, un dirigente della Usi avrebbe risposto «Tanto lì dentro non se ne accorge nessuno». Sia lo «psichiatrico» sia la Usi, dopo lo scandalo, sono stati commissariati dalla Regione. L'assessore regionale alla sanità Bernardo Alaimo non ha atteso gli sviluppi dell'inchiesta giudiziaria e, dopo aver ricevuto il primo rapporto dai suoi ispettori, d'accoruo con la presidenza della Regione, ha azionato il meccanismo per l'invio di commissari straorturrari, dopo anni di sordità e cecità. Ora a governare la Usi e lo «psichiatrico» sono un ex prefetto e un funzionario regionale. ' Il caso del manicomio-la¬ ger esplose in autunno con una copertina del settimanale L'Espresso che ritraeva alcuni degenti seminudi e visìbilmente angosciati. Nelle pagine interne un servizio e un reportage fotografico illustravano in maniera inequivocabile che nel manicomio agrigentino la situazione dei degenti era più vicina al Medioevo che al Duemila. La questione era stata sollevata dal primario Francesco Butera, che rilasciò al settimanale alcune dichiarazioni molto dure, ma dopo una campagna dei radicali tutto fu di nuovo dimenticato, come accade troppe volte in Italia e soprattutto in Sicilia. La pubblicazione dell'articolo sull'Espresso suggerì infatti ai parlamentari radicali Franco Corleone e Domenico Modugno—Il famoso cantante — di presentare un'interrogazione. Non fu soltanto il primario Butera a parlare, decidendo di spezzare il cerchio di complicità e di omertà che sino ad allora aveva stretto.lo «psichiatrico»; anche il direttore sanitario Taibi si fece sentire: dichiarò di avere ripetuta¬ mente sollecitato l'intervento degli amministratori che invece erano rimasti inerti. Vi furono altre denunce, come quelle di un'assistente sanitaria che denunciò i raggiri fatti ai danni di numerosi degenti, lasciati senza un soldo dalle persone (parenti p comunque titolari di procura) che, senza farsi troppi scrupoli, intascavano per loro le indennità di validità. Adesso il sostituto procuratore della Repubblica Roberto Saieva vuol veder chiaro in tutta la vicenda che conferma la precarietà e le scandalose distorsioni nell'applicazione della legge sulla riforma psichiatrica ma che comunque testimonia l'insufficienza dell'apparato sanitario siciliano che è fra i più costosi e i meno efficienti. L'invio delle comunicazioni giudiziarie ai tre medici, oltre che ai responsabili dei servizi principali del manicomio, anche se non significa ancora una loro incriminazione, dimostra che l'indagine giudiziaria intende esaminare a fondo la questione. a. r.

Persone citate: Angela Marino, Bernardo Alaimo, Domenico Modugno, Francesco Butera, Franco Corleone, Franco Giglione, Gerlando Taibi, Roberto Saieva, Taibi

Luoghi citati: Agrigento, Italia, Sicilia